Il Grande Inganno della Élite della Moneta.

Il potere dello Stato di creare Moneta (nelle mani della Finanza Privata) e i suoi risvolti sul Debito Pubblico

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Questo articolo è un fuori programma che si inserisce comunque all’interno della serie sulla “Élite mondiale del XXI secolo” (qui e qui). È un approfondimento sulla principale arma sotto il controllo da lungo tempo del vertice di potere del mondo occidentale: la CREAZIONE di Moneta delle Banche Centrali (Istituti di Emissione), istituzioni teoricamente PUBBLICHE ma in realtà – e sin dalle loro origine storiche – sotto il controllo della FINANZA PRIVATA (ne ho accennato nel precedente articolo “L’identikit dell’Élite). Si tratta del più Grande Inganno della storia degli ultimi 5-6 secoli.

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Il video intervista a Giovanni Zibordi.

Mi ha dato lo spunto per questo “fuori programma” la visione di un video nel quale Giovanni Zibordi – analista ed operatore di mercati finanziari – sostiene che il debito pubblico di un paese acquistato e detenuto dalla propria Banca Centrale NON è più debito pubblico, perché debitore e creditore corrispondono. E questo è un dato di fatto incontestabile, tenuto opportunamente nell’ombra da esperti, mass media e politici.

Ma Zibordi aggiunge qualcosa che non sapevo: il governo britannico di sua Maestà applica con coerenza questo principio contabile nel suo bilancio annuale, nel quale l’ammontare del debito pubblico è considerevolmente inferiore a quello di tutte le statistiche ufficiali (FMI, Ocse, UE, ecc.), perché è stato correttamente ridotto della quota acquistata dalla Bank of England, che è teoricamente ancora lo Stato.

Ho verificato andando alle fonti e, congratulazioni al nostro personaggio, ha fatto centro! Sono poi andato oltre, scoprendo qualcosa di simile nel bilancio del governo americano. Ne riparliamo dopo il video, a cui vi lascio. Nei primi 5 minuti c’è l’argomentazione che qui ci interessa, ma tutto il video di 23 minuti è incentrato su debito e Banca Centrale, vale la visione integrale.

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Commenti ai dati sul debito pubblico britannico

Le fonti che ho consultato confermano l’affermazione di Zibordi. Il debito pubblico ufficiale del Regno Unito – “quello dei giornali” lo definisce sarcasticamente il nostro – è 1.795 miliardi di sterline a fine 2017, pari al 89,5% del Pil (dati FMI). 2) Il valore dei titoli di debito pubblico posseduto dalla Bank of England a fine marzo 2018 è 425 miliardi (qui la fonte). Deducendo questo importo dalla cifra “per i giornali”, il debito pubblico netto scende intorno 1.370 miliardi (68% del Pil)  3) Nel suo ultimo bilancio (dati di marzo 2016) il governo britannico dichiara a pagina 50 alla voce “government borrowings” 274+986=1.260 miliardi di debito pubblico (con un aumento rispetto all’anno precedente di 86 miliardi, sempre da tabella di pagina 50).
La differenza tra i 1.370 (marzo 2018) e i 1.260 (marzo 2016) si spiega appunto con lo sfasamento temporale, nel quale il debito è aumentato di 110 miliardi (vedi qui e qui).

A chiarire la prassi contabile adottata dai ragionieri di Sua Maestà, c’è poi l’impeccabile nota contabile n. 20 a pagina 84 del bilancio del governo che, con riferimento ai valori del debito pubblico, dichiara: “Gilts held by public sector entities are eliminated on consolidation and removed from the balance above ..” “I titoli posseduti da entità pubbliche (la Bank of England è considerata tale) sono eliminati per consolidamento e rimossi dal saldo esposto.” Più chiari di così!

Già nel luglio del 2017 un professore inglese di politica economica aveva scritto un articolo (qui) seguendo lo stesso ragionamento ed arrivando alle stesse conclusioni.

Per tornare a Zibordi, lui applica lo stesso principio al debito pubblico italiano (minuto 3:55) e sostiene che quello “per i giornali” è di 2.260 miliardi (133% del Pil), mentre quello vero al netto dei titoli in possesso di BCE e Bankitalia (che da sola ne possiede 357 miliardi a fine 2017) è 1.660 miliardi, cioè 97% del Pil.

Anche il governo degli Stati Uniti fa contabilmente qualcosa di simile a quello di Londra. Prima le cifre, poi il metodo: debito pubblico USA “per i giornali” (tutti i dati si riferiscono a settembre 2017) 20,2 trilioni di dollari (vedi qui), ma quello al netto dei titoli detenuti da enti governativi è 14,7 trilioni (come da bilancio del governo americano, vedi tabella a pagina 55). Rispetto al Pil il debito nominale è il 105%, quello reale scende al 74%.

