The Renzi Show – La spettacolare setti mana del neo Presidente del Consiglio

L’insediamento del nuovo Primo Ministro, ovvero uno storico show a puntate. E i contenuti?

Settimana scorsa, tra il 19 e il 25 febbraio, è andato in scena al Senato e alla Camera lo show a puntate di Renzi. Ha parlato a briglia sciolta, come un fiume in piena raggiungendo apici verbali (al Senato: “Vorrei essere l’ultimo Presidente del Consiglio che chiede a quest’aula la fiducia”) e teatrali (mano in tasca) sinora inimmaginabili nell’ambito delle istituzioni politiche romane. A me è sembrato in qualche momento uno sfogo di tensione accumulata in un lungo periodo di preparazione e scaricata con maestria sul palcoscenico nazionale ed internazionale che può finalmente calcare nella veste di Primo Ministro. Secondo i sondaggi sembra anche che abbia avuto un  effetto positivo sugli italiani, che ripongono fiducia e speranza nel nuovo esecutivo.

Ma se sul piano della comunicazione e dell’immagine la cavalcata del nostro ha avuto successo, sul piano dei contenuti, cioè del programma e delle priorità di intervento, qualche dubbio (sopratutto sul piano internazionale) invece il Renzi-Direttore Commerciale lo ha sollevato, perché ha decisamente esagerato con le promesse e ancor di più con i cortissimi tempi fissati.
Senza entrare troppo nel merito (ben illustrato dal primo video sotto riportato), diciamo che si è impegnato a fare nei prossimi 4 mesi – cioè entro luglio quando diventerà presidente di turno della Unione europa – una rivoluzione che non è stata fatta in 50 anni e, per di più, con scarsissimi mezzi finanziari a disposizione. Temi ripresi e approfonditi in una intervista (secondo video sotto) rilasciata a Floris la sera stessa del giorno della fiducia alla Camera.


Si potrebbe pensare: bell’ingenuo, si sbilancia così tanto e rischia di bruciarsi nel giro di pochi mesi! Sì, può andare a sbattere, ma non credo sia ingenuo, la sua è una mossa consapevole, la cui logica va ricercata nella risposta alla seguente domanda.

Perché Renzi ha impresso una così forte accelerazione alla sua scalata?

L’ex-sindaco di Firenze è venuto meno a suoi precisi impegni e dichiarazioni pubbliche (“Enrico stai sereno” 18.02.2014, “Voglio governare questo paese passando dalle elezioni e non dagli inciuci di palazzo” 17.04.2013), danneggiando la sua immagine e decidendo di buttarsi in una impresa ad alto rischio. Deve avere i suoi buoni motivi per accettare questa scommessa. Io ne vedo tre, tutti di origine europea, dove ormai si giocano i nostri destini.

  1. La ripresina economica europea di quest’anno (+1,2%), squilibrata a vantaggio della Germania (+1,8%) che traina comunque anche i paesi del Sud Europa (per noi il contentino del +0,6%). Il 2014 sarà comunque spacciato, dopo 5 anni di crisi, come l’anno della inversione di tendenza, cercando di mettere nell’ombra la disoccupazione che sarà ancora in aumento.
  2. La prossimità delle elezioni politiche europee sta costringendo la Germania in questi mesi ad ammorbidire la sua posizione di intransigenza per cercare di ammansire le opinioni pubbliche europee. Il timore di vedere un parlamento europeo con una importante aree di opposizione all’europensiero unico e che possa mettere in discussione il precario edificio europeo, a partire dal suo caposaldo CambiofissoEuro, sta inquietando frau Merkel. E Renzi avrà un’occasione irripetibile, nel suo secondo incontro con la Merkel – previsto per metà marzo – per provare ad ottenere una deroga allo sforamento del 3%, almeno per finanziare i nostri investimenti.
  3. Questo è forse il motivo più importante e si tratta della impressionante discesa in atto, non a caso già da alcuni mesi, sul mercato secondario degli interessi sui nostri titoli di stato e di cui beneficiano anche le nuove emissioni sul mercato primario. Dato che la maggior parte di quel 35% di nostri titoli di stato in mano straniera è presso le banche tedesche (e poi quelle francesi) non mi sembra troppo malizioso immaginare che ciò sia una conseguenza del suddetto temporaneo ammorbidimento* di Angelona, alimentato anche da turbolenze che vedono coinvolti i mercati finanziari delle aree emergenti. In soldoni si potrebbe trattare di  almeno 5 miliardi di euro (per finanziare il taglio del cuneo fiscale?) di minore spesa pubblica per interessi e che il nostro cavallo rampante non vuole certo farsi scappare.

