SINTESI – LA DATA DEL 6 LUGLIO 2018 RISCHIA DI PASSARE ALLA STORIA COME L’INIZIO DELLA I GUERRA COMMERCIALE GLOBALE (CHE SCONVOLSE IL XXI SECOLO).
SE CINA ED EUROPA RENDERANNO PAN PER FOCACCIA ALLE MOSSE DELL’AMMINISTRAZIONE TRUMP E SE NON CI SARÀ UNA RAPIDA E RECIPROCA DEESCALATION, L’INTERO MONDO SI POTREBBE TROVARE PRESTO IN UNA RECESSIONE ECONOMICA MAI VISTA PRIMA, CHE INNESCHEREBBE A SUA VOLTA UN CROLLO DA RECORD DEI MERCATI FINANZIARI.
UN ERRORE STORICO DEL FOCOSO TRUMP? FORSE, MA POTREBBE INVECE ESSERE UNA (DIABOLICA) MISSIONE A LUI AFFIDATA.
Qual’è il vero Trump: quello dell’America first e del dialogo con la Russia o quello della guerra dei dazi ad Europa e Cina?
Nei miei articoli sulla neo presidente Trump intravedevo e mi auguravo che il nuovo inquilino di Washington fosse l’interprete ed il portavoce della fazione meno oltranzista e guerrafondaia del gruppo di potere finanziario-politico di Washington. Il fronte opposto a quello rappresentato dalla Clinton.
Non certo una rivoluzione o un’opera umanitaria, più semplicemente un parziale cambio di strategia teso a rinnovare la leadership americana sancita 75 anni fa dalla vittoria della Seconda Guerra Mondiale.
Il pittoresco presidente manifesta la volontà di a) rilanciare l’economia produttiva americana (America first) e b) sul piano geopolitico ridimensionare il ruolo imperialista yankee dei suoi predecessori, anche attraverso una sorta di alleanza con la Russia. Che avrebbe anche l’effetto di contenere la Cina sul piano militare e delle risorse energetiche.
È chiaro infatti che in una lotta a 3, se due si saldano in un’alleanza mettono automaticamente in difficoltà il terzo. Lo stesso principio varrebbe se si alleassero Russia e Cina, per gli USA sarebbe un gran brutto colpo. Potrà sembrare semplicistico, ma le forze sotterranee della geopolitica sono talvolta più lineari e semplici di quello che sembra in superficie.
FDFFDF
Una strategia di realpolitik quindi, basata meno sulla forza e l’aggressività – guerre, servizi segreti, NATO, terrorismo, alleanze sporche, sanzioni, ecc. – e più sul banale buon senso (l’America con 330 milioni di abitanti non può conquistare e controllare con la forza il mondo intero), sulla diplomazia e … sopratutto sul suadente potere della finanza.
Intendo dire che il vero segnale di una eventuale alleanza USA-Russia sarebbe l’apertura di Mosca alla grande finanza americana e ad una stretta “collaborazione” tra le rispettive Banche centrali (Istituti di Emissione), a cui punta il vertice dell’Élite della Moneta occidentale di Washington. Questo sarebbe il fine ultimo di un’alleanza con la Russia di Putin.
Ora però, alla luce della prima vera bordata della guerra commerciale lanciata 2 giorni fa da Trump, alla quale la Cina ha tutta l’intenzione di rispondere, bisogna considerare un altro scenario verso il quale ci sta forse conducendo l’inquilino della Casa Bianca.
L’Ordine Mondiale USA ha più di 70 anni. E’ forse maturo per la pensione per essere sostituito dall’Ordine Mondiale del XXI secolo?
Prima di entrare nel merito dello scenario alternativo sopra citato, in questa sezione devo esplicitare schematicamente alcuni presupposti, senza i quali le mie successive valutazioni non avrebbero basi solide.
- La supremazia di Washington dopo la WWII si basava su 3 pilastri: a) dal punto di vista economico-finanziario: essere il primo apparato produttivo del mondo (non danneggiato dalla guerra), con un forte surplus commerciale e con la stragrande maggioranza delle riserve mondiali di oro b) questa supremazia economica è diventata finanziaria con la conferenza di Bretton Woods (1944) che ha sancito il dollaro come moneta per il pagamento degli scambi commerciali, e quindi riserva valutaria mondiale c) l’apparato militare più potente del mondo con il controllo diretto dell’Europa che da allora non ha più mollato (NATO).
