Ucraina – Il Settembre Nero di Vladimir Putin.

Nonostante i referendum e l’annessione delle regioni dell’Ucraina, gli avvenimenti bellici e politici di Settembre vedono nell’insieme un indebolimento strategico e tattico della Russia.
Aumentano le possibilità di forte escalation militare ma, all’opposto, si apre anche l’ipotesi di una “tregua”. Vediamo perché.

1 –INTRODUZIONE

Questo articolo è il quarto della serie geopolitica dedicata alla guerra in Ucraina. Con i primi 3 (marzo, aprile e giugno) ho cercato di descrivere lo scenario mondiale nel quale – a mio avviso – va inserita la guerra in Ucraina e la posta in gioco per ciascuno dei 3 “contendenti”, Stati Uniti, Cina e Russia.
Per chi non li avesse letti e al fine di rendere più comprensibile quanto espongo in questo articolo, riporto sotto alcuni estratti che sintetizzano la mia personale chiave di lettura: Continua a leggere

Si sta concludendo il Primo Atto della guerra in Ucraina. Ipotesi sullo sviluppo del Secondo Atto. E oltre.

Prende sempre più corpo la strategia di assedio dello Stato Profondo Americano alla Russia di Putin. Fino a che punto si spingerà?

Il 27 Marzo scorso ho pubblicato un articolo sul conflitto in Ucraina, che era iniziato da poco più di a mese.
Il 20 giugno saranno trascorsi 4 mesi e in queste settimane si sta concludendo quello che possiamo definire il Primo Atto dello scontro geopolitico tra Stati Uniti (via Ucraina, la cavia civile e militare e via Europa, la vittima economica) e Russia. Seguirà il Secondo Atto.
Intanto Xi Jinping e il vertice del PCC (Partito Comunista Cinese) stanno piacevolmente seduti alla finestra.

1 – BILANCIO DEL PRIMO ATTO.

Riparto da quanto ho scritto in Marzo che mantiene la sua validità e che avevo così riassunto nel successivo articolo:

«LA RUSSIA DI PUTIN STA VINCENDO LA PRIMA FASE DELLA GUERRA IN CORSO, BLOCCANDO L’ADESIONE DELLA UCRAINA ALLA NATO AMERICANA. C’È PERÓ IL RISCHIO CHE SI CREI UN LOGORANTE STALLO MILITARE CHE – INSIEME ALLE SANZIONI AMERICANE – POTREBBE CREARE DIFFICOLTÀ ALLA RUSSIA E ALLA STESSA POSIZIONE DI COMANDO DI PUTIN.
ANCHE L’OBBLIGATO AVVCINAMENTO ALLA CINA – CONSEGUENZA DELLA “SPINTA” RICEVUTA DA OCCIDENTE – POTREBBE NEL MEDIO-LUNGO PERIODO TRASFORMARSI PER MOSCA IN UNA PERICOLOSO DIPENDENZA DA PECHINO.
PER GLI STATI UNITI IL BILANCIO SI PROSPETTA CON LUCI (RUSSIA E PUTIN IN DIFFICOLTÀ, EUROPA SEMPRE PIÙ SATELLITE AMERICANO) ED OMBRE (AVVICINAMENTO RUSSIA-CINA E INCERTEZZE GEOPOLITICHE PER IL DOLLARO).
PER LA CINA IL BILANCIO É POSITIVO NEL BREVE, MEDIO E LUNGO TERMINE.»

Integro la su citata sintesi del Primo Atto con i 4 seguenti aggiornamenti ed approfondimenti. Continua a leggere

Covid-19 – Tra Scienza e Geopolitica/I parte

Il virus Sars-Cov-2 è il risultato di manipolazione nanobiologica di laboratorio. L’attività di ricerca del laboratorio di Wuhan è nata grazie ad una ampia collaborazione americana ed europea

INTRODUZIONE.

Come anticipato alla fine dell’ultimo articolo, ci inoltriamo ora nell’analisi della epidemia (non è pandemia) Covid-19, originata dal nuovo Coronavirus Sars-Cov-2, concentrandoci in questo primo articolo sugli aspetti medico-scientifici (nel secondo svilupperò invece il tema geopolitico).
Lo facciamo in compagnia del medico e ricercatore italiano Giuseppe Tritto, che ha maturato una vastissima esperienza internazionale nel campo delle nano-biotecnologie ed è presidente del World Academy of BioMedical Technologies, accademia scientifica sotto l’egida delle Nazioni Unite.