Il neo ministro dell’economia Padoan ieri ha suonato la carica (“Ci aspetta una riscossa e abbiamo l’energia per riformare il Paese”), anche lui è ottimista, chissà quali altri retroscena conosce!
La scommessa di Renzi sta in questi termini: se riesce a realizzare anche solo il 20% degli impegni/tempi indicati, gli italiani saranno già contenti e disponibili a dargli ancora più fiducia. E con l’avallo della Merkel ce la può fare, nonostante i tanti nemici che cercheranno in tanti modi di ostacolarlo. 

La ciliegina sulla torta della settimana di insediamento.

Con la sua accelerazione Renzi ha potuto anche cogliere sabato scorso a Roma la ghiotta occasione di calcare la scena del congresso del Partito Socialista Europeo. L’ironia della sorte vuole che la manifestazione sia stata preparata da tempo da D’Alema e soci per annunciare, dopo un pluriennale tentennamento, l’adesione del PD al PSE. Occasione d’oro per l’affabulatore Renzi, ascoltatelo nel suo scoppiettante esordio in inglese e francese.

*NOTA. Oltre questo motivo di natura politica, c’è anche in atto una nuova tendenza dei debiti pubblici dei principali paesi del mondo (fa eccezione la Germania …) che i mercati finanziari hanno colto da tempo: il club degli over 100 (debito pubblico superiore al 100% del Pil) a cui appartenevano solo Giappone, Italia e la Grecia, ha visto l’ingresso nientepopodimeno che degli Stati Uniti e potrebbe vedere un prossimo ingresso di Regno Unito, Francia e Spagna. Questo fenomeno è la conseguenza della crisi finanziaria esplosa nel 2008, che ha prodotto 1) aumento dell’indebitamento degli stati per sostenere il sistema finanziario privato 2) una forte diminuzione della domanda  pubblica e privata 3) crescita economica asfittica (o addirittura pesantemente negativa, come per noi) con conseguente aumento della disoccupazione.
A titolo di cronaca aggiungo una notizia, che è circolata l’anno scorso, circa possibili acquisti dei nostri Btp da parte della FED americana (leggete qui), con lo scopo di arginare lo strapotere tedesco in Europa. Sarebbe veramente clamoroso!

4 thoughts on “The Renzi Show – La spettacolare setti mana del neo Presidente del Consiglio

  1. Caro Prof,

    L’ultimo asso del poker composto anche da Benigni, Panariello e Pieraccioni viaggia ormai col vento in poppa.
    Come spesso accade negli eventi della vita, gli astri giocano un ruolo importante, ed alla fine decretano il successo o l’insuccesso. Nel caso di Supermatt, è presto per dire se la fortuna gli arriderà; di sicuro sta godendo di un’ incredibile somma di fattori propizi.
    A quelli che tu hai elencato nel tuo post (prossime elezioni europee, leggera ripresa economica e tassi d’interesse calanti), c’è da aggiungere un quadro politico interno che non gli potrebbe essere più favorevole.
    Lo stato comatoso della nazione impone una guida politica minimamente stabile e dinamica, anche nell’ottica di prossimi eventi quali il semestre di presidenza italiana dell’UE; un Letta senza nessun mordente e con una compagine di governo attraversata da ombre tutt’altro che irrilevanti imponeva comunque un cambio di passo.
    Le alternative erano due: andare alle elezioni o avallare il Renzi 1.
    La prima strada sarebbe stata senza dubbio perigliosa e con sbocchi tutt’altro che chiari; quindi il colpo di mano di Supermatt non solo non ha trovato alcuna significativa resistenza, ma ha avuto anche il beneplacito di poteri forti come quello confindustriale.

