Conversazione con il Prof sull’Europa e l’Euro (Parte I)

L’autointervista, un modo per semplificare temi complessi. Per chi vuole approfondire, ci sono i link seminati nel testo.

Parte I: dal dopoguerra al Trattato di Maastricht (1992).

D: “Allora Prof, dovremmo uscire o restare nell’EuroZona?

R: “Con una classe dirigente onesta e preparata dovremmo uscire domani mattina, anzi non ci saremmo neanche entrati, come hanno saggiamente deciso nell’interesse delle loro nazioni Regno Unito, Danimarca e Svezia negli anni ’90, riservandosi di farlo in futuro. Una unione monetaria non si può fare prima di quella politica e fiscale, è come come costruire una casa con il tetto, ma senza le pareti e impianto di riscaldamento.”

D: “E con questa classe dirigente?
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La Prima Crociata di Renzi

E’ partita la Prima Crociata di Renzi contro i frenatori delle Riforme in Italia e contro i Falchi europei del Rigore. Non sarà molto lunga ed altre probabilmente seguiranno.

Molti italiani sperano che l’ex sindaco di Firenze abbia successo nel suo slancio innovatore e di cambiamento epocale che annuncia ripetutamente da quando è entrato nell’agone politico nazionale ed internazionale. Ma quante chance ha di riuscirci? In questa prima fase il Matteo nazionale ne ha a mio avviso poche, i rapporti di forza sono a lui troppo sfavorevoli. Continue reading

Un aggiornamento sulla Grecia. La terapia dell’austerità l’ha salvata?

CambiofissoEuro e Austerità, in attesa del Fiscal Compact e del Fondo di redenzione del debito, mettono in ginocchio la Grecia (e buona parte dell’Europa)

Ogni tanto rileggo i miei post più vecchi, sopratutto se riguardano temi ancora di attualità, mi serve per capire quanto era corretta o meno la prospettiva dell’analisi. La rilettura de “Il finto salvataggio della Grecia” (qui) pubblicato il 5 marzo 2012 mi ha stimolato un veloce aggiornamento che ho aggiunto in fondo al post in questione e che riporto qui sotto.

Aggiornamento del 24 aprile 2014. A distanza di 2 anni ci aggiorniamo sui brillanti risultati dell’austerità germanico-europea. Il debito della Grecia era nel 2012 allo scoppio della crisi, pari a 360 miliardi, è stato tagliato (default) di circa 100, ma si sono aggiunti circa 60 miliardi di nuovo deficit, risalendo così a fine 2013 a 319 miliardi. Nel frattempo il Pil nominale è crollato a 182 miliardi (-22% su 2010). Quindi il rapporto debito/Pil è aumentato dal 160% di inizio crisi al 175% del 2013, la “cura” non funziona (o meglio funziona, ma per il medico, che si fa pagare una salata parcella)! Il deficit di bilancio 2013, alla spaventosa cifra di 23 miliardi (12,7% del Pil, in aumento rispetto al 8,7% del 2012), è dovuto tutto al pagamento di interessi (che sono stati per la precisione 30 miliardi). E  a fine 2014 il debito si posizionerà intorno al 185% (mia stima personale).  La ciliegina sulla torta della presa in giro: i soloni del FMI-UE hanno posticipato dal 2020 al 2022 il raggiungimento del …. 120%! Continue reading

Il Fondo di Redenzione del Debito, la mossa UE dietro l’angolo post-elezioni?

EuroMarco, Austerità, Fiscal Compact, ora il Fondo di Redenzione? Ecco come l’Europa ci … aiuta!

Nel crescendo del dibattito elettorale europeo stanno fiorendo in rete articoli sul Fondo Europeo di Redenzione (del Debito), che non è una istituzione finanziaria con uno scopo umanitario, ma è un progetto allo studio dei vertici europei, quale possibile strumento operativo per l’attuazione finanziaria, fiscale e patrimoniale del Fiscal Compact. Ecco di cosa si tratterebbe secondo l’interpretazione “spinta” di  GIORNALE.IT

La sigla è Erf e sta per European Redemption Fund, Fondo Europeo di Redenzione. Di che si tratta? E’ l’ultima idea partorita dalle fervide menti dei consiglieri di Angela Merkel per tartassare i sudditi europei. In sostanza i tedeschi hanno proposto una sorta di pilota automatico per rispettare il Fiscal Compact, con la creazione dell’Erf, l’European Redemption Fund. Si tratterebbe di costituire un Fondo a livello europeo, dove far confluire l’importo dei vari debiti pubblici degli Stati dell’Eurozona per la parte eccedente il 60% del PIL. L’Erf verrebbe garantito dagli Stati membri attraverso i loro asset pubblici patrimoniali, riserve auree e da almeno una percentuale della fiscalità riscossa a livello nazionale, Iva compresa.

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QUESTO Euro NO!!/3 – Napolitano euroeconomista critico e preveggente, europresidente accondiscendente

La visione critica dell’euroeconomista Napolitano del 1978

La storia della foto di Benigni e Berlinguer - Il PostFra le tante illustri menti che avevano previsto i rischi connessi a sistemi di cambi rigidi tra paesi indipendenti e strutturalmente diversi, si annovera anche Re Giorgio. Lo fece nel dicembre del 1978, nel pieno della maturità (53 anni), con un discorso alla Camera dei Deputati, che si rivelò una lezione di economia politica. 

