Lunedì 13 luglio, ore 8 – La furia notturna della Merkel contro Tsipras e i greci

Il vertice europeo di ieri è ancora in corso (Aggiornamento delle ore 15 in coda al post)

L’ultimatum-missile della Merkel

Improvvisamente ieri a Bruxelles il falco Schauble è diventato un piccioncino in confronto alla Merkel versione panzer. Angela ha spiazzato tutto il politicame europeo che si aspettava una sua posizione di mediazione, visto che già le richieste dell’Eurogruppo dell’altro ieri erano peggiorative rispetto alla proposta di qualche giorno prima di Tsipras, che a loro volta erano più pesanti di quelle ante referendum di una settimana fa, le quali avevano poco in comune con il programma politico di Syriza con cui Tsipras ha vinto le elezioni di gennaio. 

Invece ecco le imperiose schiaccianti richieste della cancelliera (affiancata da Olanda, Slovacchia, Finlandia ed altri), alcune delle quali da attuare entro pochi giorni nel Parlamento greco, una vera capitolazione. Le implicazioni economiche, patrimoniali e politiche equivalgono ad un missile puntato alla testa del popolo greco. Ecco le principali: creazione di un fondo che racchiuda patrimonio della Grecia per 50 miliardi di euro, a garanzia delle privatizzazioni promesse da Atene; la reintroduzione dei licenziamenti collettivi, la revisione della contrattazione collettiva, il ritorno della Troika ad Atene e l’intera riforma del codice civile. 

La Merkel sta “giocando” pesante, contro Tsipras e i greci, ma anche contro la volontà di Francia e degli Stati Uniti, che non vogliono perdere le basi militari greche, che stanno diventando ancor più strategiche vista la piega che sta prendendo l’altro paese-chiave della Nato in quella area mediterranea, la Turchia.

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BREAKING NEWS – Schauble apre ad interventi sul debito greco

Schauble per la prima volta dà ragione al FMI sul debito greco e dice che si potrebbero “ridefinire le scadenze”

Sta diventando un divertimento decodificare le dichiarazioni in codice dei politici che contano veramente per le decisioni sulla Grecia. Forse il più importante in questo momento è Schauble, il Ministro delle finanze tedesco, leader degli oltranzisti teutonici duri e puri.

Ieri è improvvisamente diventato possibilista riguardo un intervento sul debito ellenico. Commentando il recente rapporto del Fmi sulla sostenibilità del debito greco ha infatti dichiarato: “Senza un taglio, il debito greco non è sostenibile, penso che il Fmi abbia ragione” precisando però subito dopo che “non ci può essere un taglio perché violerebbe le regole della UE”, ma questo non esclude che si possano “ridefinire le scadenze”. Strano ministro delle finanze, taglio no, ma dilazione sì, sempre di ristrutturazione si tratta!

Ma la pagliacciata più grossa consiste nel fatto che una ristrutturazione, taglio incluso, – e come vedremo anche non da poco – è già stata concessa alla Grecia in una riunione dell’Eurogruppo (i ministri delle finanze) del 27 novembre 2012, in cui l’eccelso Schauble era presente, e il cui esito era stato salutato con toni enfatici. Ecco un estratto di un articolo dell’epoca del Corriere.it

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Grexit, un aggiornamento sulle forze in campo

Ad integrazione di quanto ho già scritto (in particolare quiqui e qui), devo introdurre un importante fattore che ho finora trascurato: sulla eventuale Grexit si pronunceranno 18 diversi paesi dell’Eurozona (la Grecia è il 19°). Ammesso e non concesso che alla fine la Germania si pieghi alla volontà di Obama di tenere gli ellenici nell’EZ,  Washington non ha il potere di pilotare tutti i membri dell’EZ seduti intorno al tavolo.

Per spiegarmi con poche parole utilizzo questa immagine di Centimetri, pubblicata in questo interessante articolo de La Stampa di ieri, che non richiede molte parole di commento: la maggioranza (color verde) è chiaramente “maldisposta” verso la Grecia.

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Referendum Grecia: se vince il Sì sarà “merito” di Draghi

La BCE e l’arma Emergency Liquidity Assistance

Cos’è e come funziona l’ELA.
I fondi ELA sono fondi di emergenza autorizzati dalla BCE ed erogati dalla banca centrale del paese destinatario che necessita dell’aiuto finanziario.

Non sono gratuiti hanno un tasso del 1,55%. La Grecia non può più accedere, per decisione presa dalla BCE all’indomani della vittoria elettorale di Tsipras di gennaio scorso, al finanziamento diretto presso la BCE il cui costo sfiora lo zero.
Si trattava in effetti di una deroga alle regole della BCE perché i titoli ellenici che le banche davano in garanzia non avevano una sufficiente affidabilità di mercato. Quello che valeva per il precedente governo Samaras non valeva per il nuovo governo Tsipras. Potere dei banchieri centrali!

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Le confessioni di BCE e FMI, ovvero oltre al danno la beffa

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E’ ben bizzarra la situazione in cui viviamo: attraverso i suoi emissari politici, sostenuti dalla grancassa mediatica, l’oligarchia finanziaria che governa il mondo prima stabilisce le non-regole che tornano a suo vantaggio, poi sulla base di quelle “regole” combina dei disastri, che fa pagare ovviamente ai Cittadini e dulcis in fundo …… ci spiega perché e come ha sbagliato.

