Ucraina – Il Settembre Nero di Vladimir Putin.

Nonostante i referendum e l’annessione delle regioni dell’Ucraina, gli avvenimenti bellici e politici di Settembre vedono nell’insieme un indebolimento strategico e tattico della Russia.
Aumentano le possibilità di forte escalation militare ma, all’opposto, si apre anche l’ipotesi di una “tregua”. Vediamo perché.

1 –INTRODUZIONE

Questo articolo è il quarto della serie geopolitica dedicata alla guerra in Ucraina. Con i primi 3 (marzo, aprile e giugno) ho cercato di descrivere lo scenario mondiale nel quale – a mio avviso – va inserita la guerra in Ucraina e la posta in gioco per ciascuno dei 3 “contendenti”, Stati Uniti, Cina e Russia.
Per chi non li avesse letti e al fine di rendere più comprensibile quanto espongo in questo articolo, riporto sotto alcuni estratti che sintetizzano la mia personale chiave di lettura:

  • Due citazioni tratte dal primo articolo (“Il Triangolo Geopolitico è in movimento/1”): «In sostanza, la scontata e prevedibile risposta militare del Cremlino alla provocazione NATO/Ucraina ha innescato a sua volta una violentissima contro reazione (programmata) degli Stati Uniti verso Russia/Putin, senza esclusione di colpi – eccettuato finora il confronto militare diretto.»
    E riguardo ai risvolti della guerra per l’Europa: «SVANTAGGI: Fortissimo aumento del prezzo dell’energia che è destinato a diventare permanente se il gas liquido americano affiancherà/sostituirà quello russo ……. Difficoltà economiche (inflazione), finanziarie e sociali (costo della vita) – Con la dipendenza energetica (Gas liquido via nave) dall’America, la posizione subalterna a Washington diventa irreversibile» «Per l’Italia, pianeta che ruota intorno alla Euro-Germania, piove sul bagnato. Un sentito ringraziamento al nostro governo e classe dirigente (degli ultimi 30 anni).
    »
  • Ho ribadito la mia visione della mossa di attacco americano alla Russia nel terzo articolo (“Si sta concludendo il Primo Atto della guerra in Ucraina”), scrivendo: «Non ho alcun dubbio sulla volontà e la determinazione della Amministrazione Biden, braccio esecutivo dello Stato Profondo Americano (SPA  NOTA 1) – che si è scatenato dopo la crisi di “astinenza” di 4 anni, causa Trump – di eliminare, se possibile anche fisicamente, Putin.
    È l’ostacolo che impedisce ai Globalisti anglo americani di controllare/cooptare la Banca Centrale Russa e le enormi risorse di materie prime di cui dispone il paese euro asiatico.
    Come ho già evidenziato qui, se e quando la strategia dello SPA dovesse avere successo, Xi Jinping non starebbe più solo a guardare, l’Orso Russo è troppo importante per essere lasciato interamente nella rete americana.»

Nel mese di Settembre si sono verificati 4 importanti eventi che potrebbero preludere alla fine del Secondo Atto, due di natura militare e due di carattere politico

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2 – GLI AVVENIMENTI MILITARI DI SETTEMBRE

Sono 2 sorprendenti eventi che mettono in dubbio una netta vittoria militare della Russia e in difficoltà la posizione dello stesso Putin. 