Dov’è la differenza tra la contabilità di Londra e quella di Washington? La seconda non sconta il debito pubblico acquistato dalla FED, 2,5 trilioni circa (13% del Pil), che è infatti compreso nei 14,7 citati poc’anzi. La motivazione si trova nel terzo paragrafo di questo documento della FED, che dichiara i titoli in possesso della FED “vendibili sul mercato”, al contrario del debito posseduto dagli enti governativi, considerato “non vendibile”.

Cogliete la grande ipocrisia di questa argomentazione? Che risulta lampante se avete guardato questo grafico già citato: i 2,5 trilioni in pancia alla FED ci sono da quasi 4 anni e in ogni caso, se e quando saranno ricollocati sul mercato, il corrispondente importo non sarà più deducibile dal valore del debito pubblico, che tornerà ad aumentare per l’importo venduto sul mercato. In altre parole, fino a quel momento sarà debito potenziale e ridiventerà reale se e quando sarà rivenduto ad enti o soggetti privati.

Se ci fosse un minimo rispetto nei confronti dei cittadini che leggono i giornali, dovrebbe essere quanto meno pubblicato sia il debito netto sia quello potenziale, ovvero sospeso dal mercato. Ma si rivelerebbe il volto pubblico dell’IdE e il suo enorme potere. Questa disinformazione non è casuale, è un tassello che inserisce all’interno di un ben più ampio Grande Inganno della Moneta, che tratteggerò tra poco.

Chiudo adesso con Zibordi che dice molte altre cose interessanti, ne cito solo alcune 1) al minuto 10:30 fa riferimento al micidiale (per noi italiani) divorzio Tesoro-Bankitalia del 1981 ad opera di Andreatta e Ciampi, prima causa dell’esplosione del debito pubblico nostrano 2) nel 2007/2008 è stato evitato un tracollo mondiale trasferendo la bolla di debito privato creata dal sistema bancario speculativo in una bolla di debito pubblico – di fatto una nazionalizzazione occulta – grazie alla creazione di denaro delle “Banche Centrali” 3) fa riferimento al sistema bancario asiatico, Cina e Giappone, che non è privato ma è sotto il controllo dei governi, come era in Italia fino agli anni 80.
Un appunto all’esposizione di Zibordi: usa spesso l’espressione “la Banca Centrale stampa moneta”, doppiamente sbagliata. La forma cartacea e metallica necessaria per la regolazione dei pagamenti copre circa il 10% della massa monetaria in circolazione, il 90% è elettronico. Dovrebbe dire: “l’Isituto di Emissione crea denaro digitale (dai suoi computer)” e lo mette in circolo nel circuito informatico dell’economia pubblica o privata del paese.

Questo post finisce qui. La sezione successiva può interessare chi vuole completare la visuale

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Il Grande Inganno dei Signori del Denaro

Il tema di questo post, ovvero il rapporto tra la facoltà di creare denaro dell’Istituto di Emissione e la gestione del debito pubblico, è solo uno dei numerosi aspetti del Grande Inganno che consente ormai da alcuni secoli ad una ristrettissima Élite della Moneta di “governare” buona parte del mondo e cercare di assorbire, o per lo meno neutralizzare, la parte non ancora sotto controllo

Ovviamente occorre ben altro che un post sviluppare questo filone storico (un punto di riferimento è l’atto di nascita della FED americana, che potete approfondire in questa pagina Google). Qui mi limito ad elencare, a titolo di pro memoria, una traccia di argomenti di un ipotetico trattato sulla gestione della Moneta in mano alla finanza privata del XXI secolo.

1 – Ogni Stato esistente al mondo per gestire la sua comunità ha bisogno di un Istituto Centrale a cui riconosce il potere monopolistico di emettere e gestire la massa monetaria – definita per questo a corso legale – necessaria per il funzionamento della vita sociale, economica e finanziaria, incluso il pagamento delle tasse. Le considerazioni che seguono valgono in senso generale comunque anche per i paesi europei che hanno aderito all’Eurozona e che hanno una unica “Banca Centrale”

2 – La terminologia “Banca Centrale” è volutamente INGANNEVOLE: una banca tipicamente raccoglie denaro (depositi) dalle famiglie e dalle imprese e lo investe ed è quindi ovvio che ha l’obbligo (debito) di restituirlo se richiesta. Un Istituto di Emissione è invece autorizzato dallo stato ad emettere/creare denaro da computer, NON REINVESTE IL DENARO DI NESSUN PRIVATO E NON HA ALCUN OBBLIGO DI RESTITUZIONE, può decidere di lasciarlo in circolo o di ritirarlo e, sempre elettronicamente, di distruggerlo.

