Un aggiornamento sulla Grecia. La terapia dell’austerità l’ha salvata?

CambiofissoEuro e Austerità, in attesa del Fiscal Compact e del Fondo di redenzione del debito, mettono in ginocchio la Grecia (e buona parte dell’Europa)

Ogni tanto rileggo i miei post più vecchi, sopratutto se riguardano temi ancora di attualità, mi serve per capire quanto era corretta o meno la prospettiva dell’analisi. La rilettura de “Il finto salvataggio della Grecia” (qui) pubblicato il 5 marzo 2012 mi ha stimolato un veloce aggiornamento che ho aggiunto in fondo al post in questione e che riporto qui sotto.

Aggiornamento del 24 aprile 2014. A distanza di 2 anni ci aggiorniamo sui brillanti risultati dell’austerità germanico-europea. Il debito della Grecia era nel 2012 allo scoppio della crisi, pari a 360 miliardi, è stato tagliato (default) di circa 100, ma si sono aggiunti circa 60 miliardi di nuovo deficit, risalendo così a fine 2013 a 319 miliardi. Nel frattempo il Pil nominale è crollato a 182 miliardi (-22% su 2010). Quindi il rapporto debito/Pil è aumentato dal 160% di inizio crisi al 175% del 2013, la “cura” non funziona (o meglio funziona, ma per il medico, che si fa pagare una salata parcella)! Il deficit di bilancio 2013, alla spaventosa cifra di 23 miliardi (12,7% del Pil, in aumento rispetto al 8,7% del 2012), è dovuto tutto al pagamento di interessi (che sono stati per la precisione 30 miliardi). E  a fine 2014 il debito si posizionerà intorno al 185% (mia stima personale).  La ciliegina sulla torta della presa in giro: i soloni del FMI-UE hanno posticipato dal 2020 al 2022 il raggiungimento del …. 120%!

Il paese è in ginocchio e meno solvibile! Last but not least, disoccupazione al 26,7%, quella giovanile al 57% e condizioni sociali drammatiche del popolo greco. E cosa pensa bene di fare il Parlamento europeo di Strasburgo? Ponziopilatescamente, di scomunicare e condannare la Troika FMI-BCE-UE, che avrebbe esagerato! Sembra di essere su scherzi a parte, ma è la drammatica realtà, che fa a pugni con gli elogi della Merkel piovuti sulla Grecia per il buon esito del ritorno dei titoli greci sul mercato finanziario e il forte calo dei tassi di interesse, che in realtà è generalizzato ed è pilotato ancora una volta da BCE e banche private europee. Il fine? Sostenere l’immagine della Unione europea a leadership tedesca, rabbonendo e confondendo le idee dei cittadini dei paesi europei in vista dell’imminente voto politico.
E intanto, secondo Reuters Italia, si profila una seconda operazione di taglio (=default parziale) del debito per poter arrivare al famoso 120% del debito nel 2022. A quando l’haircut? Secondo Reuters nella seconda metà del 2014, ad elezioni avvenute, appunto!

Non ho remore ad affermare che la competizione economica, quando è distorta da regole sbagliate e che favoriscono il più forte, va chiamata con il suo vero nome: guerra economica, ma pur sempre guerra, e i dati sopra riportati della situazione economico-sociale della Grecia ne  sono una tragica testimonianza (su scala diversa il concetto vale anche per il nostro paese). La cartina dell'EuoGermaniaNon dimentico e non assolvo la classe dirigente – e l’annessa corruzione – che il popolo greco si è data negli ultimi decenni e che non si muove di un millimetro ( a proposito, che aiuto dà l’Europa per questo?), ma questo è un motivo in più per non caricare un paese con trattati e regole economiche penalizzanti. Chi ha obbligato la Grecia ad aderire a CambiofissoEuro? Nessuno, la sua classe dirigente ci ha visto una convenienza, in buona o in mala fede, ed ha portato il paese dentro l’Unione europea.