Le 2 domande chiave di partenza a cui rispondere sono: a) Sars-Cov-2 è un virus naturale o un “prodotto” di laboratorio? b) l’epidemia è cominciata in Cina, a Wuhan?
La risposta scientifica di Giuseppe Tritto alla prima questione è inequivocabile: il virus non è naturale, ma il risultato di manipolazioni di laboratorio a) di 2 coronavirus naturali, uno del pipistrello, l’altro del pangolino e b) con l’aggiunta di altri due inserti di materiale genetico non appartenente a nessuno dei 2 coronavirus di base.
La sua risposta al secondo quesito (luogo e gli autori della “fuga” del virus) non è altrettanto netta: il virus ha iniziato il suo “percorso” dal laboratorio di Wuhan, forse per errore. Ma non si può escludere che, sempre a Wuhan, sia stato diffuso da qualcun altro.

Se chi sta leggendo questo articolo è assolutamente convinto che Sars-Cov-2 sia di origine naturale e che la sua diffusione sia iniziata nel mercato di Wuhan, è meglio che passi ad altro, se è invece almeno dubbioso forse potrà trovare alcuni elementi su cui riflettere.

Naturalmente le conclusioni medico-scientifiche di Tritto sopra riportate ci proiettano immediatamente in una dimensione geopolitica, perché diventa automatico porsi diverse domande, ad esempio: quale/quali laboratori? Come e quando è/sono nati? Che finalità hanno? Chi li finanzia? Che attività svolgono? Sono controllati da istituzioni pubbliche? Ci sono interessi privati e quali?
Proverò a rispondere a questo secondo e ampio filone politico di domande nel prossimo e secondo articolo sul tema Covid-19.

Estrarrò le dichiarazioni del prof Tritto da 2 sue video-interviste, che invito a visionare integralmente: la prima (vedi sopra) è del 20 Settembre 2020 (1° anno di epidemia), dura 12 minuti ed è strutturato in 7 domande e risposte.
La seconda del 27 Dicembre 2021 (vedi sotto) – quindi posteriore al primo di oltre 1 anno – dura più di un’ora e 20 minuti ed è un’intervista aperta condotta (male) dall’analista Franco Fracassi.
In questo secondo video prof. Tritto ha ovviamente l’occasione di toccare molti più argomenti rispetto a quello precedente (ci racconta anche una parte della sua esperienza professionale, dal min. 2 al 18) e ci dice che i suoi interventi pubblici – a partire dal suo libro su Covid di agosto 2020 – sono stati richiesti “da una parte del mondo cattolico italiano” (minuto 1 h e 6 min, fa già capolino l’aspetto “politico” di Covid-19).

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2020-2022 – Il Triangolo Geopolitico è in movimento/2

Covid 19 e guerra in Ucraina, due fasi del Nuovo Ciclo Geopolitico del XXI secolo/II Parte

SINTESI DELLA PRIMA PARTELA RUSSIA DI PUTIN STA VINCENDO LA PRIMA FASE DELLA GUERRA IN CORSO, BLOCCANDO L’ADESIONE DELLA UCRAINA ALLA NATO AMERICANA. C’È PERÓ IL RISCHIO CHE SI CREI UN LOGORANTE STALLO MILITARE CHE – INSIEME ALLE SANZIONI AMERICANE – POTREBBE CREARE DIFFICOLTÀ ALLA RUSSIA E ALLA STESSA POSIZIONE DI COMANDO DI PUTIN.
ANCHE L’OBBLIGATO AVVCINAMENTO ALLA CINA – CONSEGUENZA DELLA “SPINTA” RICEVUTA DA OCCIDENTE – POTREBBE NEL MEDIO-LUNGO PERIODO
TRASFORMARSI PER MOSCA IN UNA PERICOLOSO DIPENDENZA DA PECHINO.
PER GLI STATI UNITI IL BILANCIO SI PROSPETTA CON LUCI (RUSSIA E PUTIN IN DIFFICOLTÀ, EUROPA SEMPRE PIÙ SATELITE AMERICANO) ED OMBRE (AVVICINAMENTO RUSSIA-CINA E INCERTEZZE GEOPOLITICHE PER IL DOLLARO).
PER LA CINA IL BILANCIO É POSITIVO NEL BREVE, MEDIO E LUNGO TERMINE.
Leggi la prima parte
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CONCLUSIONE – VINCE LA CINA?
Come la Nato ha circondato la Russia | Generale Russo Venaus
Sorge spontanea la domanda: ma a) SE Washington ha provocato con l’avanzata NATO/USA in prossimità dei confini russi la scontata reazione di Putin e b) SE poi la potenza del Triangolo che esce netta vincitrice geopolitica senza colpo ferire è la Cina, ma allora con la loro aggressività questi eterni Yankee si sono sparati sui piedi da soli?
A prima vista sì, ma ……. un Triangolo Geopolitico si può muovere ed evolvere in diversi modi. Vediamoli.
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2020-2022 – Il Triangolo Geopolitico è in movimento/1

