La Grecia, l’Austerità e la Stupidità

Ci siamo, il tempo sta per scadere. Le condizioni poste dalla Troika alla Grecia per continuare a ricevere aiuti finanziari che finora l’hanno tenuta artificialmente in vita (vedasi gli attuali Ela della BCE),  si riassumono nei seguenti punti

  1. Taglio delle pensioni per circa 2 miliardi, cioè l’1% del Pil
  2. Aumento dell’IVA
  3. Blocco del ripristino della contrattazione collettiva dei salari e dell’innalzamento del salario minimo
  4. Forte rilancio delle privatizzazioni, con la (s)vendita a privati di porti, operatori di telecomunicazioni, reti elettriche e aeroporti
  5. Se volete approfondire trovate maggiori dettagli in questo articolo del Il Sole 24ORE

Si tratta del proseguimento dell’Austerità, sapientemente e gradualmente introdotta nei trattati e regolamenti europei dalla Germania a partire dal 1992 (Maastricht), e poi applicata a dosi massicce in Europa sulla scia della crisi finanziaria ed economica del 2008. Proviamo a valutare i risultati attesi da questa nuova dose di rigore teutonico, utilizzando dati di fonti insospettabili. Continua la lettura

Joseph Stiglitz: “Il problema è l’Europa, non la Grecia”

Il Premio Nobel per l’Economia: Euro e Austerità hanno diviso i popoli europei anziché unirli. E’ una follia che deve finire. Altrimenti le economie dei paesi periferici e i loro popoli continueranno a soffrire


Joseph Sti­glitz
 è pro­fes­sore alla Colum­bia Uni­ver­sity di New York, autore di diversi libri e saggi, è stato capo eco­no­mi­sta della Banca Mon­diale fino al 2000. Nel 2001 ha rice­vuto il pre­mio Nobel per l’economia. Lui, Paul Krugman e Nouriel Roubini sono i più illustri eurocritici di una folta schiera d’oltre Atlantico.

Nello scorso gennaio ha scritto un articolo pubblicato sul Forum on-line Social Europe e replicato con qualche variante a fine febbraio su Time. Eccolo in versione ridotta, per quella integrale seguite i link precedenti.

Secondo i dati eco­no­mici più recenti, sia gli Stati uniti che l’Europa stanno mostrando segnali di ripresa, anche se è pre­sto per dichia­rare la fine dalla crisi. Nella mag­gior parte dei paesi dell’Unione euro­pea, il Pil pro capite è ancora infe­riore al periodo pre­ce­dente la crisi: un intero decen­nio per­duto. Die­tro alle fredde sta­ti­sti­che, ci sono vite rovi­nate, sogni sva­niti e fami­glie andate a pezzi (o mai for­ma­tesi), un futuro quanto mai pre­ca­rio per le gene­ra­zioni più gio­vani, men­tre la sta­gna­zione – in Gre­cia la depres­sione – avanza anno dopo anno……… Continua a leggere

Il fantasma greco

Ecco un brillante esempio di disinformazione sul secondo default della Grecia.

Ogni giorno un profluvio di informazioni, analisi e dibattiti sull’Unione Europea e su CambioFissoEuro inondano le orecchie e i cervelli di indifesi cittadini. Indifesi da che? Da omissioni, deformazioni, luoghi comuni, mancanza di professionalità, ignoranza o addirittura falsità, che creano una visione artificiale nella mente dell’ascoltatore.

No, non è un mega complotto, la maggior parte degli interpreti di questo folcloristico palcoscenico è in buona fede, sono pedine inconsapevoli, ma sempre di deformazione si tratta. Certamente qualcuno vuole che questo accada ed usa il potere politico-finanziario-mediatico di cui dispone.
Ecco un esempio, e non dei peggiori, di ciò che intendo: questo breve articolo pubblicato sull’ultimo numero di OGGI e scritto da Danilo Taino, corrispondente da Berlino del Corriere della Sera. Preciso peraltro che stimo molto Umberto Brindani, il direttore del settimanale, che esprime le sue idee su questo blog settimanale, parte integrante di OGGI.

