Covid-19, settimane storiche per il nostro futuro – II Parte

La U€ teutonica partorirà un topo(lino) e il governo Conte-M5S-PD non romperà i ponti. A meno che Macron e Trump …….

conte merkel SINTESI DELLA PRIMA PARTE – L’epidemia Covid-19 – dai risvolti tutti ancora da capire – sta sconvolgendo l’economia reale e il castello di carta finanziario del mondo intero. Le potenziali devastanti conseguenze per le popolazioni vanno contrastate e contenute con interventi “straordinari” di politica economica e finanziaria da parte dei governi, che sono realizzabili appieno solo con il decisivo contributo degli IdE-Istituti di Emissione della Moneta (Banche Centrali). Oltre all’utilizzo delle “tradizionali” esistenti fonti di liquidità (per chi le ha), servono infatti nuove risorse finanziarie che devono rapidamente arrivare anche alle  famiglie e alle imprese, senza vincoli e a costo zero. Il canale del sistema bancario privato non può risolvere il problema. Dobbiamo evitare fallimenti a catena, disgregazione del tessuto produttivo e un livello di disoccupazione e miseria che il mondo intero non conosce dai tempi della crisi del 1929, o dai momenti di guerra.
Alcuni tra i più importanti governi del mondo, con il supporto dei loro IdE, si sono decisamente avviati sul giusto percorso. L’Europa è in stallo, bloccata dibattito su MES ed Eurobond. Nell’Euroconsiglio di martedì 7 aprile la €uroGermania si pronuncierà.
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Covid-19, settimane storiche per il nostro futuro – I Parte

I risvolti del ciclone Covid-19 per l’Europa e l’Italia – Parte prima: lo scenario di fondo

Ecco chi ha in mano il nostro destino ……. Merkel voices caution and optimism on Boris and Brexit at EU ...Non intendo scrivere qui del Covid-19 in senso generale*, ma desidero concentrarmi sulle fonti di finanziamento degli interventi necessari per fronteggiare le sue inevitabili e violente conseguenze sociali, economiche e finanziarie.
Diciamo subito che il “che fare” dipenderà in prima battuta dal grado di trasgressione che la Germania consentirà delle regole della Unione (sic!) €uropea di prevalente marca ….. tedesca. L’impresa è ardua e infatti il tentativo di settimana scorsa di definire una linea comune si è concluso con il fallimento del Consiglio europeo. Siamo quindi tutti in attesa della sentenza di frau Merkel & C. prevista per settimana prossima. Nel frattempo, per stare dalla parte del sicuro, il governo di Berlino ha già adottato suoi interventi di carattere straordinario, grazie alle abbondanti risorse accumulate nei 20 anni di €uroZona.
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Trump si appresta a fare l’utile idiota al servizio dell’Elite?

SINTESI – LA DATA DEL 6 LUGLIO 2018 RISCHIA DI PASSARE ALLA STORIA COME L’INIZIO DELLA I GUERRA COMMERCIALE GLOBALE (CHE SCONVOLSE IL XXI SECOLO).
SE CINA ED EUROPA RENDERANNO PAN PER FOCACCIA ALLE MOSSE DELL’AMMINISTRAZIONE TRUMP E SE NON CI SARÀ UNA RAPIDA E RECIPROCA DEESCALATION, L’INTERO MONDO SI POTREBBE TROVARE PRESTO IN UNA RECESSIONE ECONOMICA MAI VISTA PRIMA, CHE INNESCHEREBBE A SUA VOLTA UN CROLLO DA RECORD DEI MERCATI FINANZIARI.
UN ERRORE STORICO DEL FOCOSO TRUMP? FORSE, MA POTREBBE INVECE ESSERE UNA (DIABOLICA) MISSIONE A LUI AFFIDATA.

Qual’è il vero Trump: quello dell’America first e del dialogo con la Russia o quello della guerra dei dazi ad Europa e Cina?

Nei miei articoli sulla neo presidente Trump intravedevo e mi auguravo che il nuovo inquilino di Washington fosse l’interprete ed il portavoce della fazione meno oltranzista e guerrafondaia del gruppo di potere finanziario-politico di Washington. Il fronte opposto a quello rappresentato dalla Clinton.

