Il rilancio del Super Stato Europeo/Terza parte – L’impronta storica anti democratica della Europa Atlantica targata CIA

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CIA-UE, solo una tappa della strategia secolare americana per l’egemonia mondiale

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Più scavo alla ricerca della vera storia della seconda metà del XX secolo – i cui sviluppi sono in pieno svolgimento nella nostra vita collettiva, familiare ed individuale – più trovo reperti sepolti sotto una montagna di omissioni, menzogne, capovolgimenti di fatti (che parte dai libri di scuola e si propaga in tutta la macchina propagandistica politico-mediatica). E più m’incazzo. E’ ovvio che scoprire e capire mi dà anche soddisfazione, talvolta mi appassiona, ma sta diventando prevalente in me il senso di rabbia, con un misto di nausea.
Una parte consistente di questa mia reazione è dovuta al fatto che quello che scopro non è affatto di difficile comprensione, ma lo diventa in quanto stratificazione semi secolare di avvenimenti tenuti nascosti, o travisati e raccontati con abile manipolazione e retorica.
E’ la storia del secolo scorso, che vede avvenire il cruciale cambio della guardia nell’egemonia mondiale dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti, con il Vecchio Continente che diventa una sorta di protettorato militare e politico americano (con la Germania futura capo bastone). Nel XX secolo nasce inoltre Israele come attore geopolitico, nasce e declina l’Unione Sovietica a cui fa seguito la Russia oligarchica, in concomitanza temporale con il decollo del capitalismo di stato della Cina, che assurge al ruolo di nuovo rivale geopolitico dell’America. Il XX è stato un secolo nel quale la storia ha decisamente accelerato. 

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Non ho menzionato il mondo arabo e islamico, perché a mio parere è più terreno di scontro geo politico che non attore, non è un fronte compatto, ma un ibrido con “alleanze” variabili fra loro contrapposte, a loro volta rivali o alleate dell’America.
In quel variegato mondo Washington (nell’interesse anche di Israele) applica prevalentemente la strategia della destabilizzazione e della frammentazione, nell’ambito della quale non si fa scrupolo di alimentare ed utilizzare – anche tramite alleati locali – il terrorismo islamico, che si proietta poi anche in USA ed in Europa.
Anche l’emigrazione, fenomeno che caratterizza l’intera storia dell’umanità sulla terra, ha assunto forti connotazioni geo politiche “moderne” in conseguenza dell’aggressività occidentale a guida americana degli ultimi 15 anni nei confronti del mondo islamico e nord-africano.

Nell’ascesa degli USA a potenza egemone si inserisce a pieno titolo la storia del Vecchio Continente dal dopoguerra ad oggi, a partire dalla prima tappa che prendo in esame in questo post e che va in scena nella quindicina d’anni successiva alla fine della guerra.
E’ in questo arco temporale nel quale infatti viene modellato il futuro protettorato americano che va oggi sotto la doppiamente ipocrita denominazione di Unione Europea, perché 1) non unisce affatto i popoli europei e 2) chi comanda sono Washington e, in subordine, la Germania.
In quella fase l’Europa era uscita dal secondo conflitto mondiale con le ossa rotte ed era diventata quindi essa stessa il decisivo oggetto di conquista per la supremazia mondiale. Questo è stato il fantastico risultato del secondo fallito tentativo tedesco di conquista della supremazia continentale in 30 anni.
Il tuffo nel passato che qui propongo non è quindi un reperto storico, ma una istruttiva (almeno per me) ricostruzione dell’avvio di un progressivo processo di controllo politico, finanziario e militare da parte americana, che – sotto la maschera di “alleati” – vuole i paesi europei subalterni, fedeli e a sovranità limitata. L’Europa del XXI secolo è una piattaforma americana di pressione e di attacco sui decisivi scenari asiatici.
Ed è all’incirca tra il 1945 e la fine degli anni’50 che l’America costruisce le solide fondamenta di una Europa nella sua interessata versione atlantica.

I 15 anni che forgiarono l’Europa atlantica di oggi. Una istituzione nata in modo NON democratico.

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In teoria non c’era nulla di male che l’America intendesse rafforzare nel dopoguerra un’Europa politica, vista la presenza a Berlino dell’aggressiva Armata Rossa dell’Unione Sovietica, il nuovo rivale geo politico.
Ripristinare la democrazia dopo le dittature nazi-fasciste e difenderla dall’attacco della dittatura comunista, questa era quindi la grande missione ufficiale dello zio Sam. Attraverso il rilancio di una forte, equilibrata ed autonoma Europa, con la quale creare un’alleanza tra pari per riaffermare i valori della democrazia contro quelli dell’oppressione? Oppure una Europa economicamente forte con benessere popolare diffuso (per disinnescare l’attrazione comunista), ma al tempo stesso politicamente e militarmente subalterna?
Per verificarlo dobbiamo ripercorrere i fatti** che si svolsero in quei 15 anni cruciali, capire il metodo utilizzato e valutarlo innanzi tutto in termini democrazia, la sventolata bandiera americana.
Ci fermeremo al 1957, l’anno del trattato di Roma per l’istituzione della Comunità Economica Europea (CEE o MEC, ), rimasta in vita fino al 1992, (l’anno del Trattato di Maastricht).