Continua la lettura

Le tasse scendono, gli asini decollano – di Mario Seminerio

Mario Seminerio, analista macroeconomico e operatore finanziario (maggiori informazioni qui), è titolare del blog PhastidioIl 2 aprile scorso ha pubblicato il post che riporto integralmente. 

Le tasse scendono, gli asini decollano

Pubblicato oggi da Istat il conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche. Quello che interessa ai nostri fini non è però la fotografia del quarto trimestre quanto quella dell’intero 2014. Da cui si evince quello che da sempre vi viene detto da questi inutili pixel: non esiste una cosa chiamata riduzione della pressione fiscale. E se c’è stata, è costata cara in termini di inefficienza del suo impatto sulla crescita economica.

Continua a leggere

Simon Black/3-I debiti di studio, pesante fardello dei giovani americani

Il debito, da carburante a droga dell’economia capitalistica mondiale. E l’Italia non è affatto, come vogliono farci credere, tra i paesi più indebitati. Due post in uno del Prof

Nella moderna società del capitalismo industriale e finanziario coloro i quali, privati o banche, dispongono di capitali hanno sostanzialmente 4 modi per metterli a frutto che sono più o meno collegati con l’economia reale: 1) investire per creare o potenziare un’impresa, e accrescere il capitale generando un profitto 2) investire nel mercato immobiliare o per uso personale o per arricchimento via compravendita 2) prestarlo a credito al mondo produttivo o  alle famiglie o a qualche governo per ottenere un interesse 4) investire nei mercati finanziari più o meno a rischio/speculativi in cui i pesci più grossi – meglio informati e magari anche coalizzati in un gioco delle parti – vincono quasi sempre e il parco buoi dei piccoli molto spesso perde.
L’interconnessione tra produzione e finanza è totale ed immediata nel primo punto poi diminuisce per quasi azzerarsi nel quarto punto. Ma …… se gli attori finanziari del punto 4 sono gli stessi che hanno investito anche negli altri 3 settori, allora una loro crisi generatasi nei mercati finanziari si ribalterebbe sull’economia reale (vi ricorda qualcosa?). E se infine gli attori finanziari in questione sono banche che hanno erroneamente rischiato non con i loro capitali ma con quelli di terzi (depositi dei correntisti), allora al danno sull’economia reale si aggiunge la beffa per i cittadini risparmiatori.
Il problema storico ed epocale in cui siamo immersi e che ci viene quotidianamente nascosto è che alla inevitabile variabilità/oscillazioni del mondo produttivo, che si squilibra da solo se distorce eccessivamente e permanentemente la distribuzione del reddito tra capitale e lavoro, si è affiancata – più violenta, incombente e selvaggia – quella del mondo della finanza. E dato che poco o nulla è cambiato dal 2008 altri terremoti economico-finanziari sono altamente probabili.
Le cause e i meccanismi sono noti, altrettanto vale per gli interventi “tecnici” necessari per porvi rimedio, ma la politica non sta dalla parte del parco buoi, che cerca anzi di confondere e dirottare su piste fasulle e divisive. Sta dalla parte dei “too big to fail”

Il tema affrontato da Simon Black (i prestiti per gli studi universitari) riguarda un sotto-filone del punto 2, che risulterà sorprendente per un lettore italiano, mentre da lungo tempo è una caratteristica del mondo americano. Leggiamo la e-letter del 30 marzo del blogger di Sovereign Man, per poi formulare un commento.
student-loan-debt

Continua la lettura

Valéry Giscard d’Estaing: la Grecia si riprenderà solo uscendo dall’Euro

L’Euro è una catena per l’economia greca. Non lo dice un euroscettico, un economista sprovveduto o un populista anti-europeo, ma Valery Giscard D’Estaign, un padre fondatore della UE.

