Il balletto di Ferragosto intorno alla Troika

Negli ultimi mesi si stanno moltiplicando le dichiarazioni verbali e scritte di importanti interpreti della vita pubblica italiana ed europea che auspicano un commissariamento del nostro paese da parte della Troika (BCE-FMI-UE). Cito due esempi illustri, il primo di Eugenio Scalfari, il secondo di Mario Draghi.

L’editoriale di Scalfari su Repubblica del 3 agosto
Come in tutti i suoi editoriali domenicali, anche in questo Scalfari sviluppa un giro d’orizzonte sui più importanti avvenimenti italiani ed internazionali della settimana trascorsa. Quando arriva ai fatti di casa nostra, l’autore esprime valutazioni negative sui risultati economici del governo e dichiara anche di intravedere “una alleanza stabile e non più limitata alle sole riforme costituzionali” di Renzi con Berlusconi.

Eventualità che evidentemente non gradisce perché, pur di scongiurarla, arriva ad augurarsi l’arrivo della Troika in Italia. La motivazione: secondo lui la triade BCE-FMI-UE oggi non è più “orientata ad un insopportabile restrizionismo” (n.d.r. leggasi austerità, stile Grecia per intenderci), bensì ad una benefica miscela di crescita/riforme.
Non so se Scalfari sia in buona o in mala fede, so però che invocare la Troika – rinunciando anche alla sovranità politica – anziché auspicare il recupero della sovranità monetaria e della politica economica, è semplicemente agghiacciante. Non è affatto vero che la BCE e la Unione europea (leggasi Germania) intendano rinunciare all’uso dell”arma” Austerità-Euro per tenere l’Italia (e non solo) sotto scacco e in stato di asservimento. Al contrario, l’operazione iniziata negli anni ’70 è a buon punto ed è il momento, secondo i padroni dell’Europa, di fare altri decisivi “passi in avanti

L’intervento di Draghi
Infatti 4 giorni dopo Scalfari è stata la volta di Draghi di auspicare la cessione di sovranità dei paesi europei (con particolare accento sull’Italia) che non riescono ad attuare le riforme necessarie per il rilancio dell’economia e dell’occupazione: come dire tutti i paesi salvo Germania (che peraltro non è esente da problemi, ma di quelli i Tg non ne parlano), o giù di lì!
Questa uscita dell’ex-governatore di Bankitalia è sfrontata e abile: sfrontata perché il diktat di natura politica da parte di un banchiere non eletto da nessun popolo non è mai stato così a cielo aperto, abile perché distoglie l’attenzione dai due fattori principali che bloccano l’economia e l’occupazione, cioè l’austerità e l’euro, e la focalizza esclusivamente sulle nostre indubbie responsabilità interne. Il risultato di ciò che auspica Draghi sarebbe il rapido e definitivo addio alla sovranità e indipendenza dei paesi europei (eccetto la Germania) a tutto vantaggio della colonizzazione tedesca e della finanza internazionale ed europea. E dal punto di vista economico, anziché un rilancio, vivremmo una forte accelerazione del nostro declino.

Le reazioni di Renzi
Sulla alleanza strategica con Berlusconi le dichiarazioni di Renzi sono state nette: “Non sono nelle mani di Berlusconi“, non altrettanto la sua risposta alla intimazione di Draghi, che è stata ambigua. Dopo una prima reazione a caldo di accondiscendenza, ha poi precisato in più occasioni che è d’accordo con Draghi sulla necessità delle riforme, ma sul come e quali fare ha detto che non prende ordini dall’Europa, che decide lui.
In realtà tutta la linea di comunicazione di Renzi sull’Europa è ampiamente ambigua: si è spesso dichiarato d’accordo sul rispetto delle regole, ma ha anche espresso fortissima criticità e necessità di cambiamento, mettendo in discussione persino l’adesione dell’Italia all’euro (UE cambi o si tenga il suo Euro)!

