BREAKING NEWS – Schauble apre ad interventi sul debito greco

Schauble per la prima volta dà ragione al FMI sul debito greco e dice che si potrebbero “ridefinire le scadenze”

Sta diventando un divertimento decodificare le dichiarazioni in codice dei politici che contano veramente per le decisioni sulla Grecia. Forse il più importante in questo momento è Schauble, il Ministro delle finanze tedesco, leader degli oltranzisti teutonici duri e puri.

Ieri è improvvisamente diventato possibilista riguardo un intervento sul debito ellenico. Commentando il recente rapporto del Fmi sulla sostenibilità del debito greco ha infatti dichiarato: “Senza un taglio, il debito greco non è sostenibile, penso che il Fmi abbia ragione” precisando però subito dopo che “non ci può essere un taglio perché violerebbe le regole della UE”, ma questo non esclude che si possano “ridefinire le scadenze”. Strano ministro delle finanze, taglio no, ma dilazione sì, sempre di ristrutturazione si tratta!

Ma la pagliacciata più grossa consiste nel fatto che una ristrutturazione, taglio incluso, – e come vedremo anche non da poco – è già stata concessa alla Grecia in una riunione dell’Eurogruppo (i ministri delle finanze) del 27 novembre 2012, in cui l’eccelso Schauble era presente, e il cui esito era stato salutato con toni enfatici. Ecco un estratto di un articolo dell’epoca del Corriere.it

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I COMMENTI DI FMI E BCE – Il Fondo Monetario Internazionale plaude alle iniziative accordate dall’Eurogruppo alla Grecia, che puntano ad appoggiare il programma di riforme economiche del Paese e contribuiscono in modo sostanziale alla sostenibilità del debito greco. Lo ha affermato il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, in una nota, sottolineando che le misure accordate «aiuteranno a portare il rapporto debito-pil della Grecia su una traiettoria sostenibile e a facilitarne il graduale ritorno sul mercato». La Lagarde ha poi espresso apprezzamento «per l’impegno dei partner europei a portare il debito della Grecia sostanzialmente sotto il 110% del pil nel 2022». Anche il presidente della Bce Mario Draghi ha «accolto con favore» l’accordo sul debito di Atene: «rafforzerà la fiducia nella Grecia e nell’euro», ha detto al termine dell’eurogruppo.

Se vuoi leggere l’articolo integrale, clicca qui

Come sia poi andata a finire a 2 anni e mezzo di distanza lo stiamo vivendo in queste settimane.

Questa apertura di Schauble non è neanche una novità della nuova trattativa 2015, perché nel maggio scorso, quando era ancora Varoufakis a negoziare, l’allora capo dell’Eurogruppo, l’oltranzista olandese Dijsselbloem, aveva fatto le stesse affermazioni.

Veniamo al merito, cominciando dall’efficacia della ristrutturazione di fine 2012. Non vi tedio con le decisioni prese (le trovate nell’articolo del Corriere.it), ricordo solo che hanno riguardato dilazioni di pagamento e riduzione sostanziale degli interessi. Ma quello fu il secondo tempo del film della ristrutturazione, il primo era già stato girato ad inizio 2012 con un taglio del debito detenuto dai privati e altri interventi sulle scadenze e gli interessi. 

L’impatto di questo pacchetto è stato molto forte e favorevole alle finanze della Grecia. Li sintetizzo così: il periodo totale su cui è spalmato il debito pubblico greco è stato portato a oltre 40(!) anni e il tasso di interesse medio di tutto il debito è sceso dal 4,5% del 2008 al 2,4% del 2014 (il costo medio del debito italiano e intorno al 4%)

Ma la Grecia “merita”altri aiuti?

Sento già ronzare questo pensiero: “Vedi che sono proprio i greci il problema?! Non pagano le tasse, lo stato sperpera, non hanno voglia di lavorare e così si sono mangiati i 250 miliardi di aiuti che hanno ricevuto!” E’ la nenia che, in modo più o meno esplicito, viene cantata incessantemente dall’europropaganda. Guardiamo i dati