- Di questi 3 fattori, la situazione odierna è: a) apparato produttivo marginale con bilancia commerciale da oltre 30 anni in cronico deficit, il dollaro dal 1971 non è più convertibile in oro (Nixon), per insufficienza di riserve del metallo giallo rispetto alla quantità di dollari in circolazione fuori dagli USA b) il dollaro è ancora la moneta di riserva mondiale, ma è ormai un re nudo minacciato dalla valuta della Cina, con la sua bilancia commerciale positiva ed il suo espansionismo commerciale c) l’apparato militare yankee è ancora forte, ma la Russia forse non è da meno, Cina e Russia non sono comunque conquistabili militarmente. Per quanto riguarda l’Europa, l’allargamento ad Est della rete NATO rende molto meno strategica la “vecchia Nato” che aveva il suo fulcro nella Germania (l’alternativa è il progetto Intermarium).
In poche parole la supremazia americana non è più assoluta ed è in fase di arretramento.
- La Finanza non ha Patria, l’ho già ribadito in altri scritti. L’anglo-americanità attuale del ristretto cartello occidentale della Moneta è fuori discussione, ma nel DNA della Finanza e delle Corporation industriali c’è la mobilità. Possono cambiare patria, averne più di una, ma la “vocazione finale” è averne una sola: il mondo intero.
- Nel mondo di Internet sta crescendo la consapevolezza ed il dibattito intorno al segreto di Pulcinella dell’Élite: il controllo storico della Moneta pubblica (leggi qui) del Club della Finanza, che consente a cascata il controllo degli Stati/Nazioni e delle altre leve del potere. Questo è però un grande tallone d’Achille: in un sussulto di sopravvivenza gli Stati avrebbero il potere/diritto di “cacciare l’usurpatore”
- Le crisi e le guerre servono all’Oligarchia al potere, che ne esce sempre rafforzata, muta pelle, talvolta cambia la geopolitica, ma da qualche secolo in qua il vincitore è sempre lo stesso.
- La grande Finanza privata (la stessa che nell’ombra controlla la Moneta pubblica) è ancora in stato di accusa per la crisi finanziaria del 2008. La sua immagine, nonostante controlli tutti i principali media, è pessima. A 10 anni di distanza non può permettersi di provocare una crisi analoga, anche se la nuova bolla di borsa, debito pubblico e privato è gigantesca, difficile e costosa da mantenere integra.
- Infatti la FED, il direttore d’orchestra degli Istituti di Emissione, sta centellinando come mai nella storia il rialzo dei tassi ed esita a riasssorbire le migliaia di trilioni elettronici emessi negli ultimi 10 anni: sa bene che se il processo le sfuggisse di mano determinerebbe un nuovo crash finanziario e la sua responsabilità non potrebbe essere nascosta.
- A conferma della enorme cautela dei Padroni del Denaro, ricordiamoci che tutte le altre Banche Centrali stanno mantenendo i tassi di interesse a ZERO (!!) e continuano a creare moneta dai loro computer per sussidiare il circuito finanziario privato.
- I Padroni della Moneta sono in impasse e a rischio di smascheramento della storica appropriazione indebita del potere più importante degli Stati/Nazioni.
L’Élite della Denaro è in una sorta di vicolo cieco, le farebbe molto comodo una causa esterna al sistema finanziario per provocare lo scoppio della ennesima bolla (borse, debito privato, debito pubblico) da lei proficuamente generata . E il Dollaro, pilastro del Sistema Monetario Internazionale, si sta indebolendo ed ha per la prima volta un vero rivale (lo Yuan cinese). Due bei problemi. Come risolverli?
Guerra commerciale alla Cina e all’Europa: un modo per destabilizzare il Mondo. A quali fini?
Fino a pochi mesi fa consideravo inverosimili boutade propagandistiche dello showman Donald le sue minacce di guerra dei dazi a Cina ed Europa (leggasi Germania).
Per il semplice motivo che, qualora portata fino in fondo, potrebbe trasformarsi in un micidiale boomerang per l’economia degli StatiUniti e in un harakiri del suo Presidente. Il mondo intero rischierebbe di affondere in pochi mesi in una depressione economica – causando anche il crollo dei mercati finanziari – di una portata tale che le conseguenze economiche e sociali della crisi della finanza speculativa di Wall Street del 2008 sembrerebbero delle bazzeccole.
Anziché “America first” sarebbe “Muoia Sansone con tutti i Filistei”. Ha delle valide ragioni il Nostro a scatenare questa guerra nei confronti di Cina e UE? Sembra di sì, ma se alla fine perdono tutti, non è meglio negoziare?
In ogni caso, visto che Donald ha dato fuco alle polveri, mi sono domandato: ma …. non è che la Recessione Mondiale causata dall’improvvido Trump creerebbe anche le premesse per il succitato riassetto dei Mercati e del Sistema Monetario mondiale? Sul come ciò possa avvenire ho immaginato quindi quanto segue.