Non certo una rivoluzione o un’opera umanitaria, più semplicemente un parziale cambio di strategia teso a rinnovare la leadership americana sancita 75 anni fa dalla vittoria della Seconda Guerra Mondiale.

Il pittoresco presidente manifesta la volontà di a) rilanciare l’economia produttiva americana (America first) e b) sul piano geopolitico ridimensionare il ruolo imperialista yankee dei suoi predecessori, anche attraverso una sorta di alleanza con la Russia. Che avrebbe anche l’effetto di contenere la Cina sul piano militare e delle risorse energetiche.

È chiaro infatti che in una lotta a 3, se due si saldano in un’alleanza mettono automaticamente in difficoltà il terzo. Lo stesso principio varrebbe se si alleassero Russia e Cina, per gli USA sarebbe un gran brutto colpo. Potrà sembrare semplicistico, ma le forze sotterranee della geopolitica sono talvolta più lineari e semplici di quello che sembra in superficie. Continua a leggere

Un po’ di storia sull’Elite invisibile del Mondo Occidentale.

Come nasce storicamente il controllo della Moneta di Stato da parte della Finanza Privata

Negli ultimi articoli che ho pubblicato, sostengo la tesi – certamente non originale ma che cerco di studiare e documentare – secondo la quale il nucleo di potere del mondo occidentale sarebbe composto da un ristretto numero di famiglie/dinastie finanziarie, che hanno il controllo della Moneta di Stato, oltreché naturalmente quello del sistema bancario. Si tratta di un processo storico secolare, che risale addirittura al periodo medioevale e che vede il suo graduale consolidamento tra il 18° e 20° secolo. Questo articolo è un tassello che aggiungo al mio personale puzzle della struttura del Potere Occidentale.

Pietro Ratto ha condotto una indagine approfondita della storia della dinastia che sembra essere al vertice della Élite del Denaro – quella dei Rothschild – ricostruendone il percorso dalla nascita (circa metà del 1700) fino alla prima parte del 1900. Nel corso dell’ultimo secolo invece il nome Rothschild (come pure quello delle altre grandi famiglie della finanza) scompare dietro un muro di società, incroci azionari, società di comodo, trust, paradisi fiscali, matrimoni d’interesse, ecc. Ma lascio la parola a lui.

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Il Grande Inganno della Élite della Moneta.

Il potere dello Stato di creare Moneta (nelle mani della Finanza Privata) e i suoi risvolti sul Debito Pubblico

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Questo articolo è un fuori programma che si inserisce comunque all’interno della serie sulla “Élite mondiale del XXI secolo” (qui e qui). È un approfondimento sulla principale arma sotto il controllo da lungo tempo del vertice di potere del mondo occidentale: la CREAZIONE di Moneta delle Banche Centrali (Istituti di Emissione), istituzioni teoricamente PUBBLICHE ma in realtà – e sin dalle loro origine storiche – sotto il controllo della FINANZA PRIVATA (ne ho accennato nel precedente articolo “L’identikit dell’Élite). Si tratta del più Grande Inganno della storia degli ultimi 5-6 secoli.

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Il video intervista a Giovanni Zibordi.

Mi ha dato lo spunto per questo “fuori programma” la visione di un video nel quale Giovanni Zibordi – analista ed operatore di mercati finanziari – sostiene che il debito pubblico di un paese acquistato e detenuto dalla propria Banca Centrale NON è più debito pubblico, perché debitore e creditore corrispondono. E questo è un dato di fatto incontestabile, tenuto opportunamente nell’ombra da esperti, mass media e politici.

Ma Zibordi aggiunge qualcosa che non sapevo: il governo britannico di sua Maestà applica con coerenza questo principio contabile nel suo bilancio annuale, nel quale l’ammontare del debito pubblico è considerevolmente inferiore a quello di tutte le statistiche ufficiali (FMI, Ocse, UE, ecc.), perché è stato correttamente ridotto della quota acquistata dalla Bank of England, che è teoricamente ancora lo Stato.