V. GISCARD D'ESTAIGNQuesta intervista è stata rilasciata da Valéry Giscard d’Estaing il 18 febbraio al capo redattore del quotidiano francese Les Echos (equivalente a Il Sole 24 ORE italiano). E’ decisamente sorprendente quanto dichiara questo importante personaggio interprete del percorso di costruzione della UE. Botta di arteriosclerosi o voce dal sen fuggita? Sussulto di obsoleta grandeur e di protagonismo? A voi la sentenza.

Continua la lettura …

Athenae Delenda Est – Paul Krugman

La visione di un economista americano sulla Grecia

Paula Krugman

Riporto le valutazioni a caldo dell’economista americano (premio Nobel 2008) Paul Krugman sulle trattative Grecia-UE in corso, che hanno visto ieri una rottura con il preoccupante nulla di fatto della riunione delle autorità finanziarie UE con il ministro greco Varoufakis.

OK, questo è stupefacente, e non in senso positivo. L’incontro di oggi dei ministri delle finanze dell’Eurozona per discutere il caso Grecia è fallito di fronte alla bozza di dichiarazione, che i Greci hanno descritto come “assurda.” E’ certamente un fatto eccezionale. Ecco qual’è secondo me la frase chiave:

  Continua la lettura…

Conversazione con il Prof sull’Europa e l’Euro (Parte V)

Dalla Recessione Mondiale (2008-2010) alla Recessione Europea (2011-2014) : la (dis)Unione Europea è nuda.

D: “Allora Prof, perché nell’Eurozona alla Grande Recessione Mondiale del 2008-2010 ha fatto seguito la Grande Recessione Europea, mentre negli Stati Uniti la ripresa si è manifestata a partire già dal 2011?”

R: “In effetti i dati del Fondo Monetario Internazionale dicono che le cose stanno come dici tu: già nel 2011 il Pil degli USA ha superato il picco pre-crisi del 2007 e la disoccupazione, dopo aver raggiunto il 10% nel 2010-2011, è scesa all’attuale 5,8%. Per contro nell’EZ ancora nel 2014 il Pil non ha recuperato il valore del 2008 e la disoccupazione è nel 2015 a livelli record intorno all’11,5%. Negli ultimi 7 anni l’economia degli USA è cresciuta il 9% in più di quella dell’area di CambioFissoEuro.
Naturalmente stiamo parlando della ingannevole media di Trilussa, perché ancora i dati del FMI ci dicono che la Germania ha tenuto il passo dell’America, nei confronti dei quali noi italiani abbiamo invece accumulato un ritardo superiore ai 15 punti! 

Continua lalettura…

Conversazione con il Prof sull’Europa e l’Euro (Parte III)

L’autointervista, un modo per semplificare temi complessi. Per chi vuole approfondire, ci sono i link sparsi nel testo. 

Parte Terza: l’Illusione del “periodo d’oro” (1999-2007) 

D: “Eppure sappiamo che nella fase iniziale dell’Eurozona, dal 1999 al 2007, le cose non erano andate poi così male e che la situazione cambiò nel 2008, in seguito allo scoppio della crisi finanziaria anglo-americana dei mutui fantasma e dei derivati. Come lo spieghi Prof?

Continue reading

Conversazione con il Prof sull’Europa e l’Euro (Parte II)

L’autointervista, un modo per semplificare temi complessi. Chi vuole approfondire può seguire i link seminati nel testo.                          

Parte II: la svolta del Trattato di Maastricht (1992)

D: “Torniamo allora alla svolta di Maastricht.

R: “Inquadriamola innanzi tutto nel contesto storico nel quale è avvenuta.
Il
 Trattato Maastricht, che produce il “salto di qualità” verso un Europa a trazione tedesca, è stato firmato 3 anni dopo la caduta del Muro di Berlino. Non si tratta di un caso perché questo avvenimento segna la fine del ciclo storico del dopoguerra e contribuisce in modo determinante ad avviarne un altro, non soltanto in Europa ma nel mondo intero e se vuoi potremmo farne oggetto di un’altra conversazione.”

D: “Volentieri, ma restiamo intanto sugli avvenimenti europei Continue reading