    Vorrei spendere qualche parola in più circa l’attuale situazione politica nazionale.
    Le ultime elezioni politiche hanno delineato un quadro politico tripolare: progressisti (essenzialmente il PD), conservatori (FI+fritto misto vario quale Casini ed altri poltronisti sparsi) ed incazzati (principalmente grillini e leghisti).
    E’ chiaro che solo una legge di tipo maggioritario può consentire la governabilità, assodato che M5S e Lega si autoescludono da qualsiasi coalizione con le altre due aree politiche. Quindi o maggioritario o inciucione a vita.
    Ora, se l’alternativa al governo a guida PD è una leadership di FI, un non-partito acefalo del suo leader (ineleggibile e prossimo ad essere sottoposto a misure restrittive della libertà), è evidente a tutti che non c’è alternativa a un governo a guida Renzi.
    Sottolineo poi come il quadro delle compagini politiche in campo si stia sempre più deteriorando; di fatto l’altra vera forza di Renzi è di essere il leader dell’unico partito italiano.
    Di FI sappiamo tutto; la vera evidenza di queste ultime settimane è lo sbriciolamento di M5S. Ormai la pochezza politica di Grillo sta emergendo in tutta la sua drammaticità; è triste pensare che il leader di una forza politica che alle ultime elezioni ha raccolto 8,7 milioni di voti alla Camera ed eletto 109 deputati e 54 senatori abbia perso ogni raziocinio. Le ultime sparate circa il ritorno ad un’Italia con Granducato di Toscana e Regno delle Due Sicilie danno la misura della totale confusione mentale del dittatorello di Genova.
    Quindi prepariamoci ad un Supermatt 1 di lunga durata, perché, sostanzialmente, di alternative non ce ne sono.

    Le elezioni europee hanno a questo punto della nostra vicenda un’importanza ben più che simbolica. Il fatto di svolgersi con il sistema maggioritario e di consentire all’elettore di esprimersi senza vincoli darà il vero polso della situazione.
    Mi auguro che ci sia un segnale forte nei confronti delle politiche economiche di Frau Merkel.
    Ormai l’onda di malcontento (forte eufemismo…) nei confronti della Germania sta montando sempre più; dai quattro angoli del continente si levano ormai urla ostili nei confronti della leadership tedesca. Le recenti previsioni circa l’andamento del PIL non fanno che confermare la stagnazione anche per l’anno in corso per tutte le principali economie (una crescita in termini di decimali è insignificante, anche perché non riduce la disoccupazione, vera piaga del continente).
    E’ quindi indispensabile un cambio di strategia; e se la crucca non la capisce con le buone, prima o poi arriveranno anche le maniere forti, perché quando i popoli sono alla fame si ribellano.
    Sto seguendo con attenzione le proposte della lista “L’altra Europa con Tsipras”; mi sembra che abbia un approccio condivisibile e coerente con l’attuale situazione. Vedremo se e come si consoliderà da qui a maggio.

    Quindi, la vera statura politica di Renzi non la misureremo tanto sui quattro soldi che ha promesso di mettere in tasca ai consumatori e/o alle imprese con gli strombazzati tagli alle imposte quanto sulla sua capacità di allentare gli assurdi attuali vincoli di politica economica imposti all’Italia.
    Il personaggio non riscuote la mia simpatia, ma mi auguro per noi tutti che riesca a spostare almeno di qualche grado la barra del timone in mano ai tedeschi.