Nel 1942 (dal dicembre 1941 l’America era in guerra, in seguito all’attacco giapponese di Pearl Harbour) il presidente americano F.D.Roosevelt, ispirandosi ai servizi segreti britannici (fondati nel 1909), istituì l’Office of Strategic Services (OSS), che nel 1947 si dissolse nella Central Intelligence Agency (CIA), il nuovo ente dei ….tempi di pace. Gli Stati Uniti cominciavano così ad  attrezzarsi per scalzare il Regno Unito dalla posizione di egemonia mondiale.
Febbraio 1945, fase finale della guerra. Alla Conferenza di Yalta (preceduta da quella di Teheran nel 1943 e seguita da quella di Postdam nel luglio del 1945) , America e URSS stabilirono nel Vecchio Continente le due reciproche sfere di influenza, rispettivamente Occidentale (con l’eccezione della Jugoslavia) ed Orientale (è in virtù di questo accordo che l’URSS procedette all’invasione sovietica dell’Ungheria del 1956, alla costruzione del Muro di Berlino del 1961, e alla repressione della Primavera di Praga del 1968)
Anno 1947. Fu concepito e lanciato il Piano Marshall di aiuti finanziari ai paesi europei per 14 miliardi di dollari (di allora) in 4 anni. Il piano terminò come previsto nel 1951.
Anno 1948. Fu costituito in America l’ACUE (American Commitee on United Europe) il cui primo presidente è il generale Donovan (ex capo del OSS). L’ACUE riceveva finanziamenti dalle fondazioni Rockefeller e Ford. Questo è l’ente che piloterà, in piena “guerra fredda” (in realtà si trattava dell’esecuzione degli accordi di Yalta per la spartizione dell’Europa), il delicato avvio del processo di”unificazione” del Vecchio (e Vinto) Continente in presenza, oltre che dei sovietici a Berlino, della Jugoslavia comunista di Tito ai confini con Trieste e di fortissimi partiti “comunisti” – ma certamente non rivoluzionari – in Italia e in Francia.
Ancora nel 1948. Venne fondato in Europa il Movimento Europeo Internazionale (tuttora esistente) il cui fine dichiarato era la creazione di una federazione dell’Europa continentale (la Gran Bretagna si era auto esclusa). Questa fu una iniziativa della Francia e della Gran Bretagna (di Churchill in persona, che ancora cercava di menare le danze, non aveva capito la nuova aria che tirava dall’altra parte dell’Atlantico), desiderose di mettere definitivamente sotto controllo la Germania e di affermare rapidamente la loro leadership in autonomia dall’ormai incombente Washington. In realtà il movimento entrò ben presto nell’area di influenza americana.
Anno 1949. Arrivò come un macigno l’istituzione a Washington della NATO (Paesi fondatori: tutta l’Europa Occidentale, salvo Spagna, Germania, Svezia e Finlandia). Il primo Segretario Generale, Hastings Ismay, dichiarò che lo scopo dell’Organizzazione era: “di tenere fuori i russi, dentro gli americani e di impedire la rinascita dei tedeschi”. Nasce così l’Euro-Atlantismo, la dottrina politico-militare di supremazia sul Vecchio Continente della super potenza atlantica USA, assistita (in parte obtorto collo) dall’altra potenza atlantica – ex-imperiale in fase di decadenza – la Gran Bretagna. Sei anni dopo, nel 1955 quando la Germania entrò nella NATO, l’Unione Sovietica rispose sul piano militare con il Patto di Varsavia.
Anno 1951. E’ l’anno della ingannevole e retorica Dichiarazione Schuman , nella quale il ministro degli esteri francese lancia la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio tra Francia-Germania come “prima tappa della Federazione europea”. La stesura del testo fu supervisionata da Jean Monnet, l’ambiguo personaggio francese di lunga frequentazione anglo-americana ai massimi livelli politici ed istituzionali, di cui ho parlato in questo precedente post.
Ancora nel 1951. Viene quindi costituita la CECA, il cui primo Presidente è (stranamente, visto che non si era finora mai esposto in prima persona, probabilmente è stato un piccolo – 3 anni scarsi – cedimento alla vanagloria) Jean Monnet.
Anno 1955. Monnet fonda l’ACUSE (Action Commitee for United States of Europe), un’altra istituzione che dietro le quinte – l’ambiente preferito da Monnet che aveva personalmente (e stranamente) le porte aperte di tutti i governi europei – avrebbe esercitato azione di influenza e promozione di una Europa accentrata e molto poco federale, secondo i desiderata americani. Monnet, ormai 87 enne, liquidò l’ACUSE nel 1975, l’anno prima della sua morte. Come ho illustrato qui, il metodo Monnet ha fatto scuola, tra i tantissimi epigoni cito il contemporaneo francese Jacques Attali.
Anno 1957. Il Trattato di Roma sancisce l’istituzione della Comunità Economica Europea (CEE o MEC) che dava il via attraverso  l’unione doganale ad una auspicata futura integrazione economica generale. Ancora una volta ritroviamo Monnet (sempre lui!) dietro le quinte. La Gran Bretagna non aderì. Il Trattato fu sottoscritto dai rappresentanti dei governi europei e confermato dai rispettivi parlamenti. Non seguì alcun referendum o consultazione popolare.
Questo grafico rappresenta tutte le successive tappe dal Trattato di Roma ad oggi della “costruzione” europea in versione atlantica e (in subordine) teutonica. Il passaggio cruciale che ci porta a i nostri giorni è il Trattato di Maastricht del 1992, quando al Mercato Comune si sovrappone il pacchetto costituito da CambioFissoEuro, la BCE e la politica di bilancio pubblico dell’austerità, i tre fattori che hanno privato i paesi europei della sovranità monetaria e della politica economica pubblica.