E’ il caso di Banca Centrale Europea (BCE) e del Fondo Monetario Internazionale (FMI), due delle istituzioni politico-finanziarie di cui si avvalgono i “centri di potere” da tempo sovranazionali.

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La Grecia e le telefonate Obama-Merkel

Il gioco politico

Ho terminato il precedente post preconizzando una telefonata calda tra l’Imperatore Obama e la feudataria Merkel. Domenica scorsa ce n’è stata una e i comunicati stampa riportano che i due politici hanno concordato che è “di cruciale importanza riprendere un cammino che consenta alla Grecia riforme e crescita all’interno dell’Eurozona. I team economici dei due capi di Stato resteranno in “stretto contatto” per “monitorare la situazione”.

Contemporaneamente c’è stata telefonata analoga tra Tsipras e il Ministro del Tesoro USA Lew che era il seguito di quella avvenuta una settimana prima.

Il pressing americano per una conclusione positiva e di compromesso continuerà questa settimana e si è fatta asfissiante. Le motivazioni yankee: le basi Nato in Grecia nel caso di sua uscita dall’Eurozona e dalla UE e turbolenze finanziarie ed economiche in caso di rottura EZ

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La Grecia, l’Austerità e la Stupidità

Ci siamo, il tempo sta per scadere. Le condizioni poste dalla Troika alla Grecia per continuare a ricevere aiuti finanziari che finora l’hanno tenuta artificialmente in vita (vedasi gli attuali Ela della BCE),  si riassumono nei seguenti punti

  1. Taglio delle pensioni per circa 2 miliardi, cioè l’1% del Pil
  2. Aumento dell’IVA
  3. Blocco del ripristino della contrattazione collettiva dei salari e dell’innalzamento del salario minimo
  4. Forte rilancio delle privatizzazioni, con la (s)vendita a privati di porti, operatori di telecomunicazioni, reti elettriche e aeroporti
  5. Se volete approfondire trovate maggiori dettagli in questo articolo del Il Sole 24ORE

Si tratta del proseguimento dell’Austerità, sapientemente e gradualmente introdotta nei trattati e regolamenti europei dalla Germania a partire dal 1992 (Maastricht), e poi applicata a dosi massicce in Europa sulla scia della crisi finanziaria ed economica del 2008. Proviamo a valutare i risultati attesi da questa nuova dose di rigore teutonico, utilizzando dati di fonti insospettabili. Continua la lettura

Simon Black/5-L’ultima stortura della finanza: tassi di interesse negativi

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20100202-sovBy SIMON BLACK            Learn how to be free

17 aprile 2015                               Sovereign Valley Farm, Cile

Parliamo di idioti.

In qualche parte del mondo qualche banchiere, assurdamente ben pagato, ha appena piazzato il capitale di investitori in uno strumento finanziario che certamente perderà denaro: debito pubblico australiano.

47 investitori hanno partecipato all’asta di $ 200.000.000 di obbligazioni del governo australiano; tipicamente i partecipanti ad un’asta offrono il prezzo che sono disposti a pagare e le offerte più alte vincono l’asta.

In questo caso, e per la prima volta in Australia, ognuno dei 47 partecipanti ha offerto un prezzo così alto che implica un tasso di interesse negativo.

Anche l’offerta più bassa in asta, ad esempio, ha comportato una perdita netta … o un rendimento effettivo NEGATIVO dello 0,015%. Il prezzo più alto implicava un rendimento negativo di o,085%.

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Simon Black/4-E’ il momento storico in cui gli Stati Uniti stanno perdendo il proprio ruolo

Seguiamo anche oggi il pensiero di Simon Black, forse discutibile nei toni e nella tempistica da lui prevista per cambiamenti in atto ma non nella direzione del “reset”. Che già oggi non riguarda solo gli USA, ma anche Europa e Giappone e nell’arco dei prossimi 20-30 anni (tanto per fare il Casaleggio) toccherà all’intera umanità essere via via sempre più impegnata nella ricerca di un interscambio equilibrato tra la propria vita e quella della Terra.
US-politics

20100202-sov By SIMON BLACK                       Learn how to be free

6 aprile 2015                                                                       Santiago, Cile

La scorsa settimana, il governo cinese ha chiuso la finestra aperta per aderire come membri fondatori alla sua nuova Asian Investment Bank Infrastructure (AIIB).

La AIIB, se non ne avete ancora sentito parlare, è stata progettata essenzialmente per spodestare il FMI e la Banca Mondiale controllate dal mondo occidentale.

E prima del termine ultimo di martedì scorso, decine di nazioni in tutto il mondo, dalla Nuova Zelanda alla Danimarca hanno firmato per aderirvi.

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Le tasse scendono, gli asini decollano – di Mario Seminerio

Mario Seminerio, analista macroeconomico e operatore finanziario (maggiori informazioni qui), è titolare del blog PhastidioIl 2 aprile scorso ha pubblicato il post che riporto integralmente. 

Le tasse scendono, gli asini decollano

Pubblicato oggi da Istat il conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche. Quello che interessa ai nostri fini non è però la fotografia del quarto trimestre quanto quella dell’intero 2014. Da cui si evince quello che da sempre vi viene detto da questi inutili pixel: non esiste una cosa chiamata riduzione della pressione fiscale. E se c’è stata, è costata cara in termini di inefficienza del suo impatto sulla crescita economica.

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