1) La Finanza salvifica degli Istituti di Emissione entra in azione
Nella sequenza guerra dei dazi-crisi economica-crisi finanziaria, il mondo bancario uscirebbe “pulito”, non colpevole, anzi vittima.
Non solo, ma gli Istituti di Emissione/Banche Centrali sarebbero i salvatori della patria: nel loro ruolo di “prestatori di ultima istanza (termine ipocrita per non dire “creatori di denaro elettronico dal nulla”) sarebbero in prima linea a mo’ di pompieri per effettuare cancellazioni di debito pubblico, salvataggi di imprese industriali e di istituzioni finanziarie private, indirettamente quindi anche dei risparmi delle famiglie.
Sarebbe un salto di qualità dell’immagine degli IdE, l’opinione pubblica presterebbe ben poco orecchio a chi osasse mettere in discussione la loro autorevolezza ed autorità.
Va da sè che anche il club delle banche private Too Big To Fail ne uscirebbe rafforzato attraverso il sostegno degli IdE e pronto per ripartire per un nuovo ciclo.
2) L’alba del Nuovo Ordine Monetario Globale del XXI secolo.
In questo scenario estremo, la depressione da Guerra Mondiale Commerciale sarebbe un evento talmente violento e globale che metterebbe in discussione le fondamenta e le regole dell’economia e della finanza come le conosciamo da 75 anni. Ecco cosa potrebbe quindi succedere.
- Sotto la spinta di USA e Cina, tutti i Grandi del pianeta concordano che occorrono nuove regole e istituzioni economiche e monetarie in grado di coordinare e prevenire collassi globali. L’ordine mondiale basato esclusivamente sul dollaro ha fatto il suo tempo, deve essere riformato.
- Le istituzioni che verrebero incaricate di studiare il nuovo assetto esistono già: Fondo Monetario Internazionale, BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali il consesso delle Banche Centrali) sono tra i principali ed in entrambi i casi anche Cina e Russia ne sono da tempo membri.
- In particolare presso il FMI esiste dal 1969 una simulacro di moneta elettronica mondiale, finora quasi inutilizzato, denominato Diritti Speciali di Prelievo, un mix di Dollari, Euro, Yen e Sterline e …. da fine 2016 Yuan cinesi!
- La proposta dell’inglese Keynes di un paniere di valute, denominato Bancor, come moneta per il commercio mondiale fu già dibattuto a Bretton Woods nel 1944 ma venne rigettata dagli americani che puntarono con successo ad imporre invece il dollaro, al posto della sterlina, come mezzo di pagamento internazionale e unica valuta convertibile in oro (non lo è più dal 1971). E gli altri paesi (anche Churchill) si dovettero inchinare di fronte ai vincitori della WWII.
- Rispetto a Bretton Woods i rapporti di forza tra gli USA e gli altri attori geopolitici sono molto meno favorevoli a Washington. Per tutti i motivi elencati nella sezione precedente, all’Élite occidentale conviene almeno cominciare a configurare un nuovo sistema monetario, la cui patria sia il mondo e non più una nazione, il binomio Dollaro/USA non regge (o non reggerà) più.
- Il nuovo Paniere Mondiale della Moneta ha un predecessore illustre: l’Euro/BCE del 1998 (mettete al posto della BCE il FMI o la BRI), preceduto e rodato dallo SME (Sistema Monetario Europeo, 1979-1998), a sua volta anticpato di poco dall’unità di conto ECU.
Il mercato valutario dei cambi rientrerebbe nella sfera di influenza del FMI/BRI e dovrà essere inizialmente flessibile (vedi esperienza SME), sotto l’egemonia delle coppia Dollaro-Yuan: in analogia all’Euro, sarebbero i più forti a dettar legge, leggasi USA e Cina (al posto di Germania nel caso europeo).
La moneta sarebbe FIAT (senza obbligo di riserva reale di valore, come è già dal 1971) e prevalentemente (80-90%) di natura elettronica, marginalmente cartacea e metallica.
E Trump (trump in inglese significa anche jolly …..)? In questa ardita ipotesi apparirebbe come «l’inconsapevole utile idiota» che, partendo dal buon intento di difendere e rilanciare la produzione made in USA, fornisce all’Élite occidentale l’assist per 1) uscire dal cul de sac in cui si trova e 2) riposizionarsi strategicamente mediante un’alleanza con l’oligarchia di Potere della Cina.
É chiaro che The Donald si sacrifcherebbe rendendo alquanto dubbia la sua conferma nel 2020. Ma avrebbe comunque compiuto la sua missione e conquistato la riconoscenza di chi conta.
Considerazioni conclusive e qualche obiezione … al Prof.