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In buona sostanza siamo in presenza di una ampia manovra di accerchiamento da parte USA, per avviare rapidamente (De Gaulle che si opponeva apertamente alla presa di potere americana fu assente dal potere tra il 1946 e il 1958) una aggregazione europea, sotto lo stretto controllo militare, finanziario e politico americano.
In questo percorso svolge un ruolo importante, se non decisivo, la rete di relazioni e di “incentivazioni” tessuta dalla CIA nel mondo politico di vertice (facendo anche ricorso al portafoglio gonfio di dollari), finalizzata ad aggirare il confronto con larghe fasce dell’opinione pubblica che potevano essere contrarie alla supremazia atlantica. E’ una impronta decisamente non democratica (è vero, impallidisce di fronte ai drammatici e criminosi progetti americani di esportazione della democrazia di questo secolo).

Con la prossima puntata, ripartiremo dalle prove del coinvolgimento segreto della CIA e approfondiremo alcune conseguenze dei risvolti “democratici” dell’infanzia della UE.

NOTA** – Gli eventi elencati riguardano solo lo scenario Europa. In realtà, sempre nell’immediato dopoguerra, Washington sviluppò a tamburo battente in parallelo una più ampia rete di potere e di egemonia su tutto l’occidente. Lo sforzo fu particolarmente intenso tra il 1944 e il 1947.
1) Luglio 1944. La Conferenza di Bretton Woods sancì, tra l’altro, il ruolo del dollaro come moneta di riserva mondiale, essendo l’unica che restava convertibile in oro. Pochi mesi dopo re-dollaro fu incoronato imperatore da … un re arabo.
2) Febbraio 1945. Patto USA-Arabia Saudita siglato tra il presidente americano F.D.Roosevelt e Ibn al-Saud, che prevedeva la protezione militare (ancora!) americana in cambio dell’impegno saudita a vendere petrolio solo con pagamento in dollari. Naturalmente questo accordo aveva anche una enorme valenza politica in tutta l’area mediorientale.
3) Dicembre 1945. Istituzione del Fondo Monetario internazionale FMI  e della Banca Mondiale, nati il primo per il coordinamento delle politiche monetarie (in realtà oggi interviene nei paesi indebitati e li rovina di austerità, Grecia docet) ed il secondo per finanziare la ricostruzione del dopo guerra. Gli aderenti sono oltre 18o paesi, la maggioranza dei finanziamenti provengono dagli Stati Uniti che conducono le danze.
5) Ottobre 1947. Istituzione del GATT, che evolve nel 1995 nella Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO-World Trade Organization), sicuramente l’organismo decisivo per lo sviluppo della globalizzazione, negli interessi delle corporation trans continentali. Per intenderci, ha il potere di decidere l’ammissione della Cina nei mercati mondiali (1992) o può sanzionare il divieto dell’Unione Europea di importare la carne agli ormoni americana. In materia di commercio, le corporation americane stanno spingendo Obama, in questi ultimi mesi della sua presidenza, a forzare la mano all’Unione Europea per fare approvare il TTIP.

Scrivendo questo terzo articolo sulla storia europea post seconda guerra mondiale a matrice americana, mi rendo conto di quanto sia radicata, estesa e forte ancora oggi la rete che fa degli Stati Uniti la nazione egemone mondiale. Il punto più forte è quello militare, quello più debole è senz’altro la posizione del dollaro come riserva mondiale che potrebbe essere seriamente attaccata, facendo così emergere drammaticamente la disastrosa fallimentare situazione debitoria americana pubblica e privata. Auguriamoci che ciò non avvenga (a mio avviso, le probabilità sono oggi ancora effettivamente molto basse, ma è una valutazione con non supera la durata di un anno), gli yankee potrebbero essere presi da una sbornia militare! La prossima presidenza americana sarà forse la più importante dai tempi della seconda guerra mondiale.

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