Covid 19 e guerra in Ucraina, due fasi del Nuovo Ciclo Geopolitico del XXI secolo.

Joe Biden, Xi Jinping, Vladamir PutinPREMESSA

Entrambi gli eventi citati nel sottotitolo non sono avvenuti per caso, ma sono due manifestazioni della lotta espressa dal Triangolo geopolitico che si è venuto configurando negli ultimi 2 decenni. I contendenti sono i Vertici di Potere (e NON i popoli) dei seguenti Paesi:

  1. USA – Gli Stati Uniti sono una delle tre potenze mondiali e la sua egemonia sul mondo occidentale è nata con la vittoria militare della Seconda Guerra Mondiale, che è stata immediatamente seguita dall’occupazione dei vinti – Europa e Giappone – con l’istituzione della NATO (organizzazione militare sorta per la difesa dalla minaccia militare del Patto di Varsavia sovietico). Da allora gli “alleati” non hanno una loro struttura militare (parziale eccezione la Francia).
    Oggi Washington ha ancora la supremazia militare e quella finanziaria (il Dollaro) mentre ha perso quella economica.
    Il Regno Unito – rimpiazzato nella sua posizione di leader mondiale dall’America sempre 80 anni fa – ha mantenuto e tuttora ha un suo importante ruolo internazionale ed è sicuramente il principale partner dell’America.
    Intorno ai due alleati Atlantici (al centro?) ruota Israele, che su alcuni temi ha grande voce in capitolo.
    Dopo lo scioglimento della URSS nel 1991 – e quindi del Patto di Varsavia – la NATO che teoricamente doveva avviarsi almeno ad un parziale ridimensionamento è stata invece potenziata, interprete di diverse guerre “locali”, nonché di una decisa avanzata verso i confini della Russia.
    Il mondo unipolare a controllo americano che si profilava agli inizi degli anni ’90 dopo il crollo sovietico non si è tuttavia concretizzato. Anzi …..

  2. CINACreatura geo economica americana/occidentale  (capitali, tecnologia ed esperienza/knowhow delle multinazionali).
    Due date chiave: a) 1995, le autorità cinesi consentono investimenti produttivi stranieri con quote di controllo o addirittura del 100% (fino al 1995 la maggioranza doveva essere cinese) b) 2001 la Cina viene ammessa sui mercati mondiali dal WTO (Organizzazione Commercio Mondiale, a controllo americano), in forte anticipo sulla tabella di marcia. Con gli investimenti e la tecnologia delle multinazionali occidentali la Cina – immenso serbatoio di potenziali, disciplinati lavoratori – decolla rapidamente, assumendo poi attraverso un’espansione commerciale internazionale, il ruolo di centro manifatturiero mondiale e quello di Potenza finanziaria e geopolitica.
    È una economia mista pubblico-privato, simile a quella dell’Italia del dopoguerra (IRI, modello studiato dal PCC) che è da noi durato fino agli anni ’90, quando è iniziato il suo smantellamento sistematico da parte della “nostra” stessa classe “dirigente” (le decantate privatizzazioni, in questi anni stiamo vivendo con TIM, acciao, …. le fasi finali di questo scempio).