  1. Non pagano le tasse
    Questi sono i dati Fmi delle entrate fiscali in rapporto al Pil di alcuni paesi europei. Come si vede la Grecia è salita dal 40% ante crisi al 44-45% attuale. (la media UE è 46-47%). Se i greci non pagano le tasse, come la mettiamo con la Spagna che è inferiore al 38%? 
  2. Lo Stato sperpera
    Eccola tabella Fmi del deficit/surplus per la gestione della macchina pubblica(stipendi,pensioni, spesa sanitaria, investimenti, ecc) di alcuni paesi europei. Gli sperperatori sono, in ordine d’importanza: inglesi, spagnoli, francesi. La palma del più virtuoso se la contendono Italia e Germania, con la Grecia che è entrata nel club delle cicale nel 2013
    Questi ragionamenti sono intrinsecamente bacati, ma li ho fatti per seguire la propaganda eurocratica.
  3. Non hanno voglia di lavorare. 
    L’ennesima tabella Fmi con i dati degli occupati in Grecia. I casi sono due, o c’è un virus in Grecia che ha portato più di un milione di persone (su 4,5 milioni circa) a decidere di smettere di lavorare tra il 2007 e il 2014 (era troppo ricca?) oppure siamo in presenza …. aspetta un po’, forse di una crisi economica?
  4. Dove sono andati i 250 miliardi di aiuti
    Dei 250 miliardi erogati alla Grecia dal 2010, solo 27 sono entrati nella spesa pubblica corrente del governo greco, gli altri 225 circa sono andati ai creditori (capitale ed interessi), principalmente banche francesi e tedesche. Dati illustrati nel grafico di questo post.

Quello che è successo è tutta un’altra storia. Con lo scoppio della crisi finanziaria, i finanziamenti ai privati e allo stato greco affluiti fino ad allora a getto continuo hanno cominciato la ritirata e sono stati sotituiti dall’Austerità. Che essenzialmente (l’ho già scritto tante volte) è taglio della domanda privata (aumento tasse) e di quella pubblica (taglio spesa pubblica). Conclusione, tracollo della domanda e del Pil. Ecco un grafico illuminante che illustra l’andamento sia del debito che del Pil

Si vede chiaramente che, grazie alla ristrutturazione concessa nel 2012, il debito è sceso poi però è risalito (entrate fiscali mancanti per tracollo Reddito), anche se è rimasto inferiore al massimo del 2011, mentre il Pil dal 2009 è andato in una sola direzione …. quella dell’austerità.

Un fine settimana spericolato.

E’ quello che ci attende, domenica ci saranno un Eurogruppo finanziario e un vertice straordinario dai Capi di stato e di Governo della UE a 19 e poi a 28.

Vedremo se l’apertura del falco Schauble diventerà un consenso ad un nuovo programma di aiuti alla Grecia, unitamente ad un impegno a rivedere a brevissimo termine il debito. Conclusione che continuo a pensare sia la più probabile (senza escludere la possibilità di altri possibili sbocchi).

Se così sarà ci potremo “divertire” insieme a valutare la reale efficacia (spalmeranno il debito in 80 anni e porteranno il tasso al 1%?) di questo 3° intervento pro-Grecia, sempre sotto la cappa di CambioFissoEuro e di frau Austerità ….

Intanto Angela è impegnata su altri fronti dei suoi possedimenti europei e forse sta già meditando come far digerire al suo partito e al Parlamento tedesco il 3° programma di “aiuti” a quei lazzaroni, sperperatori e approfittatori dei greci

Addendum

Per definire l’austerità ho usato il termine “taglio” della domanda. Il professor Monti preferisce un’altra terminologia, “distruzione”. Godetevi questo video di un minuto e guardate l’espressione dell’intervistatore di fronte al sadico distruttore confesso

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2 thoughts on “BREAKING NEWS – Schauble apre ad interventi sul debito greco

  1. Non sono un economista pertanto ciò che mi appresto a scrivere potrebbe essere cosa non fattibile,comunque chiedo il suo parere.
    Quando si decise di introdurre l’Euro , i paesi con le economie più forti si collocavano in prima fascia e quelli con le economie più deboli in seconda fascia, in sostanza un Euro ed una Europa a due velocità,visto che è stato praticamente impossibile conciliare le economie forti con quelle più deboli non potrebbe essere presa nuovamente in considerazione una economia ed una Europa a due velocità per dare modo a quelle più deboli di crescere e diminuire quel divario che le divide dalle economie più forti ?
    Se fosse fattibile speriamo che l’Italia non abbia l’arroganza e la presunzione di entrare in prima fascia mi sembra che questa presunzione l’abbiamo pagata cara.

