Questa mini-serie di post nasce come mio commento a quello di Federico Dezzani che ho recentemente replicato su questo blog.
Sulla scia del commento mi è venuto infatti poi spontaneo allargare la visuale e sviluppare altre riflessioni sul tema della lotta geopolitica, applicandole agli avvenimenti in corso nel calderone mediorentale.
Confermo la mia condivisione delle argomentazioni di Dezzani, sia relativamente alla lista degli “attrezzi” oggi utilizzati nella competizione geopolitica, sia al modo in cui l’America li sta impiegando (praticamente tutti, tranne la guerra diretta in senso stretto) nei confronti di Russia e Cina.
Condivido anche la conclusione a cui giunge quando sostiene che i risultati sinora ottenuti sono modesti e non hanno alterato l’equilibrio della fine del secolo scorso.
Sorge allora spontanea la domanda: passeranno gli USA dai metodi soft a quelli militari, inteso come scontro diretto? Non credo proprio, anche perché così facendo spingerebbe Russia e Cina a fare fronte comune. Sono del parere quindi che l’eventualità di un conflitto armato su larga scala sia molto contenuto. A meno che ……. (rimando il lettore alla parte finale di questo post).