Conclusioni
Neanche Silvio si era spinto a tanta irruenza verbale! E’ tutto fumo o c’è anche arrosto nel menù di Renzi? Come ho titolato un precedente post, Renzi è un Direttore Marketing, è un Macchiavelli, un Napoleone o una miscela dei tre? O, come suggerisce Scalfari, è più simile al decisionista Craxi (che, ricordo, si ribellò all’allora padrone americano, il che gli costò la morte politica)? Vuole veramente fare gli interessi del nostro paese, cambiare la nostra classe dirigente  e pestare i piedi alla Merkel o vuole invece aiutarla a tenere a bada ed imbonire gli italiani? Io spero nella prima ipotesi – nel qual caso Renzi rischia di non mangiare il panettone di Natale – anche se ritengo più realistica la seconda e che le crociate di Renzi restino circoscritte alla conquista di un suo potere personale.
Comunque vada a finire Renzi, è vitale che la sua più o meno lunga vicenda sia una occasione di maturazione e consapevolezza da parte degli italiani che la costruzione europea, nata con lo spirito della cooperazione, si è trasformata nei decenni in un ring dove si battono tra loro concorrenti per la conquista dello “spazio vitale”, spazio reso ancora più angusto dallo sviluppo negli ultimi 20 anni di nuovi giganti economici e dallo strapotere della finanza sovranazionale senza regole.
Questa è la precondizione affinché Renzi, o chiunque altro, possa arrestare il nostro lento ma continuo declino: la consapevolezza popolare di ciò che sta veramente accadendo, che ha poco a che fare con quello che le fonti di informazione ufficiali e la stragrande maggioranza dei politici, economisti, ecc. ci raccontano quotidianamente.

P.S. Per chi crede ancora nell’Europa di oggi.
L’Europa è un mercato comune nel quale operano imprese concorrenti che danno lavoro, reddito e coesione ai rispettivi popoli europei. Le stesse imprese si confrontano poi anche con concorrenti di altri continenti sia nei mercati europei sia negli altri mercati continentali. La famosa Competitività di un paese è la sua capacità di esprimere un sistema socio-economico in grado di mantenere 1) dal punto di vista economico, un bilanciamento nel tempo tra fabbisogno di merci estere (import) e vendite dei propri prodotti (export) e 2) dal punto di vista sociale, assicurare il mantenimento di un adeguato tenore di vita ed equilibrio sociale.
Secondo voi in questo mercato di libera concorrenza il paese più competitivo (per suo merito) suggerirà la ricetta giusta al principale concorrente in difficoltà, per trovarselo poi più forte sui mercati, o non sarà invece “tentato” – avendone il potere politico (l’UE, appunto) – di indebolirlo per magari comperarsi i suoi pezzi pregiati (insieme ad altri) e rafforzare sé stesso? E’ come se la Volkswagen negli anni ’80 e ’90, oltre ad innovarsi (relazioni sindacali, prodotti e tecnologia) avesse nello stesso periodo assistito l’Avvocato Agnelli a rilanciare la Fiat. Se qualcuno crede alle favole, ne ha trovato una nuova.
La Germania sta utilizzando 1) la (volutamente) bislacca costruzione dell’UE come strumento politico, 2) CambioFissoEuro come strumento monetario e 3) l’Austerità come politica economica per aumentare la SUA competitività e ci sta riuscendo alla grande! Ma c’è un ultimo ingrediente indispensabile, che purtroppo non manca: il collaborazionismo, in buona o in mala fede, della politica e della classe dirigente italiana (un brillante esempio di mala fede lo trovate nel video sotto, comparso solo nel Web).
Siamo quindi fregati? Sì, a meno che gli italiani non si rendano conto della vera storia europea degli ultimi decenni. Aggiungo che la Germania ha un  tallone d’Achille che è la voglia di strafare (che portò al declino sia Napoleone che Hitler, quando attaccarono la Russia) e di trattare anche la Francia (che ha problemi simili ai nostri) come l’Italia. Speriamo ci caschi anche la Merkel, il suo progetto di dominio finirebbe presto.
Io conto comunque sul buon senso popolare e chiudo quindi con queste domande: ma come possono 18 paesi con una Competitività così diversa (ai due estremi Germania e Grecia) avere la stessa moneta? Senza essere economisti, non suona come una forzatura e distorsione?

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