  3. RUSSIA – Un decennio dopo la caduta del Muro di Berlino, nel 1999 Putin assume il potere e nei 22 anni trascorsi, grazie ai ricavi delle esportazioni di energia del paese, ha ristrutturato le forze armate, oggi in grado di competere (quanto meno in Europa) con quelle americane.  Nell’insieme, Vladimir riporta la Russia al ruolo di interprete della geopolitica mondiale, riprendendo almeno in parte il precedente percorso imperiale e sovietico. Mantiene e consolida una strategica rete di Alleanze, che fa perno principalmente su diversi Paesi del Medio Oriente (Iran per primo). Con la nascente potenza cinese avvia un cauto disgelo, dopo una lunghissima tradizione storica non proprio amichevole.
    Quello che però Putin non riesce a fermare è l’avanzata della NATO americana verso i suoi confini.
    Interessante questa dichiarazione di Biden nel 1997, che preconizza una “vigorosa reazione” della Russia qualora la NATO dovesse estendersi agli Stati Baltici. 

  4. ALTRI – Ho già citato alcuni “interpreti” della rete di Alleanze delle 3 Potenze Mondiali.
    Qui faccio un cenno ad altre 2 particolarmente importanti. La prima è l’Arabia Saudita, ovvero il pilastro su cui si regge il Dollaro come moneta di riserva mondiale (e quindi anche la egemonia americana): qualora la famiglia Saud dovesse cominciare ad accettare altre Valute (Yuan cinese?) in pagamento del petrolio, assesterebbe un gran brutto colpo a Washington. E sembra che ci stia seriamente pensando. 
    Il secondo paese, la cui leadership potrebbe contribuire a modificare l’assetto del Triangolo è l’India. In modo più lento e meno traumatico, qualora nei prossimi anni l’India si dovesse schierare decisamente a fianco di uno dei 3 vertici, questo ne sarebbe notevolmente rafforzato.

Premessa finita, potrà sembrare lunga, ma stiamo analizzando avvenimenti che devono essere inquadrati in una prospettiva storica. 

Nel sottotitolo ho inserito anche Covid-19 come evento geopolitico. Alla fine della seconda parte di questo articolo ne farò un breve, ma molto significativo cenno, per poi eventualmente scriverne in modo specifico. Ci concentriamo invece adesso sul significato e le prospettive geopolitiche della guerra in Ucraina.
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La geopolitica e la breve vita del governo M5S/Lega – Parte Prima

Quando il Padrone Atlantico non tollera trasgressioni (in politica estera) – Parte I

Premessa

Se giudicherete questo mio articolo di stampo complottista, non so cosa potrete pensare di queste dichiarazioni di Walter Veltroni (2014), secondo cui esiste una Entità esterna che governa l’Italia e che è stata la regista di tutti gli eventi importanti a partire dalla strage di Piazza Fontana del 1969.Veltroni non è certo un pericoloso sovversivo, tutt’altro, è stato un uomo di potere che ha svolto un ruolo importante nel percorso PCI-PDS-PD e che ora vive di rendita per “i meriti” di cui si è coperto. Perché se ne è uscito con questa sparata? Qualche idea ce l’avrei, ma restiamo sul tema del mio articolo, seguendo il solco tracciato dall’obnubilato (drogato?) Walter.

Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale l’Italia, e in buona parte l’intera Europa è un (geo)protettorato militare e politico (anglo) americano.
Nei primi 45 anni di dopoguerra, periodo coincidente con l’esistenza della supposta “minaccia” Unione Sovietica, l’Europa era un mercato (MEC/CEE) in cui ogni Paese si confrontava con gli altri ad armi pari – inclusa la propria valuta -, l’economia italiana aveva una forte componente pubblica (IRI), il governo avevano le leve della politica economica e monetaria, la crescita del tenore di vita e della ricchezza era generalizzato (in tutta Europa. Sorge spontanea la provocatoria domanda: ma che bisogno c’era di creare l’Unione Monetaria?). E ci siamo affermati con successo sui principali mercati di esportazione in Europa e nel Mondo in concorrenza con Germania e Francia, diventando (1991) la quarta potenza economica mondiale. Continua la lettura

Post referendum, pensieri sparsi su vincitori e vinti. E una domanda: e adesso?

Risultati immagini per vittoria no referendum

I vincitori: gli italiani

L’alta affluenza e il (quasi) 60% di NO sono l’espressione di una grande momento di reazione della maggioranza del popolo italiano, un segnale importante – che auspicavo ma che non era per nulla scontato – che ci dice che il bombardamento mediatico del potere ha i suoi limiti, sopratutto se il suo racconto è troppo lontano o in contraddizione con le esigenze, le condizioni di vita  e le prospettive dei cittadini. 

