Simon Black/5-L’ultima stortura della finanza: tassi di interesse negativi

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20100202-sovBy SIMON BLACK            Learn how to be free

17 aprile 2015                               Sovereign Valley Farm, Cile

Parliamo di idioti.

In qualche parte del mondo qualche banchiere, assurdamente ben pagato, ha appena piazzato il capitale di investitori in uno strumento finanziario che certamente perderà denaro: debito pubblico australiano.

47 investitori hanno partecipato all’asta di $ 200.000.000 di obbligazioni del governo australiano; tipicamente i partecipanti ad un’asta offrono il prezzo che sono disposti a pagare e le offerte più alte vincono l’asta.

In questo caso, e per la prima volta in Australia, ognuno dei 47 partecipanti ha offerto un prezzo così alto che implica un tasso di interesse negativo.

Anche l’offerta più bassa in asta, ad esempio, ha comportato una perdita netta … o un rendimento effettivo NEGATIVO dello 0,015%. Il prezzo più alto implicava un rendimento negativo di o,085%.

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La cosa veramente strana è che in questo particolare caso le obbligazioni sono indicizzate all’inflazione. Il che significa che se le manipolabili statistiche del governo dimostreranno che l’inflazione è in calo, il rendimento potrebbe effettivamente diventare ancora più negativo.

Follia? Naturalmente. Ma ecco la chiave di lettura. Questi banchieri non stanno investendo il proprio denaro.

Questi soggetti non stanno prendendo il loro milione di dollari di bonus, dicendo: “Hey penso che comprerò debito pubblico di qualche governo con la garanzia che perderò soldi.”

No. Lui compra una Maserati. E prende questo debito spazzatura con i soldi dei suoi clienti.

Non solo questo è idiota, ma è al limite del crimine. Come minimo è seriamente immorale.

Le banche e gli altri gestori di fondi hanno un obbligo solenne … una responsabilità fiduciaria che deriva dal sacro incarico di salvaguardare i soldi degli altri.

Proprio come la regola d’oro, tale obbligo è molto semplice: prenditi cura dei soldi degli altri più di quanto faresti se fosse tuo.

Ma questo è passato di moda molto tempo fa.

Indietro nel sedicesimo secolo, banchieri-mercanti dell’era rinascimentale rischiavano il proprio capitale insieme a quello dei loro clienti, sviluppando importanti affari che finanziavano l’esplorazione e l’espansione del commercio mondiale.

Ora è tutto una questione di commissioni, regolamenti ottusi, e di seguire l’ultima mania bancaria.

E questa è ufficialmente oggi l’ultima mania bancaria: acquistare obbligazioni  di stato a rendimenti negativi.

Vi ricorderete quando pochi anni fa l’ultima moda bancaria era distribuire mutui senza caparra a persone morte o ad autisti di autobus disoccupati … o acquistare titoli classificati “AAA”, che in realtà erano derivati da questi mutui fasulli (sub prime).

E quella moda non ha esattamente funzionato bene. E nemmeno questa lo farà.

Infatti c’è un sacco di somiglianze tra tassi di interesse negativi di oggi e la bolla immobiliare degli anni 2000.

Allora, le banche fondamentalmente pagavano le persone per prendere in prestito denaro. Offrivano ai mutuatari meno solvibili quantità assurde di denaro che talvolta superavano il prezzo di acquisto della casa che stavano comprando.

Allora non erano rari prestiti del 102%, che ha finanziavano oltre all’intero acquisto anche i costi di costituzione del mutuo. Ci furono persino prestiti del 105%, che lasciavano un residuo per apportare miglioramenti alla casa.

Non ci vuole uno scienziato per capire che è penalmente stupido pagare qualcuno per prendere in prestito denaro.

Eppure questo è esattamente ciò che sta accadendo ora.

Invece di persone, però, sono i governi ad essere pagati per prendere a prestito denaro.

Tutti ricordiamo l’ultima volta quanto questo ha influenzato il sistema finanziario globale. Ognuno credeva che tutto sarebbe andato bene. Poi un giorno non ha funzionato. Lehman Brothers è fallita, e l’intero sistema bancario ha iniziato a collassare.

C’è poca differenza tra allora e adesso … e molto pochi motivi di aspettarsi un risultato diverso.

Solo un pazzo può credere che questa volta sia diverso.

Simon Black è come al solito estremo e quindi talvolta tendenzioso nella sua lettura del mondo finanziario. Questo post, di cui condivido comunque l’impostazione generale contiene un punto criticabile. Ne parlerò nel mio commento che però, per ragioni di tempo, devo rimandare.

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6 thoughts on “Simon Black/5-L’ultima stortura della finanza: tassi di interesse negativi

  1. Purtroppo mi sembra che il mondo sia da qualche decennio in mano a delinquenti economici che ne fanno di cotto e di crude,a volte per incapacità, a volte per oggettive difficoltà causate dai rapidissimi cambiamenti di situazioni e problemi , veloci rivolgimenti di fronti come sono veloci i ritmi con cui siamo costretti a vivere , ma molto spesso da azioni programmate solo per arraffare denaro in modi truffaldini .
    Se questa catena non si interrompe questi delinquenti ecomici porteranno il mondo alla rovina.