3 – Gli azionisti (“Partecipanti al capitale”, l’ipocrisia è la regola) della Banca d’Italia con diritto di voto sono 99 ISTITUZIONI FINANZIARIE PRIVATE (qui l’elenco completo), che incassano una parte degli utili/dividendi. In apparente contraddizione con la proprietà privata, il Governatore di Bankitalia viene nominato dal Governo, ma domandiamoci: può il mondo politico scegliere un personaggio sgradito ai “partecipanti al capitale” che sono anche gli esclusivi futuri acquirenti dei titoli di debito pubblico? Può il mondo politico nominare un Governatore che veramente vigilerà le malefatte del sistema bancario?

4 – Negli ultimi 15-20 anni quote molto significative di controllo delle principali banche private italiane (sempre i “partecipanti”) sono state acquistate da grosse istituzioni finanziarie private straniere. È una delle facce più vergognose delle “privatizzazioni”, cioè la svendita tuttora in corso del nostro patrimonio finanziario ed industriale, amorevolmente accompagnata dai “nostri” governi compiacenti ……

5 – Un Istituto di Emissione svolge a) fondamentali funzioni ordinarie di politica monetaria interna (tasso di interesse e massa monetaria), di vigilanza e supervisione del sistema bancario ecc. b) funzioni di gestione dei cambi internazionali delle valute, questo punto vale da solo un capitolo a parte c) funzioni di STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONE, come salvataggi/nazionalizzazioni di istituti privati o salvataggio dei debiti pubblici (è così che il mondo occidentale ha evitato un collasso totale dopo la crisi finanziaria del 2008). In questa veste di straordinaria amministrazione le “Banche Centrali” /Istituti di Emissione vengono iper-ipocritamente qualificati come PRESTATORI DI ULTIMA ISTANZA.

6 – Con il potere di emissione della moneta digitale si può, a cascata, controllare o condizionare il ruolo dello stato nell’economia e quindi la politica economica, la spesa sociale, quella militare, l’istruzione ecc. Oltre al già menzionato potere di salvataggio delle banche private (i “Partecipanti”). Insomma un potere pubblico immenso che, stranamente, non è contemplato nella Costituzione italiana e di nessun altro paese occidentale (vedi successivi punti 11 e 12)

7 – Uno specifico esempio del potere dell’IdE. Ogni Ministero del Tesoro/Finanze ha un conto corrente acceso presso l’Istituto di Emissione: se su questo conto venisse accreditato denaro elettronico (tecnicamente “anticipazione di tesoreria”) utilizzato poi dal Tesoro per finanziare la spesa e gli investimenti pubblici, lo Stato NON AVREBBE UN DEBITO se non verso sé stesso, e resterebbero così a bocca asciutta le banche private, che non avrebbero più il potere di ricatto sui governi.

8 – Una spesa pubblica speciale che può essere finanziata dalla “Banca Centrale” accreditando direttamente il conto corrente del Tesoro è quella per il finanziamento di segrete operazioni militari o di spionaggio. Sarebbe una contabilità di stato separata, non comparirebbe in alcuna statistica …..

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9 – Un’altra soluzione per salvaguardare la sovranità monetaria degli Stati – meno forte e traumatica di quella del precedente punto 7: l’IdE calmiera il tasso del debito pubblico ed acquista con denaro digitale i titoli andati invenduti all’asta del mercato primario o indirettamente sul mercato secondario, togliendo alle banche “solo” lo spazio speculativo. Come fa da sempre Bank of Japan (a Febbraio 2018 possiede il 45-46% del debito pubblico giapponese, equivalente al 110% del Pil!!), come ha fatto la FED dopo la crisi del 2008, o come faceva Bankitalia fino al 1981.

10 – Il Giappone è il paese con il più alto debito pubblico al mondo, 235% del Pil, in aumento. Paga un tasso vicino allo zero, da sempre L’Italia con il 133% paga il 2% circa di interessi (il 5% negli anni 2011-2012). Illogico, giusto? Ho già dato la spiegazione “tecnica” nel precedente punto.
Qui mi preme sottolineare che se non ci fosse stato il divorzio del 1981 (che non è mai avvenuto in Giappone), il nostro debito pubblico non avrebbe mai raggiunto, anzi sarebbe tuttora nettamente inferiore al 100% (probabilmente intorno al 70%) del Pil, non avremmo applicato nessuna austerità, la disoccupazione sarebbe ai valori fisiologici compresa quella giovanile, non avremmo perso per strada il 15-20% di crescita e di abbassamento del tenore di vita sociale ed economica, ecc. ecc.