  2. Gianca, il quesito è sì di natura economica, ma anche politica. E pur non essendo né economista né politico mi sono formato negli ultimi anni una mia visione dei fatti europei.
    L’Euro a due velocità è un tema ampiamente dibattuto (734.000 risultati nel web, questo è un recente articolo del Sole 24ORE http://tinyurl.com/cou48st) da quando la crisi del 2008 ha fatto emergere gli squilibri asimmetrici della unione monetaria dell’Eurozona
    Da un punto di vista tecnico (economico-finanziario) i due euro possono certamente convivere: due valute e due banche centrali.
    Nel rapporto tra le due zone, le esportazioni dei paesi di serie B recupererebbe competitività rispetto a quelli della zona A e il mercato dei cambi farebbe il suo corso (prevalendo nel lungo termine anche su possibili interventi politici delle banche centrali) aumentando o diminuendo questa competitività nel tempo in funzione della situazione economica e sociale dei due aggregati europei.
    All’interno delle due zone però, qualora le due unioni monetarie mantenessero l’impostazione di quella attuale, con il passare degli anni si ripresenterebbero tra i paesi aderenti squilibri asimmetrici sempre più marcati, esattamente come è successo dal 1999 con CambioFissoEuro, che è un simulacro di moneta. Se sai già cosa sono le asimmetrie salta il prossimo pistolotto
    PISTOLOTTO SULLE ASIMMETRIE – INIZIO
    L’elemento principale che manca per definire l’Euro una moneta è un riequilibrio fiscale all’interno della comunità dei paesi, esattamente come accade tra Italia del Nord e quella del Sud e come tra la Germania Ovest e la ex RDT, o come tra gli stati del Nord-est Usa e quelli del Sud. L’altro aspetto della solidarietà fiscale di un paese è la messa in comune del debito dell’amministrazione pubblica.
    Ma attenzione il riequilibrio fiscale non è beneficenza, c’è una contropartita per chi paga più tasse di quelle che riceve in pensioni, servizi, ecc. Intendo dire che il valore della lira fino alla fine degli anni 90, senza la presenza del Mezzogiorno sarebbe stato nettamente più alto e quindi le aziende del Nord avrebbero esportato meno e/o fatto minori profitti.
    Tornando all’EZ, l’asimmetria consiste 1) nel fatto che il “Nord-Italia” (Germania&C) usufruisce su tutti i mercati di esportazione (dentro e fuori Europa) di una valuta più debole di quanto sarebbe se il “Nord-Italia” fosse da solo (il surplus della bilancia commerciale tedesca e olandese ha raggiunto da anni livelli stratosferici) e 2) non condivide attraverso alcuna forma di solidarietà fiscale le centinaia di miliardi che riscuote grazie a CambioFissoEuro.
    Se poi alle asimmetrie generate da CambioFissoEuro associ la politica economica dell’Austerità per uscire da una situazione generalizzata di crisi economica post 2008, allora dai la mazzata definitiva ai paesi più deboli.
    FINE DEL PISTOLOTTO SULLE ASIMMETRIE
    Queste problematiche erano chiarissime nelle menti dei politici che “costruirono” l’EZ, lo SME aveva anche dimostrato quanto sia impossibile vincolare nel lungo periodo valute tra paesi di competitività economico-sociale (di portata storica) diversa. Ma allora perché hanno fatto questa scelta?
    Qui usciamo dal campo economico-finanziario ed entriamo per un attimo a quello politico. La mia risposta è che conveniva agli Stati Uniti, per un calcolo geo-politico, e all’accoppiata Germania-Francia per motivi 1) geopolitici (diventare leader dell’Europa), 2) economici (avvantaggiarsi nella concorrenza con l’Italia e gli altri paesi del Club Med) e 3) finanziari (poter investire e comperare asset nel Club Med senza correre il rischio di svalutazioni). Insomma, gli Usa mantenevano il protettorato militare sull’Europa e Germania-Francia (quest’ultima ha in buona parte sbagliato i calcoli) avevano la licenza per la colonizzazione dell’Europa del Sud (e poi quella dell’Est)
    Gianca se sei arrivato sin qui, fai l’ultimo sforzo perché torniamo all’Europa a due velocità. Se quello che ho scritto è corretto si può dedurre che l’Italia sarebbe il paese doppiamente avvantaggiato: non solo recupererebbe competitività nei confronti di Germania&C, ma addirittura anche nei confronti degli altri paesi della sua Zona B (Spagna, Portogallo, Grecia, ecc) perché ha una industria esportatrice strutturalmente molto più forte.
    Quindi la preda più prelibata della attuale EZ non solo sfuggirebbe di mano, ma diventerebbe col tempo più pericolosa. Credo che la Germania non proporrà mai l’Europa a due velocità, a meno che ormai diventasse politicamente impossibile tenere insieme l’attuale assetto, diventerebbe allora una ritirata strategica necessaria. In questo senso diventa un evento futuro possibile
    Spero di non esagerare nelle risposte, in effetti questo è un mini-post, ma a me è servito per focalizzare meglio certi concetti, quindi ti ringrazio

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