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L’identikit dell’Elite mondiale del XXI secolo.

Ovvero perché il Mondo è a rischio/Parte seconda

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SOMMARIO: INTRODUZIONE – COSA NON È L’ÉLITE – L’ÉLITE OCCIDENTALE ATLANTICA – GLI AVVERSARI DELL’ÉLITE ATLANTICA

INTRODUZIONE

In questo secondo post sulla Élite proveremo a delinearne il profilo: si tratta di un aggregato complesso nel quale nomi e cognomi contano, ne farò alcuni, ma non sono fondamentali, quelli passano e l’Élite si perpetua nei decenni. (Consiglio la lettura del primo articolo che, oltre ad essere breve, anticipa mie azzardate previsioni per questo bollente 2018, che saranno messe alla dura prova dei fatti in pieno svolgimento)

Mettere a fuoco il profilo del sistema di Potere significa soprattutto individuarne la struttura, l’agenda, le regole del gioco e i punti di forza/debolezza. Indirettamente ciò ci suggerirà anche quali sono le variabili sulle quali è teoricamente necessario intervenire per modificare e rendere più equo e stabile il “modello” di organizzazione sociale occidentale, e ormai prevalente sul nostro pianeta (vi includo infatti le “varianti” Cina e Russia, prossimamente India): il Capitalismo Oligopolistico, a prevalenza finanziaria, fatto passare come una società Democratica e Liberale dalle istituzioni culturali e dai mezzi di informazione controllati … dal vertice di Potere.

Mi rendo conto che sto implicitamente suggerendo che sia possibile un miglioramento, una riforma del capitalismo moderno, tema troppo ampio per essere qui sviluppato.
Una premessa in tal senso voglio però esprimerla: una riforma per via pacifica e politica – possibile anche se poco probabile – può avvenire solo a condizione che si verifichi una vasta (non significa totale) presa di coscienza popolare del fatto che dietro la maschera della Democrazia si nasconde un sistema di potere forse ancor più squilibrato – in relazione alle rispettive fasi storiche, culturali ed economiche – di quello del periodo medioevale (anche questa affermazione richiederebbe un approfondimento).

Ma iniziamo il nostro percorso con un primo passaggio …. in negativo, ovvero cosa NON è l’Élite. Ci serve per sgomberare il campo da diversi possibili equivoci. Continua a leggere

“Strana” coincidenza tra avvio Euro e Boom Germania

Due grafici che non ammettono replica: L’Euro è l’asso nella manica (il trucco) della Germania nel Mondo intero.

GRAFICO n. 1 – Il deficit commerciale della Germania diventa un surplus (current account surplus) subito dopo l’introduzione dell’Euro (1999). Poi decolla e batte prima il Giappone e poi anche la Cina. Deutschland über alles!

GRAFICO n. 2 – Surplus commerciale tedesco= 8% del Pil nel 2016, in infrazione delle regole (????) europee (????). Alla Totò: “Ma mi faccia il piacere …”

Grafici dedicati a chi crede nella favola dell”Europa dei Popoli” di oggi.

Fonte dei grafici: Quartz (Germany is playing a dangerous game on trade)


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Il piano (serio) di Marine Le Pen per uscire dall’Euro

Recupero della sovranità monetaria e della politica economica nazionale, i due pilastri della Frexit lepenista.

In un recente articolo apparso su Bloomberg.coml’articolista Helene Fouqet riporta le dichiarazioni espressa domenica scorsa da Bernard Monot, consigliere economico di Marine Le Pen, a margine del raduno di Lione organizzato per il lancio ufficiale della campagna elettorale presidenziale.

Sono dichiarazioni fondamentali in quanto riguardano a) le modalità di reintroduzione di una moneta francese, b) come gestire il debito pubblico e c) l’approccio della nuova politica economica pubblica.

Il consigliere economico – che è alla testa di una squadra di lavoro di esperti – è consapevole dei rischi del periodo di transizione di una uscita dall’euro e sostiene di avere anche in cantiere un piano di emergenza, nel caso si manifestasse una violenta crisi.