11 – Ovviamente l’emissione di moneta digitale ha delle conseguenze economiche fondamentali (es. distribuzione del reddito, inflazione) e non può essere effettuata a ruota libera. Detto in parole semplici: se ce n’è troppo (o se circola troppo velocemente) si genera inflazione, il contrario nel caso opposto. Il denaro non ha valore intrinseco è il mezzo per la circolazione dei beni e servizi di cui deve misurare il valore.

12 – Dopo questi 10 punti spero sia comprensibile l’autoironia della seguente domanda: ma come mai di un Istituto cruciale per il funzionamento di un paese e dello Stato non c’è menzione nella Carta Costituzionale di tutti i paesi del mondo “occidentale”, “liberale” e “democratico”? Che è sempre strutturata sui 3 poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario? E dov’è regolato il potere di CREARE E GESTIRE LA MONETA? Da nessuna parte, le Costituzioni sono tutte state scritte quando già la finanza privata controllava gli IdE e la politica, già subalterna, si è ben guardata da disturbare i VERI PADRONI.

13 – Uno Stato Democratico e Liberale dovrebbe prevedere nella propria Costituzione: 1) la totale proprietà pubblica dell’istituto di Emissione 2) un Comitato di Controllo (primo Ministro, Ministro del Tesoro ed altri) a cui periodicamente il Governatore dell’IdE deve riferire i programmi, la contabilità e i risultati della gestione ordinaria, nonché preventivamente concordare le operazioni di straordinaria amministrazione 3) il Comitato ed il Governatore devono riferire al Parlamento almeno una volta l’anno in un dibattito pubblico. Ecc. ecc.
Questa è la base storica e strutturale per la quale sostengo che da tempo non viviamo in democrazia, ma in un regime oligarchico finanziario, che a cascata controlla il circuito politico, mediatico, militare, ecc. In un contesto storico di una rete/gerarchia geopolitica che nasce dalla seconda guerra mondiale, con i relativi vincitori e vinti.

14 – C’è un’alternativa? Certo che TECNICAMENTE esiste! È lo Stato che riconosce il valore legale del denaro per i pagamenti tra i privati e tra lo Stato e i privati (tasse). Qualsiasi Ministero del Tesoro può decidere di emettere direttamente denaro con una propria struttura, anziché le attuali “Banche Centrali” o di espropriare – riconoscendo il corrispondente valore patrimoniale – le quote di partecipazione della finanza privata negli attuali Istituti di Emissione. Qui entriamo in un campo minato (di bombe atomiche), chi ci ha provato ci ha lasciato le penne.

15 – Cosa ci riserva il prossimo futuro? A meno che l’Élite plutocratica anglo-americana che ci controlla non decida che è arrivato il momento del collasso finanziario mondiale (in alternativa c’è quello militare) – cosa che non si può escludere ma è a mio parere altamente improbabile – le “Banche Centrali” sono dal 2008 in un cul de sac: devono continuare a fare buon viso a cattivo gioco (Zibordi tocca questo tema al minuto 7:30) e cioè sostenere la spaventosa bolla di debito privato (più ancora che pubblico). Conseguenza della compressione dei salari e dei redditi delle classi lavoratrici occidentali (in espansione invece in Oriente)  in atto da almeno 25-30 anni di globalizzazione, che non è altro che la tentata espansione e conquista dell’Oriente da parte della Élite finanziaria.

16 – La SOVRANITÀ di un paese può esistere solo con le seguenti premesse: 1) l’Istituto di Emissione svolge il suo ruolo pubblico 2) la comunità del paese esprime ragioni di scambio equilibrate nei confronti delle comunità straniere 3) ha una valuta propria che, in quanto tale, esprime nel mondo il valore economico, finanziario, culturale e politico del paese, fluttuando a secondo di come questo valore viene percepito.
L’effettivo esercizio e la “qualità” della sovranità dipende poi dalla Politica che il paese esprime e sviluppa.

17 – L’Italia riesce straordinariamente, in assenza del primo punto (controllo “Banca Centrale”) e del terzo (CambioFissoEuro non è la nostra valuta), a mantenere il secondo. Siamo a sovranità limitata, ma non è tutta persa.
È per questo che Germania e Francia ci temono e la seconda, in particolare , sta spingendo per portare a termine – con l’assistenza dei nostri collusi politici –  l’acquisto a prezzi di liquidazione del nostro patrimonio industriale, finanziario (qui c’è anche il padrone americano), e strutturale (Tim/Telecom contesa da Francia e USA, Mediaset ).
La nostra ancora di salvezza, che non ci possono togliere, restano le Piccole e Medie imprese e la loro propensione all’export.

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