Quindi quella dei dazi sarebbe una finta guerra alla Cina per spartirsi invece il mondo con lei? Sì, tutta questa sbrodolata si riassume in una ipotesi di alleanza della Élite Occidentale con quella della Cina. Ci sono “segnali” in tal senso? Eccone alcuni
A) Sono stati i presidenti americani da Nixon (anni 70, assistito da Kissinger) in avanti che hanno spianato la strada per la lunga marcia cinese nell’orbita occidentale: investimenti delle multinazionali che hanno creato il miracolo economico cinese, ammissione nel commercio mondiale del WTO, adesione alla BRI e alle valute del FMI B) Così come l’Élite occidentale della Moneta è composto da un paio di secoli da un ristretto gruppo di storiche famiglie saldate tra loro da inestricabili intrecci di partecipazioni societarie e matrimoni d’élite, il Potere in Cina è accentrato e duraturo in stile dinastico, il suo giovane capo Xi Jinping è stato appena nominato leader a vita. C) L’imperatore Xi Jinping ha nominato in marzo il nuovo Governatore della Banca del Popolo della Cina, un personaggio 6oenne di formazione occidentale, che ha partecipato in passato alla Conferenza di Davos.
A fronte di questi (ed altri) segnali ci sono però delle obiezioni.
Obiezione n. 1 – Ma allora: alleanza con la Russia di Putin o con la Cina di Xin Jinping? Questa obiezione è debole. Una vera mente strategica non si affida ad una sola opzione, è “indifferente” che nasca prima il patto con la Russia o con la Cina, l’escluso sarà “obbligato” a seguire l’onda. Perseguire le due vie mette pressione ad entrambi gli avversari. Obiezione respinta
Obiezione n. 2 – Trump accetta il ruolo del fesso? Qui effettivamente i dubbi sono più forti, la sua megalomania fa a pugni con la debacle storica di una presidenza nata sotto l’etichetta “America first” e naufragata nel primo mandato di 4 anni (Donald rinvia il terremoto mondiale al secondo mandato?). Obiezione accolta.
Obiezione n. 3 – La Cina si può permettere una recessione? É vero che assumere la leadership mondiale in condominio con l’Oligarchia occidentale sarebbe un enorme successo, ma quali costi economico-sociali avrebbe una (la prima) profonda crisi economica per l’Élite di Pechino? Obiezione molto fondata e accolta.
Tutto sommato, questo percorso estremo per creare il nuovo Sistema Monetario Globale sembra un po’ forzato e prematuro. Stiamo a vedere se effettivamente nei prossimi mesi entrambi i fronti porteranno avanti fino in fondo l’escalation della Guerra Mondiale dei Dazi o se invece, ai primi seri danni economici le parti non addiverranno ad un tavolo negoziale e forse è proprio questo l’intento di Trump.
In questa versione relativamente meno traumatica, la bolla dei mercati finanziari continuerebbe a galleggiare, sostenuta dall’azione concertata delle Banche Centrali (tecnicamente è possibile, è proprio quello che stanno facendo da alcuni anni).
Le montagne russe della geopolitica. Se le ultime battute sono tranquillizzanti, adesso vi porto sulle montagne russe della geopolitica. Le variabili sono numerose.
Cosa ne pensate ad esempio di una Guerra Mondiale non più Commerciale ma Nucleare, probabilmente tra le opzioni strategiche della fazione più estrema dell’Élite, dato che conta così di poter poi plasmare il Mondo post nucleare?
Oppure, ipotesi non cruenta e che resta nei confini della politica: ma chi l’ha detto che la Cina (o la Russia) sia proprio un monolite e non abbia tensioni interne che la possano indebolire (magari favorite dai servizi segreti occidentali).
Oppure che la rete di investimenti cinesi all’estero (La via della seta) e l’espansionismo commerciale di Pechino non trovi ostacoli inattesi (ricordate l’ascesa inarrestabile del Giappone degli anni 80?) ?
O infine, ipotesi di pericolosità intermedia: non è che la scintilla che toglie la castagna dal fuoco della responsabilità della bolla finanziaria verrà dall’implosione della (Dis)Unione Europea, considerata dal nostro Donald obsoleta e troppo pro-Germania? Magari innescando la bombetta Deustche Bank US?
Il progetto di investimenti cinese “one belt one road” Lo scenario degli scenari – In mezzo a tanti scenari e sotto-scenari probabilistici, io mi tengo una sola certezza: che la marcia secolare a tappe dell’Élite Occidentale della Moneta punta al Governo Mondiale, costi quel che costi. Fermarla non è impossibile, ma sarà dura. E allora intanto “godiamoci” lo spettacolo – sperando si riveli tale – della Guerra dei Dazi.
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