Le distorsioni e falsità dei Servizi Segreti e dei Media-La guerra in Iraq

LA GUERRA IN IRAQ (E QUELLA IN SIRIA): I MEDIA OCCIDENTALI, LE VERE ARMI DI DISTRUZIONE (MENTALE) DI MASSA

Riprendo qui una vicenda che vi potrà sembrare lontana, ma è invece di estrema attualità per come fu trattata e diffusa dai media e inculcata nelle menti dei popoli occidentali, tecniche utilizzate quotidianamente anche per la attuale guerra in Siria. Quella in Iraq, presentata come “l’esportazione della democrazia e la guerra contro il terrorismo” doveva in realtà servire – come sostengo in fondo a questo articolo – ad avviare la decisiva offensiva anglo-americana del XXI secolo per rimodellare (come prefigurato decenni prima) il quadro geo strategico del Medio Oriente, opera in pieno svolgimento con l’utilizzo anche dei metodi più sporchi, incluso a pieno titolo il terrorismo e l’estremismo islamico. 

Anno 2003 – Nel febbraio di quell’anno Colin Powell (allora Segretario di Stato) denunciò in un discorso tenuto all’ONU le armi di distruzione di massa in possesso di Saddam Hussein, mostrando una fialetta di Antrax. L’intero mondo occidentale (politici e soloni dell’informazione in testa) accettò quella denuncia senza sollevare dubbi. Nel marzo del 2003 l’America di Bush figlio iniziò la seconda guerra in Iraq, che da allora non è ancora terminata.

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Anno 2006 – Il Presidente della “grande democrazia americana” ammette che era sbagliata la principale ragione della guerra contro l’Iraq, dato che Saddam Hussein non disponeva di armi di distruzione di massa. Ammette anche che il dittatore iracheno non aveva nulla a che fare con le Torri Gemelle. Bush ripiega quindi penosamente sulla “Freedom Agenda”, l’esportazione della democrazia in un paese dove un sanguinario dittatore uccideva vite innocenti. Infatti da 11 anni in qua l’Iraq è fonte di pace e democrazia ……

Anno 2007 – Colin Powell – che si dimise anticipatamente nel novembre 2004 – riconosce di essere stato fuorviato dai Servizi Segreti (di Intelligence) nel discorso di denuncia delle Armi di  Distruzione di Massa di Saddam Hussein, tenuto alle Nazioni Unite nel 2003.

Anno 2015 Non è mai troppo tardi. Anche l’ex Primo Ministro inglese Tony Blair, co-interprete con Bush della guerra in Iraq nel 2003, chiede scusa e conferma che Saddam Hussein non disponeva delle armi chimiche. Scarica sul servizio britannico MI6 (il corrispondente della CIA americana) la responsabilità di averlo informato male (sic!). Riconosce anche che, almeno in parte, l’Isis è una conseguenza della guerra in Iraq. 

Anno 2016 – La commissione d’inchiesta Chilcot istituita nel 2009 dal governo britannico ha concluso i suoi lavori: la guerra in Iraq è stato un fallimento ed il frutto di una decisione precipitosa (sic!) …..

CONCLUSIONE-La lezione da trarre da questa ricostruzione a posteriori è: non fidiamoci dei media ufficiali, impariamo a “decodificarli” e, meglio ancora, cerchiamo delle fonti di informazione alternativa nella rete. Ecco alcuni esempi: il blog di Federico Dezzaniquello di Maurizio Blondet e molti, molti altri. Se avete familiarità con l’inglese: il blog Zerohedge e quello di Paul Craig Roberts.
Nessuno di questi blog è la Bibbia a cui abbeverarsi, a volte sono faziosi, ma più spesso aprono le menti attente a visioni ampie e certamente non gradite alla ristretta élite che ci comanda e che sta conducendo noi e le future generazioni verso un mondo sempre più disumanizzato e pericoloso.
E la classe “dirigente” italiana esegue diligentemente il suo compito, ripagata con la libertà di manovra, di corruttela, mangiatoia e impunità.

 


LE VERE RAGIONI GEOPOLITICHE DELLA GUERRA IN IRAQ.

In estrema sintesi (ho scritto un paio di articoli in proposito), la guerra in Iraq e la destabilizzazione dell’area mediorientale e nordafricana fanno parte di una strategia enunciata decenni fa e tesa 1) a consolidare e rafforzare Israele e la rete degli alleati americani (Arabia Saudita, Qatar, Turchia, ecc.). Guarda caso i nemici da indebolire od abbattere sono gli alleati geopolitici locali della Russia, l’Iran e la Siria, in quell’area cruciale anche per il controllo del mercato energetico mondiale.
Uno dei documenti più espliciti in proposito è quello scritto da un giornalista israeliano Odeon Yinon in
questo articolo pubblicato sulla rivista Kivunum nel febbraio 1982. L’obiettivo strategico enunciato è il frazionamento di tutti i principali paesi del Medio Oriente e dell’Africa del Nord, sulla base delle differenze etniche e confessionali all’interno del mondo musulmano. Il concetto fu successivamente condiviso ed elaborato dal mondo politico e militare americano, come dimostra il prossimo video.

Le Torri Gemelle come pretesto per attuare il Piano Ynon.

Ed ecco nel video sotto riportato (pubblicato in rete nel 2007) una stupefacente testimonianza indiretta che “collega” il piano Ynon alle Torri Gemelle e alla guerre in Iraq 2003, in Libia e in Siria (2011). E’ quella dell’ex generale americano della NATO Wesley Clark che, nel 2001, pur essendo in pensione, bazzicava ancora presso gli uffici del Pentagono e riceveva in via confidenziale informazioni da ex colleghi.
Il generale venne dunque a sapere 10 giorni dopo la catastrofe delle Torri Gemelle che il piano Odeon Yinon stava per decollare con il primo passo: l’attacco all’Iraq, motivato come abbiamo visto con una falsità fedelmente diffusa dal coro dei conniventi media e dei prezzolati politici occidentali.
 Non solo, Wesley Clark apprese che la lista dei paesi da destabilizzare era molto lunga: dovevano seguire Libia, Siria ed altri paesi mediorientali e africani a prevalente religione musulmana. Sedici anni dopo la guerra per procura di Washington/Israele e dei loro alleati prosegue e la UE, la colonia europea, ne gode  i frutti.

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