  1. Successo del parziale contrattacco ucraino con riconquista di alcune aree delle regioni contese. Evidentemente qualcosa nella strategia militare del Cremlino non sta funzionando e Putin ha dovuto annunciare la mobilitazione parziale di 300.000 soldati, il che richiederà comunque qualche mese di preparazione. Putin e i vertici militari hanno sottovalutato la reazione ucraina, alimentata dai rifornimenti/addestramento occidentali e dall’assistenza dei sistemi satellitari americani?
    I
    n occasione dell’annuncio della mobilitazione Putin ha menzionato il possibile ricorso all’uso di armi nucleari, facendo riferimento a precedenti analoghe dichiarazioni di membri della NATO (ad es. il nuovo Primo Ministro del Regno Unito, leggi qui)  Ecco cosa ha detto:
  2. Il sabotaggio nel mar Baltico avvenuto a fine Settembre dei gasdotti russo-tedeschi Nord Stream (in attività dal 2011) e Nord  Stream 2 (la sua attivazione doveva avere luogo in questi mesi, ma la Germania su “richiesta” dell’Ammnistrazione Biden vi ha rinunciato). 
    Nell’ultimo mio articolo di giugno citato sopra, scrivevo con riferimento al Vertice di Potere americano «Non è affatto da escludere che cerchi anche di aggiungere altre impegnative provocazioni: ad esempio, le già citate Svezia, Finlandia o Georgia nella NATO, ecc …..».
    Ho avuto poca fantasia: non avevo ipotizzato l’operazione militare di sabotaggio dei gasdotti russo-tedeschi (che riforniscono di gas anche l’Italia), pericoloso cordone ombelicale Germania-Europa-Russia che Washington ha sempre osteggiato senza però riuscire a bloccare la (ormai pensionata) Frau Merkel.
    A parte la banale logica per cui non si vede la ragione per la quale Putin e il vertice militare abbia ritenuto utile sabotare i propri gasdotti, ci sono alcuni pesanti indizi che indicano la pista Yankee/NATO (vedi NOTA 1 in fondo)

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3 – GLI AVVENIMENTI POLITICI DI SETTEMBRE.

Il primo evento di grande rilievo è stato lo svolgimento del referendum che ha portato all’annessione alla Russia di 4 regioni dell’Ucraina e il secondo l’ incontro dei Capi di Stato dell’Asia Centrale, avvenuto a Samarcanda.

  1. A fine Settembre si sono svolti i referndum popolari per l’annessione alla Russia delle 4 regioni conquistate dall’Esercito russo (Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk e Luhansk, non tutte complete) che formano un blocco unico e danno continuità territoriale dalla Crimea alla Russia (vedi cartina sotto). La consultazione popolare ha sancito l’adesione alla Federazione Russa, si tratta di territori importanti da diversi punti di vista.
    Gli Stati Uniti (e quindi la NATO e l’Unione Europea) non riconoscono i risultati della consultazione popolare.

    Ecco l’importanza e il risvolto militare di questo evento: come dichiarato dal portavoce ufficila del Cremlino (leggi qui), dal momento in cui queste regioni sono parte della Federazione Russa, ogni attacco militare a queste regioni sarà considerato un attacco alla Federazione Russa.
    mappa-donbass-regioni-russia-2

  2. A metà Settembre si è svolta la riunione dei Capi di Stato dell’Asia Centrale a Samarcanda e Putin e Xi Jinping si sono incontrati per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina. Il faccia a faccia ha messo in evidenza le prime crepe o quanto meno i limiti della alleanza Russia-Cina. Il regime di Pechino – che non ha mai riconosciuto il referendum popolare della Crimea che aveva sancito il rientro della penisola nella Federazione Russa e presumibilmente non riconoscerà l’annessione delle regioni ucraine – non gradisce la guerra in corso per diversi motivi, per non parlare di un suo eventuale allargamento.  

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4 – CONCLUSIONE E PROSPETTIVE.

In buona sostanza dei 4 avvenimenti citati i 2 militari (sabotaggio gasdotti, contrattacco ucraino) e uno politico (incontro con Xi Jinping) sono sfavoravoli a Putin, il quarto (referendum e annessione) è un successo, ma offuscato dal parziale contrattacco “ucraino”. Le prospettive (quelle politiche ancor più di quelle militari) di breve, medio e lungo periodo diventano grigie per Putin personalmente e per la Russia come Federazione unita e sovrana.

