Il primo tempo delle elezioni francesi

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Ci siamo, domani domenica 23 aprile i francesi votano per il primo turno delle elezioni presidenziali, il secondo e decisivo seguirà il 7 maggio. Non sono in grado di formulare delle previsioni e ritengo inattendibili i sondaggi ufficiali. Non ho la sfera di cristallo (beato chi ce l’ha …), ma le mie preferenze quelle sì le ho, quindi esprimo il mio desiderio/augurio.

Spero che vinca la Le Pen.

Ho già scritto qui cosa penso del programma politico di Marine Le Pen, inclusi i punti su cui non sono d’accordo, nonostante i quali la considero, nel caso vincesse, una possibile via di uscita dalla deriva che il Vecchio Continente ha imboccato da 25 anni, e che ha la sua radice storica nella vittoria della seconda guerra mondiale (e la conseguente conquista dell’Europa) da parte degli anglo-americani. Ritornerò tra poco su questa prospettiva storica.

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Restando per ora sul dibattito presidenziale e le scelte che si offrono agli elettori francesi, il quadro sembra estremamente confuso, con addirittura 4 candidati che, secondo i sondaggi, se la potrebbero giocare.
Nel giro degli ultimi 2 mesi infatti si sono aggiunti ai 2 candidati in pista (Marine Le Pen e François Fillon) 2 inattesi concorrenti (Macron e Mélanchon). La sensazione che di fatto si tratti di un 3 contro 1 (Le Pen) è in me forte.

Molto significativa è l’incredibile ascesa (sempre nei sondaggi ..) del candidato della sinistra Jean-Luc Mélenchon, il cui programma rilancia molti temi che le sinistre europee hanno messo da parte negli ultimi decenni (sopratutto quelle economiche, tipo riduzione orario di lavoro, abbassamento età pensionabile, ecc.).

Ma sono prevalentemente specchietti per le allodole, come le promesse di Tsipras. Mélenchon si inserisce a pieno titolo nell’ingloriosa e traditrice storia della sinistra europea, non nel senso di non aver attuato l’utopistica e astorica (per l’Europa) rivoluzione comunista, ma di essere gradualmente passata a salvaguardare e rafforzare gli interessi della rete di potere locale e globalista, finanza in testa. A scapito naturalmente delle masse e, più recentemente, anche delle classi medie.

Sull’Euro e la UE/NATO Mélenchon fa finta di alzare la voce ed anche sull’immigrazione è lontano dalle posizioni della Le Pen. La sua missione, con le sue insostenibili promesse economiche (queste sì populiste), mi sembra quella di togliere voti popolari alla Le Pen, nella speranza che non riesca a superare il voto delle primarie di domani. Tuttavia proprio l’aumento di popolarità di Mélanchon conferma che il disagio e la protesta del popolo francese, cioé la base dell’ascesa del Front National di Marine, è decisamente forte.

Augurando che le votazioni avvengano senza attentati o incidenti, non ci resta che attendere l’esito dell’imminente voto delle primarie, che potrà dire molto anche sull’effettivo orientamento degli elettori francesi. Ne riparleremo presto. Quello che mi sento di dire adesso, consapevole di esprimere più una sensazione che non una previsione, è: il risultato che mi sembra più probabile è che la Le Pen superi bene le primarie, ma molto difficilmente vincerà le “secondarie” diventando Presidente (nonostante io me lo auguri).

De Gaulle e la rottura storica del programma di Marine Le Pen.

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Il Presidente francese Charles De Gaulle fu l’unico vero oppositore del piano anglo americano del dopoguerra per l’affermazione di una classe politica filo atlantista che approvasse velocemente nel dopoguerra le istituzioni la cui funzione era il controllo dell’Europa: la NATO  del 1949 , il Trattato di Roma del 1957 per la fondazione della CEE (completò l’opera negli anni ’90 l’Unione Monetaria Europea/BCE affidata alla Germania riunificata, ma sempre sotto tutela militare).

Alla versione atlantica del Vecchio Continente (NATO sta per North Atlantic Treaty Organization, con riferimento alle sponde atlantiche di USA, Gran Bretagna ed Europa) che vede la supremazia americana, De Gaulle opponeva il disegno di una Europa da Lisbona a Vladivostock, una Confederazione Eurasiatica che coagulasse i paesi europei e la Russia, nel rispetto della millenaria storia, delle cultura e delle sovranità dei numerosi popoli di questa parte del mondo.

Risultati immagini per francia unione europeaEra una visione storica di lungo periodo in contrapposizione alla visione di potere di breve periodo degli anglo-americani che, con tutta evidenza, ha prevalso. Fino agli anni ’90 il ciclo storico mondiale ha consentito per 45 anni all’Europa anglo americana di crescere con regole uniformi ed equilibrate.
Ma da 25 anni circa non è più così, il salto di qualità della globalizzazione asiatica, voluta e pilotata dalla finanza anglo americana, ha messo in difficoltà il Vecchio Continente nel suo insieme, con l’ulteriore aggravante per la maggior parte dei paesi europei (con l’Italia in testa) della moneta unica introdotta nel 1999, una valuta troppo forte per loro: MezzoMarcoEuro/BCE è uno strumento di dominio economico e politico concesso alla Germania dal padrone americano (contropartita/imposizione: alla larga dalla Russia! Anzi rafforziamo il fronte orientale NATO!).
Ed anche su questo fronte i controllati mezzi di informazione falsificano la realtà, decantando la pretesa superiorità del modello tedesco e l’inferiorità dei paesi periferici, i maialini. Togliete l’Euro alla Germania e tornerà come era negli anni 90 prima dell’Euro, un paese in difficoltà perché con la riunificazione si è ritrovata con il suo “Sud” da finanziare (60-70 miliardi di euro all’anno di tasse pagate dall’Ovest che prendono la via dell’Est).

Conclusione

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L’UE/NATO è gradualmente diventata nel corso degli ultimi 25 anni, in particolare con l’inserimento dei paesi ex Unione Sovietica, la piattaforma logistica per la proiezione anglo americana sulla Russia, il Medio Oriente e il Continente Asiatico. Due paesi/isole (Gran Bretagna e Stati Uniti) con meno di 400 milioni di abitanti protesi verso il controllo degli altri 7 miliardi  con l’epicentro decisivo nell’Asia continentale (leggi Terra contro mare di Federico Dezzani) : questa è la partita in cui gli europei, i francesi e gli italiani sono da 70 anni, pedine da muovere sullo scacchiere mondiale.

Se la Le Pen dovesse diventare Presidente della “pedina Francia” e tenesse fede al suo programma, il nostro vicino transalpino potrebbe far saltare il banco euro-atlantico. In questo caso c’è da scommettere che gli anglo americani ed Israele farebbero il diavolo a quattro per impedirlo, ricorrendo a tutti i mezzi (servizi segreti/terrorismo in testa), come ormai è abitudine in Medio Oriente e nella Francia stessa. Ma non voliamo troppo alto, attendiamo l’esito delle primarie.

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Napolitano euro economista preveggente, presidente accondiscendente  (02-10-2013)

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