La tendenza dei numeri della Grecia si applicano all’Eurozona nel suo complesso, il cui debito pubblico ha raggiunto nel 2013 il record del 92,6% del Pil (dato Eurostat, 85,5% nel 2010) e nel 2014 aumenterà ancora. Ma questa è la media che, come ci ricorda Trilussa, è ingannevole, c’è chi non mangia il pollo e chi ne mangia 4 e la media dice 2 polli a testa.
La Germania (accompagnata solo dal Lussemburgo) non ha visto nel 2013 un aumento del suo debito pubblico, ma ha invertito la rotta ed è sceso dal 81 al 78,4% del Pil, per l’effetto combinato di un leggero calo del debito (da 2161 a 2147 miliardi) in valore assoluto ed un aumento del Pil a 2738 miliardi(+2,7%). Il sia pur piccolo surplus dei conti pubblici tedeschi fa il paio con un enorme surplus della bilancia commerciale, grazie a CambiofissoEuro che per la Germania è una valuta debole, dato che incorpora i fondamentali economici di altri 16 paesi più deboli di lei. Siamo arrivati al ridicolo che la Commissione europea ha dovuto aprire una indagine nei confronti della Germania per eccesso di surplus che potrebbe portare ad una procedura d’infrazione.

Ancora una volta, non sottovaluto le capacità e i meriti del popolo tedesco, ma mi sembra che a ciò stia aggiungendo una notevole dose di furbizia (o mala fede) a cui fa riscontro altrettanta stupidità (o mala fede) da parte nostra e dei paesi deboli. Ci servisse magari a fare ordine in casa nostra e ripulire la classe dirigente, ma quelle inette e corrotte come la nostra vanno comunque bene alla Germania, sono per lei un potente alibi (siete corrotti, per questo andate male) e le fanno gioco perché indeboliscono i suoi concorrenti commerciali.

Renzi-PadoanUna piccola postilla sull’impatto della Grecia sulle nostre tasche. Se avete la pazienza di guardare bene il bollettino Eurostat citato sopra, vengono per la prima volta inseriti (ultime 2 righe del prospetto di ciascun paese) i dati dei trasferimenti finanziari effettuati da ogni paese per le operazioni di salvataggio, la fetta più importante riguarda appunto la Grecia. Ebbene l’Eurostat certifica per l’Italia un esborso totale tra il 2013 e il 2010 di oltre 98 miliardi di euro, che naturalmente abbiamo potuto finanziare solo ricorrendo ad altrettanto debito. E questo filone non si è ancora esaurito. Questi finanziamenti sono stati erogati da Tremonti/Berlusconi, Grilli/Monti, Letta/Saccomanni ed ora da Renzi/Padoan. Perché non ci avvertono quando devono firmare i vari assegni?

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3 thoughts on “Un aggiornamento sulla Grecia. La terapia dell’austerità l’ha salvata?

  1. In effetti a volte mi domando come mai i greci non siano ancora arrivati alla rivolta generalizzata. Credo che dipenda dalla frattura esistente tra poche città impoverite ed una periferia che campa bene “al nero”, lontana dalle cure dei proletari ateniesi.

    Forse c’è anche lo zampino della demografia: l’invecchiamento della popolazione e la fuga dei giovani esistono anche là. E le rivolte i vecchi non le fanno. Forse siamo destinati a scivolare giù verso il buio, senza nemmeno agitarci?

    • Fausto,non sono in grado di rispondere alla prima domanda che ti poni, non ho una sufficiente conoscenza della Grecia, la risposta che tu ipotizzi è molto interessante e profonda.
      Riguardo la tua seconda considerazione, io credo che ci sarà ad un certo punto una reazione, che potrebbe anche nascere dall’esterno (es. Francia). Certo che più ci rendiamo veramente conto di quello che sta avvenendo e non quello che ci raccontano tutti i santi giorni e maggiori sono le possibilità di un cambiamento.
      Grazie del tuo contributo

  2. L’amico Gianni mi ha inviato un commento via mail che riporto do seguito.

    Ciao amico prof
    Il salvataggio della Grecia ( ma è salva dal momento che l’economia reale è in ginocchio ? ?) oltre a Spagna e Portogallo è costato all’Italia 44 miliardi di euro( diconsi 44 miliardi !!!!) che a mio modesto avviso sono serviti per pagare gli INTERESSI alle banche creditrici.
    Sono senz’altro d’accordo che bisogna risanare i bilanci e ridurre sprechi,ruberie ed inefficienze ma in questa fase ci vuole il sostegno di BCE. Draghi deve stampare moneta è inevitabile. E’ il male minore.

    Confermo i 44 miliardi di Gianni, che infatti sono compresi nei 98 miliardi di cui scrivo nella postilla finale dell’articolo

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