[Mentre scrivo queste righe giunge la notizia dell’attacco al ponte di Kerson in Crimea, inaugurato da Putin nel 2019 dopo 5 anni di lavori e costato svariati miliardi. È di grande importanza anche militare per l’esercito russo. Ormai è lampante la strategia di logoramento e provocazione del nemico russo da parte del fronte americano-ucraino, anche con atti terroristici.
Putin ha infatti dichiarato che l’attentato al ponte è un atto terroristico ad opera dei Servizi ucraini. Ma in questo inizio Ottobre sta comparendo qualche crepa tra il vertice di Washington e il “governo” di Kiev: il New York Times (la voce del padrone insieme al Washington Post) ci informa che 1) dietro all’attentato al ponte c’é l’Ucraina e che 2) l’assassinio della figlia di Dugin è opera del governo di Kiev]

A questo punto mi sembra inevitabile una reazione violenta da parte di Putin e del vertice militare russo, ma non mi riferisco all’uso di armi nucleari (sia pur tattiche) ma ad attacchi alle infrastrutture civili-militari ucraine (ponti, ferrovie, centrali elettriche) che finora l’esercito russo aveva preso di mira in modo selettivo, legato cioè alla presenza militare ucraina. Se sarà così si alzerà il prezzo che pagherà la popolazione ucraina e aumenterà il rischio di un allargamento anche geografico (Europa) del conflitto. 

Tutto nero quindi? Forse sì …. o forse no.
Nei giorni successivi al sabotaggio dei gasdotti la Voce del Padrone (via Washington Post) si è fatta sentire, raccomandando che qualora Putin fosse disponibile si dovrebbe trattare una tregua.
In Ottobre hanno dato seguito a questo messaggio Kissinger e Biden: il primo nel giro di pochi giorni con 2 interventi pubblici in importanti consessi della Èlite americana, ha invitato al ritorno alla diplomazia (“Un dialogo, anche solo esplorativo, è essenziale in quest’atmosfera nucleare”), che sarebbe gradito anche alla Cina, la quale “potrebbe “ricalibrare la sua posizione nei confronti della Russia alla luce degli sviluppi della guerra in Ucraina”.
Va nella stessa direzione, anche se molto meno lucido il messaggio della senescente marionetta che siede alla Casa Bianca (“Stiamo cercando di capire quale possa essere la via d’uscita di Putin”), poi parzialemnete corretto da alti funzionari di WashingtonIn questo momento poi a Biden torna comoda una tregua che sa un po’ di vittoria, visto che in Novembre avranno luogo le elezioni di metà mandato per il rinnovo della Camera e del Senato.

In sostanza, la Cupola di Potere americana (lo Stato Profondo) ci fa sapere che per il momento può bastare, la Russia non può fornire gas alla Germania/Europa e ha in parte perso la faccia di Potenza militare. Ovviamente un eventuale accordo di “cessate il fuoco” sarà un precario pateracchio, nel senso che Putin non rinuncerà ai territori annessi e, al tempo stesso, la controparte americana non riconoscerà l’annessione.
Come ho scitto qui (vedi paragrafo 3) non credo che la Cupola voglia l’Armaggedon nucleare. Per chi è invece terrorizzato da questo pericolo, aggiungo che per l’uso di armi atomiche “non basta la decisione di Putin” come ci dice la lucida mente geopolitica di Lucio Caracciolo (NOTA 2).

Qui si chiude il quadro generale e le relative prospettive a breve.
Sarà solo una pausa perchè a medio e lungo termine, la Èlite di Potere americana continuerà a perseguire la strategia di “conquista” della Russia (le sue risorse naturali e il suo Istituto di Emissione della Moneta). E come ho già detto in diverse occasioni, se ciò avverrà, la Cina non rinuncerà alla sua “quota”.