Quanto rivela Bernard Monot è contenuto (in modo più generico) nei 144 punti del programma presidenziale di Marine Le Pen, disponibile on line. Il primo impegno – più simile ad una dichiarazione di intenti – che si assume la candidata francese recita così.

Recuperare la nostra libertà e il controllo del nostro destino, restituendo al popolo francese la sua sovranità (monetaria, legislativa, territoriale, economica).
A tal fine, sarà avviata una negoziazione con i nostri partner europei seguita da un referendum sulla nostra appartenenza alla Unione europea. L’obbiettivo  è l’attuazione di un progetto europeo rispettoso dell’indipendenza della Francia, delle sovranità nazionali e che serva gli interessi dei popoli.

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Le panzane sull’Eurouscita/1 – Svalutazione ed Inflazione, il caso Brexit

La propaganda dei media di regime: “Se usciamo dall’Euro, la svalutazione e l’inflazione esploderanno.” Vero o falso?

Sondaggio Demopolis per Ottoemezzo, desiderio di uscita dall'Euro.

L’Euro non è una moneta ma una forzatura economica e finanziaria, espressione di una volontà politica di vertice. E’ un “semplice” blocco dei cambi (ai valori del 31 dicembre 1998) delle valute di paesi con storia, economie e culture diverse.

CambioFissoEuro è una forzatura perché non è stato preceduto – e non sarà mai seguito – dalla costituzione di una Europa Federale, cioè una unione politica che prevede, tra le molte cose assenti nella attuale (Dis)Unione euroepa, solidarietà e corresponsabilità interna nonché nei confronti del resto del mondo. L’ultima cosa al mondo che la Germania vuole.

Di conseguenza una moneta unica priva di uno Stato Federale alle spalle è troppo forte e penalizza i paesi “più deboli” (banalizzo) ed è troppo debole e premiante per i paesi “più forti” (ribanalizzo), senza alcun fattore di bilanciamento. E lo sta facendo da più di 18 anni, per cui l’accumulo delle distorsioni e delle tensioni sta arrivando a livelli insostenibili. E’ probabile che qualcosa succeda, ma non è questo il tema che qui ci interessa.

Ciò premesso, la risposta alla domanda posta nel sottotitolo è: se usciamo dall’Euro (o se nascono due Euro, uno di serie A e uno di serie B), SI’ la nuova moneta “italiana” si svaluterebbe (15-20%) , NO l’inflazione non esploderebbe, ne risentirebbe solo in piccola parte.

Se volete affrontare il tema in modo razionale e non emotivo o per sentito dire (giornali e televisioni) allora questo articolo vi può interessare. Abbiamo per nostra fortuna la disponibilità di Banche Dati di istituzioni internazionali a cui affidarsi, che documentano gli avvenimenti economici della maggior parte dei paesi del Mondo da una cinquantina d’anni. Non chiacchiere o interpretazioni emotive, ma dati e fatti.

La storia economica ci presenta decine e decine di intense svalutazioni/rivalutazioni avvenute nei più svariati paesi, con i relativi dati sull’inflazione. Alcune tuttora in corso (come il nostro caso Brexit), altre nuove si manifesteranno nel futuro. Si chiama legge del Mercato Valutario e non si fermerà mai, a meno che il mondo capitalista non si suicidi e si trasformi in … economia pianificata.

In questo articolo analizzeremo il caso post Brexit, che come sapete è in corso da circa 6 mesi ed è quindi solo ai suoi inizi, motivo per cui lo seguirò ed aggiornerò nel corso del 2017 e degli anni successivi. In un prossimo post presenterò invece casi di svalutazioni/inflazione più ampi e più datati che riguardano l’Italia, l’Europa, Stati Uniti e Giappone.

Questo articolo è composto da due sezioni: nella prima vedremo a) cosa è successo alla Sterlina e all’inflazione nel paese di Sua Maestà tra giugno e dicembre 2016 e b) le previsioni per i prossimi anni, sempre per la Gran Bretagna, di prestigiosi istituti internazionali; nella seconda sezione daremo una interpretazione di quanto successo, individuando i fattori esplicativi chiave, che hanno peraltro un valore di carattere generale e non limitato alla Brexit.

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