Eravamo alle battute finali precedenti il lancio dello SME – sarebbe entrato in vigore il 13 marzo 1979 -, che era il secondo tentativo franco-tedesco (dopo il Serpente monetario) di creare delle bande di contenimento delle oscillazioni delle valute europee. La seduta aveva come oggetto la discussione sulla proposta di adesione IMMEDIATA dell’Italia allo SME. Napolitano (e il PCI, guidato da Berlinguer) si pronunciò contrario, perché la configurazione dello SME franco-tedesco conteneva forti rischi per l’Italia. Seguiamolo in questa lectio magistralis. Continue reading

QUESTO Euro NO!!/2 – Prodi: “Grazie all’Euro, la Germania è di gran lunga la nazione più potente d’Europa”

L’euroProdi ci illumina con la sua saggezza ed esperienza

Risultati immagini per natascha lusenti prodiIl video di 2 minuti che vi propongo è un’estratto della trasmissione-intervista di un’ora a Romano Prodi, dal titolo “Il mondo che verrà”, andata in onda in ottobre 2011 su La7 e condotta da Natasha Lusenti. Nel breve estratto il Professore – che è uno dei principali politici italiani interpreti diretti della fase costitutiva di Cambiofisso Euro – risponde ad una domanda sulla sopravvivenza o meno dell’eurozona alla crisi, già esplosa all’epoca del servizio televisivo, affermando quanto riportato nel titolo di questo articolo. Tutta la puntata è interessante (come le 2 successive che completano il ciclo, in fondo trovate tutti i link). Vi lascio alla risposta di Prodi, per poi passare a commentarla.

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QUESTO Euro, NO!!/1 – L’Euro NON è una moneta è un sistema di CAMBI FISSI

Da Bretton Woods all’Euro, breve storia degli accordi di cambi rigidi. 

Il 1° gennaio 1999 undici paesi europei, tra cui l’Italia, bloccarono il tasso di cambio delle loro valute nazionali – vi ricordate le 1936,27 Lire per un Euro? – con l’unità di conto denominata Euro che entrò poi in circolazione esclusiva il 1° gennaio 2002. E’ bene ricordare che stiamo parlando di un accordo politico, preceduto da 27 anni di preparazione (il Serpente monetario, l’ECU-genitore dell’Euro, lo SME) , che avevano abbondantemente evidenziato i limiti e le contraddizioni – già anticipate peraltro da illustri economisti del secolo scorso – di un sistema di cambi rigidi tra paesi economicamente autonomi, nonché in libera concorrenza commerciale tra di loro. Prima ancora dell’esperienza europea dello SME, c’era stato un più importante acoordo politico di cambi fissi, a livello mondiale, originato dagli accordi di Bretton Woods del 1944. Ripercorriamo le due tappe principali (Bretton Woods e lo SME) che hanno anticipato e preparato l’Euro a trazione tedesca.
La forzatura dell'Euro Continue reading

Pronti via! Il blog del Prof riparte con “QUESTO Euro, NO!!”

L'Euro in crisi esistenziale

Sono stato assente alcuni mesi, ma non per disaffezione al blog. Anzi, il motivo principale del mio silenzio nasceva dalla forte esigenza di migliorare la mia conoscenza e comprensione delle problematiche dell’Euro (va be’ riconosco che potrebbe esserci di meglio). Ed ho perciò consultato, studiato e analizzato svariate fonti – cartacee e da web – recenti e non. Continuerò a farlo, ma mi sento pronto a ricominciare a scrivere articoli sulla “commedia Euro”, con una maggiore consapevolezza e profondità. Lo farò inaugurando una rassegna dal titolo ampiamente esplicativo: “QUESTO Euro, NO!!”. Ero incerto se chiamarla “Questa Europa no!” o “Europa sì, Euro no!”, ma prefersico enfatizzare il principale “frutto” per noi velenoso – la moneta unica appunto – di questa costruzione che è rimasta, e non per caso, solo sulla carta.
L’Europa-Euro non funziona, credo che molti di noi italiani comincino a pensarlo, ma non capendo forse bene il perché, l’idea di uscire dall’euro (non dall’Europa) ci spaventa. Continue reading

Facciamo scoprire le carte alla Merkel.

Perché dobbiamo dare uno strattone alla Germania.
Partita a pokerE’ ormai chiarissimo che, se non sarà costretta da forze esterne, la Merkel vuole tirare dritto almeno fino alle elezioni politiche di settembre 2013 rifiutando qualsiasi forma di aggregazione dei debiti nazionali. E nel frattempo i tedeschi continueranno a trarre (merito loro e demerito degli altri) consistenti vantaggi dalla  bilancia commerciale e dalla diminuzione della spesa per  interessi dei propri Bund. Al contrario la nostra prospettiva è di arrivare a fine 2013  con l’economia a pezzi, dissanguati finanziariamente dai crescenti tassi di interesse sui titoli di stato e con il pareggio di bilancio che diventa quindi miraggio irraggiungibile. Continue reading

Euro no, euro sì? Pensieri sparsi di una sera di giugno 2012.

Pillole di euro-riflessioni tra lo scherzoso e il serio.

Oggi è il 27 giugno, stasera c’è la semifinale del campionato europeo di calcio tra Spagna e Portogallo (due dei paesi Pigs) e domani Mario seduce Merkella seconda semifinale tra Italia e Germania. Sempre domani inizia a Bruxelles la due-giorni del diciannovesimo vertice per “risolvere” la crisi europea. Sembra che Monti sia intenzionato a trattenere nottetempo la Merkel se non cederà alle sue richieste. Supermario mi sembra così deciso che non escluderei che sequestri la Cancelliera nella camera d’albergo anche durante il week-end. E domenica c’è anche la finale del campionato europeo di calcio. Vincerà la Germania? O la Spagna o, peggio ancora per i tedeschi, l’Italia? Periodo intenso…. Continue reading