Dal “Ghe pensi mi!” al “Tocca a te!”

L’ottimismo secondo Matteo Renzi.

Anche Matteo Renzi, come Jovanotti, ha partecipato al convegno TEDx “Innovazione e ottimismo” tenutosi a Firenze  il 12 novembre scorso e ha presentato la sua interpretazione del concetto di ottimismo.
La politica non è il tema del convegno e infatti Renzi la sfiora soltanto. Per esporre il suo concetto di ottimismo cita invece 4 personggi, il primo tedesco – Dietrich Bonhoeffer – e 3 fiorentini illustri – “Ser Pippo” Brunelleschi, Giorgio La Pira e … Pinocchio.
Non intendo fare il riassunto della brillante presentazione di Renzi (sotto trovate il video, durata 16 minuti), ma voglio citarne due passaggi per me particolarmente significativi e collegati fra loro.
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L’ottimismo in versione Jovanotti.

Lorenzo JovanottiLorenzo Cherubini è un personaggio pubblico apprezzato, oltre che per le sue canzoni e i suoi show, per la sua vitalità, simpatia, comunicatività semplice e diretta.
E’ anche un ottimista e nel corso di un incontro (TED-Innovazione e ottimismo), organizzato a Palazzo Vecchio a Firenze il 12 novembre scorso, ha illustrato cosa intende per ottimismo e la sua presentazione è riportata nel video che trovate sotto.

Si potrebbe facilmente obbiettare che nella sua condizione di successo è facile essere ottimista e in parte l’obiezione può essere fondata.
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Il ballo di Matt Hardey.

 

Matta Hardey Questo ragazzo americano ha inventato e realizzato uno show molto speciale e con il solo aiuto della sua ragazza. Premesso che il filmato non è una novità (è del 2008), ci presenta comunque il successo di un giovane creativo e intraprendente, che ha saputo sfruttare appieno le potenzialità comunicative della rete.

Matt ha realizzato questo spettacolo coinvolgendo interpreti sconosciuti e di tutte le età, andando nelle più svariate parti del mondo. E’ un ballo ridicolo, un po’ assurdo e liberatorio. Continua la lettura….

Puccini, Pavarotti e l’Italia.

Giacomo PucciniLuciano Pavarotti e Giacomo Puccini, due tra gli artefici della nostra immagine all’estero, sono “accomunati” in questa esibizione del 1994 a Los Angeles.

Si tratta della romanza “Nessun dorma”, dalla Turandot di Puccini, opera ambientata in una Cina imperiale di fantasia, la cui trama vive della lotta e compenetrazione tra odio e amore. Il brano interpretato da Pavarotti rappresenta il  momento in cui il personaggio Calaf canta la sua certezza di vincere l’odio di Turandot trasformandolo in amore e, a tal fine, ha persino messo in gioco la sua stessa vita.

La parte finale della romanza (“Dilegua o notte! Tramontate, stelle! All’alba vincerò! Vincero!”) potrebbe essere il canto simbolico di noi italiani che ci impegniamo per uscire dalla buia situazione in cui ci siamo cacciati.

Ritrovate l’esibizione di Pavarotti nel menù del blog alla sezione “Top video” , che raccoglie i filmati che non invecchiano mai.

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Donne e uomini.

Migone a ZeligL’argomento di questo post può essere affrontato da diversi punti di vista: storico-antropologico, biologico, sociale, neurologico e chi più ne ha più ne metta.

Rimandiamo ad altra occasione tutti questi approcci seri ed impegnativi, che sostituiamo invece con questo frizzante e spassoso mini-video di Paolo Migone, che si esibisce in una delle sue performance più riuscite.

Cliccate questo link. Video Migone all’Ikea.  Ciao!

P.S. Mi rendo conto che in questa esibizione Migone esprime il punto di vista dell’uomo-Marte. Prometto che cercherò il pendant che dia voce a quello della donna-Venere!

Steve Jobs alla Stanford University nel 2005.

Stay hungry, stay foolish.

Anche se già ampiamente noto, vale la pena  di presentare questo video del 2005 con il discorso di Steve Jobs ai laureandi della Stanford University, nel corso del quale, prendendo spunto dalla sua esperienza di vita, esprime comunque concetti che non hanno data.

Intendiamoci, Steve Jobs è’ un businessman e non un santo, ha certamente commesso errori e non è esente da colpe. Ma come imprenditore  nessuno come lui ha saputo leggere ed interpretare il bisogno di comunicare, in particolare dei giovani. Si è messo nella testa degli altri ed ha modellato la tecnologia e il design di conseguenza, con la semplicità d’uso come linea guida e facendo affidamento sull’intuitività della mente umana.

All’epoca di questo discorso, Steve Jobs è nel pieno del successo e della maturità della sua vita. Vita certamente non semplice, sfiorata recentemente dal soffio della morte, che ha avuto la fortuna e la forza di respingere. Sarà anche per questi motivi, ma dà l’impressione di avere un forte equilibrio e una grande forza interiore, che cerca di trasmettere ai laureandi di Stanford e, attraverso loro a tutti i giovani.

Il discorso è semplice e diretto, un magnifico esempio del “make it easy” americano.