  2. Gianca, mi scuso per la risposta tardiva. Nella finanza ci sono i delinquenti (la finanza speculativa, quella dei mutui fantasma e dei derivati) e i collusi (quelli delle banche di credito commerciale). Purtroppo questi due mondi sono un tutt’uno da quando Clinton ha controfirmato nel 1999 il Gramm-Leach-Bliley Act, che aboliva di fatto il Glass-Steagall Act del 1933. Da notare che Clinton, anche volendo, non avrebbe potuto porre il suo veto, perché la maggioranza dei voti con cui era passata la legge non lo permetteva. Democratici e Repubblicani bipartisan!
    Da allora le banche possono investire i soldi dei correntisti in operazioni speculative di ogni genere. Soldi dei depositanti che per legge (in Italia l’articolo 1834 del codice civile) sono PROPRIETA’ della banca! E quando barcollano vengono quasi sempre salvate (Lehman Brothers è una strana eccezione) con il denaro creato con clic da tastiera della Banca Centrale e voilà, il bonus è salvo!
    L’altra metà del problema della stabilità economico-finanziaria del mondo sta però nell’economia produttiva e nella distribuzione del reddito tra lavoro-capitale-rendita. Ma questo è un altro argomento.

    • Caro Aldo Mezzogori
      Non ho mai capito il perché quei professoroni (ne ho una in casa ) con tanto di lauree in economia conseguite nelle più prestigiose università, molti dei quali si professano e sono impegnati a sinistra , non porgano il problema agli uomini politici ai quali fanno consulenza .
      Non vorrei che il problema della distribuzione del reddito fosse lo specchio delle allodole per andare definitivamente al fondo.
      Se pensiamo che una più equa distribuzione del reddito la si possa raggiungere incrementando le aziende pubbliche e derivate il buco nell’acqua è sicuro .
      Una più equa distribuzione del reddito si ottiene riducendo in modo drastico il carico fiscale , dando credito e creando condizioni favorevoli a chi ha le capacità di fare impresa .

      • Il problema della distribuzione del reddito, oltre a quelle economiche, ha anche radici storiche e politiche. Nel dopoguerra gli Stati Uniti e gli imprenditori europei hanno dato spazio alle richieste dei lavoratori per non alimentare il conflitto, c’era l’Armata Rossa a Berlino e Tito in Jugoslavia. Negli anni 80 la musica è cominciata a cambiare e dopo la caduta del Muro non c’è stata più musica. Finché poi gli americani ci hanno riconsegnato alla Germania, continuando a tenerci sotto controllo militare
        Non ho la ricetta e non credo che ne esista una sola. Ridurre il carico fiscale? Può servire, tanto o poco o essere controproducente: dipende in quale fascia di reddito si interviene, che risvolto ha sull’aumento della domanda privata (e sul suo moltiplicatore) e della corrispondente diminuzione della domanda pubblica (e il suo moltiplicatore). La redistribuzione è un problema complesso da due punti di vista: quello tecnico-economico e quello politico (gli interessi di parte) e i due spesso si intrecciano. Senza contare CambioFissoEuro che, restringendo la torta da spartirsi, acuisce il conflitto.
        Relativamente più semplice dal punto di vista tecnico è la regolamentazione del mondo della finanza, ma credo sia più difficile dal punto di vista politico: la dimensione della finanza è sovranazionale, l’intreccio con la politica è diventata sovrapposizione, le nazioni hanno perso la sovranità.
        Detto così sembra un quadro disperante, ma io punto come primo passo sulla presa di coscienza almeno di parte dei cittadini riguardo le vere cause del declino. E’ poco, forse non ci si arriverà mai, in ogni caso cerco con questo blog di dare un contributo in questa direzione (e intanto approfondisco la mia conoscenza anch’io). Ti ringrazio dei tuoi stimolanti commenti.

        • Caro Aldo Mezzogori
          Ringrazio per le sue risposte che rivelano competenza fuori del comune e grande disponibilità .
          Il declino dell’ Occidente è grande, tanti cattivi maestri hanno insegnato che ci sono solo diritti e punti doveri, purtroppo ci stiamo dimenticando che per vivere e prosperare in questo mondo bisogna lavorare , tutti i beni di cui godiamo non calano da cielo o ci sono dovuti dalla società nella quale viviamo, i beni vanno prodotti con il lavoro di ognuno di noi, dobbiamo capire che non si può vivere di assistenzialismo ,perché se non capiamo questi semplici principi i prossimi profughi saremo noi.

          • Gianca, quando parlo di distribuzione (primaria) del reddito mi riferisco fondamentalmente a quella che si genera all’interno dell’economia produttiva, commerciale e dei servizi (anche quella finanziaria). L’assistenzialismo (distribuzione derivata) pesca risorse dal mondo produttivo (o dal debito) e se alimenta il circuito clientelismo-parassitismo è certamente, come dici tu, da condannare. E’ iniquità, esattamente il contrario del principio dell’assistenzialismo vero.
            Ci può poi essere distorsione nella distribuzione del reddito a livello internazionale tra paesi, attraverso il commercio internazionale, che dovrebbe essere un confronto competitivo in campo aperto tra diversi sistemi produttivi. Se la lotta è corretta niente da dire, ma se il risultato dipende da deformazione delle leggi della concorrenza, allora c’è sottrazione indebita di risorse al perdente, che diventano sovra profitti dall’altra parte.E’, a mio parere, il caso dell’Eurozona, frutto di scorrettezza/forza/astuzia da parte della Germania & C e di sudditanza/ignoranza/collusione da parte di Italia & C. E il più forte si gode l’ “assistenzialismo” rovesciato.

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