L’opinione pubblica non ha bevuto la potente propaganda renziana, supportata dalla principale stampa, da televisioni, da opinionisti, da illustri conduttrici(Lilli) e conduttori (Vespa) e dai ricatti del mondo finanziario angloamericano, che favoleggiavano del balzo in avanti dell’Italia con un SI referendario.

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Sta succedendo qualcosa di molto strano/4 – La Banca del Giappone, l’avanguardia del futuro reset finanziario.

Giappone verso nuovi stimoli fiscaliPremessa.

Concludevo il precedente post di questa serie affermando che nel mondo intero “l’imperativo è la riduzione del debito privato e pubblico” e che, con le buone o con le cattive, ciò avverrà. Sul fronte delle auspicabili buone maniere, scrivevo: “siamo alla vigilia di interventi inusuali, che vedranno le Banche Centrali come interpreti protagoniste“.
In realtà, un “antipasto” in tal senso lo abbiamo già avuto con i salvataggi governativi post crisi 2008 del mondo finanziario americano ed europeo, via emissione di trilioni da parte delle Banche Centrali. Ma le storture della finanza selvaggia e dell’economia reale (carenza di domanda aggregata) non sono state affatto sanate e quindi 8 anni dopo ci risiamo, con una situazione decisamente peggiore rispetto al 2008  per quanto riguarda i debiti pubblici nazionali (in più si è aggiunta la crescente situazione di debito interno, e relative bolle, della Cina). In questo senso il Giappone è il paese più …. avanzato, e ciò lo rende un laboratorio da tenere sotto stretta osservazione. 

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Domenica 12 luglio, ore 10: le quotazioni della Grexit

Entro questa sera (più probabile la notte) si dovrebbero concludere sia l’Eurogruppo dei Ministri delle finanze sia i 2 vertici dei Capi di Stato e di governo della UE, il primo dei membri dell’EZ, che delibererà sull’ultima proposta del governo ellenico, il secondo dei 28 paesi UE che ha valore di facciata. E’ molto improbabile ma non escludo tuttavia anche un rinvio dell’ultimo minuto.

Sulle montagne russe di questa penosa messinscena le quotazioni degli ultimi giorni di una uscita della Grecia dall’EZ hanno avuto i seguenti andamenti: nella mia personalissima borsa Grexit, giovedì 9 luglio le probabilità di permanenza erano al 50%, venerdì 10 sono salite al 55%-60%, ieri sono tornate al 50%. Il listino è stato condizionato dal mastino tedesco Schauble che venerdì ha aperto ad una revisione delle scadenze del debito greco, ieri invece ha proposto una uscita temporanea della Grecia di 5 anni. La Merkel, è rimasta in silenzio ma al vertice di oggi dovrà uscire allo scoperto

Non mi è chiaro quali siano le regole e le procedure per le decisioni del vertice a 18, per esempio se è a maggioranza semplice o qualificata. Quello che so è che per diversi paesi (tra cui Germania e Finlandia) il capo del governo dovrà chiedere al proprio Parlamento l’approvazione della posizione assunta nell’Eurovertice. E quindi probabilmente l’incertezza permarrà anche dopo questa domenica di fuoco. 

Due cose però questa settimana mi hanno personalmente chiarito

Primo: Tsipras è Dr. Jekill-Mr.Hyde. A 3 giorni di distanza dalla schiacciante vittoria del suo No nel referendum, il suo neo-ministro delle finanze ha proposto un piano di austerità equivalente se non peggiorativo rispetto a quello richiesto dalla Troika.

Secondo: date le forze in campo, l’esito di questo importantissimo passaggio della storia europea è ridotto ad una alternativa tra una uscita temporanea della Grecia vera o presunta e tra un rabberciato, costoso ed inconcludente compromesso, che allevierebbe temporaneamente  senza risolverli i problemi di Atene 

I nodi di una (volutamente) rabberciata dis-Unione Europea, costruita per generare squilibri asimmetrici che favoriscono i più forti, stanno arrivando al pettine. Pericoloso, ma visto la direzione in cui stiamo andando (a sbattere), più aspettiamo e peggio sarà saltarci fuori.

E meglio prendere il toro per le corna. Il nostro problema è: dov’è il torero italiano?

Versione modificata delle ore 12