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NOTA 1Riguardo agli autori dell’attacco militare ai gasdotti, gli organi di informazione occidentale ci propinano scambio di accuse tra Ucraina, Russia e Stati Uniti, per prepararci alle nebulose conclusione (sono pronto a scommeterci) delle indagini (svolte da chi?) che non porteranno ad alcun risultato conclusivo (come quelle farsa sul laboratorio di Wuhan)
I succitati “organi di informazione” dovrebbero invece diffondere il video sotto riportato in cui Biden in missione nel mese di Febbraio in Europa dichiara che in caso di scontro militare Russia-Ucraina «non ci sarà più Nord Stream 2». Biden pensava anche, ma non l’ha detto: «E intanto che ci siamo sistemiamo per le feste anche Nord Stream 1. E così l’Europa dovrà comperare il nostro gas e la Russia dovrà vendere il suo in Asia.»
Nella seconda parte del breve video il penoso e servile Scholz, Capo del Governo tedesco, incalzato dalla giornalista dichiara che gli Stati Uniti non agiranno da soli, ma avranno la collaborazione tedesca!
Biden era stato preceduto il mese prima da una analoga dichiarazione pubblica di Vittoria Nuland, sottosegretario di stato americano, che dal 2013 segue “molto da vicino” l’Ucraina su incarico del governo degli Stati Uniti.
Il troppo diligente ex ministro degli Esteri polacco (la Polonia è un atavico e acerrimo nemico della Russia) e attuale europarlamentare ha fatto un autogol per eccesso di zelo con il seguente tweet del 27 di Settembre.

NOTA 2 – Sempre di Lucio Caracciolo, ecco la breve e chiarissima sintesi del fondamentale incontro Xi Jinping e Putin avvenuto a Samarcanda a metà Settembre

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2 thoughts on “Ucraina – Il Settembre Nero di Vladimir Putin.

  1. Integrazione con aggiornamenti. Seconda parte.

    “Ucraina, il dato che contraddice la propaganda quotidiana”

    di G. Santomassimo per L’Antidiplomatico, 9 novembre 2022

    È un dato in assoluta controtendenza rispetto all’andamento di tutte le guerre dagli anni 30 del secolo scorso in poi: in Ucraina le vittime militari sono più di quelle civili.

    (A settembre, secondo le stime dell’Onu, ammontavano a 6000. Tra i militari invece, Kiev dice di aver ucciso 70mila soldati russi, un dato gonfiato ma anche se fossero la metà segna una dimensione numerica consistente. Senza contare le vittime tra i militari ucraini che Mosca non conta o non fornisce.)

    So che sono cose sgradevoli da dire, e spero che il discernimento prevalga sugli astratti (e concreti) furori.

    Ma una cosa che mi colpisce in questa guerra è che vi siano molti più caduti tra i soldati che nella popolazione civile. È un dato in assoluta controtendenza rispetto all’andamento di tutte le guerre dagli anni 30 del secolo scorso in poi.

    A dimostrazione del fatto che i russi non hanno scelto di condurre una guerra “all’americana” o “all’israeliana”.

    Abbiamo scelto di seguire questa guerra con gli occhiali della propaganda ossessiva di una sola parte, ma qualche semplice ragionamento possiamo pur sempre farlo in base ai dati nudi e crudi. “Tempesta di fuoco” hanno titolato una settimana fa i quotidiani per commentare i bombardamenti di infrastrutture decisi dai russi anche per ritorsione dopo il sabotaggio del ponte in Crimea.

    Le fonti ucraine parlano di 11 morti. Un bilancio che a Gaza sarebbero pronti a firmare di fronte alle ricorrenti spedizioni punitive della democrazia coloniale di occupazione.

    In pratica i russi dopo 8 mesi decidono di fare quello che la NATO faceva a Belgrado dal primo giorno di guerra.

    Proseguimento:

    https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-ucraina_il_dato_che_contraddice_la_propaganda_quotidiana/39602_47838/

    Breve commento.

    Ennesima prova che a TV e giornaloni occidentali Orwell gli spiccia casa!

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