  2. Caro Giovanni, super-commento, come al solito e mi dai lo spunto per fare un paio di considerazioni sulla situazione politica nazionale, a sostegno della tua convinzione che il governo Renzi potrà durare.
    Analogamente alla legislatura passata, un gran numero di parlamentari (trasversale ai partiti) è di prima nomina e se non completano la legislatura non beccano la pensione. Questo è un collante sottotraccia che, in congiunzione astrale con la volontà di re Giorgio, ha permesso alla scorsa legislatura di andare in porto e potrebbe far durare anche il Renzi1. Anche l’incertezza di un nuovo confronto elettorale a causa del tri-polarismo di cui parli, gioca a favore di Supermatt, nel senso che i Dalemoni in agguato – che lo hanno votato con il sottinteso “vai avanti te che mi scappa da ridere” – potrebbero essere costretti a starsene acquattati a lungo in un angolo.
    L’elemento cruciale sarà l’Europa, ovvero 1) usando la tua terminologia, quanto riuscirà a spostare la barra del timone a guida tedesca e 2) l’esito delle elezioni di maggio, per le quali il giovane Matteo mi sembra stranamente appiattito sulla vecchia cultura PD del dire e non dire.
    Un sondaggio (http://www.demos.it/a00963.php) pubblicato oggi vede la fiducia degli italiani nei confronti dell’Europa scendere al 29% (era 33,5% sei mesi fa e 49% nel 2010), il PD rischia di arrivare terzo, o addirittura quarto se la lista Tsipras (che al momento non conosco) dovesse avere un boom “alla Grillo”.
    In ogni caso personalmente escludo che Renzi1 possa completare la legislatura, troppe le tensioni in gioco.

    P.S. La più grossa bufala che ha pronunciato nei suoi discorsi in Parlamento: “se fallirò sarà colpa mia”, ma quando mai……. farà la vittima più di Berlusconi

    • Caro Prof,
      Vorrei completare il mio ragionamento con qualche cruda cifra, che ci dà un’idea più precisa della montagna (direi il K2) che dovremmo scalare in costume da bagno e con le infradito. Per dare più enfasi al concetto di spostare la barra del timone; perchè se andiamo avanti su questa rotta Schettino ci sembrerà un sant’uomo.
      Supermatt domani annuncerà degli sgravi fiscali nella misura approssimativa di 10 miliardi di Euro.
      Desidero qui ricordare quanto l’Italia si è impegnata a pagare negli anni a venire: versare contributi al MES, Meccanismo Europeo di Stabilità, per 125 miliardi in 5 anni, ripagare il debito per 40-50 miliardi l’anno e al tempo stesso mantenere il pareggio di bilancio, oltre a rispettare anche altri parametri (fonte: http://www.mondoinformazione.com/notizie-italia/fiscal-compact-scheda/103902/)
      Ciò significa per gli italiani tirar fuori nei prossimi 5 anni dai 65 ai 75 miliardi di Euro!!!
      Ci rendiamo conto della FOLLIA che abbiamo sottoscritto? Facendo i conti del salumiere, ciò significa che ogni italiano dovrebbe impegnarsi a rimborsare dai 1.080 ai 1.250 Euro all’anno…
      E’ chiaro che un impegno del genere è semplicemente fantascientifico.
      Quindi è indispensabile una revisione IMMEDIATA dei trattati sottoscritti.
      Caro Supermatt, dopo che domani avrai guadagnato la tua mezz’ora di popolarità, se sei un uomo e non sei rimasto un boy scout mettiti l’elmetto, prendi il fucile e vai a combattere questa battaglia.

      • Caro Giovanni, hai messo il dito sulla piaga.
        Sui mercati sta succedendo qualcosa di strano, i tassi dei nostri Btp e dei Bonos spagnoli sono ormai quasi allo stesso livello di UK e USA e non lontani da quelli della Francia.
        L’euro è ri-decollato e veleggia verso quota 1,40 sul dollaro, si sta avvicinando al valore del vecchio Marco (stimato intorno a 1,50) e come tale sostenibile solo dalla Germania.
        Se il fronte anti-euro dovesse stravincere le elezioni di maggio ci potrebbe essere la mossa d’anticipo della Germania, altrimenti il terremoto è solo rinviato a settembre con i ministri finanziari di quasi tutti i paesi europei (Francia compresa) che non potranno rispettare il fiscal compact.
        La revisione si imporrà da sola, è un autogol clamoroso della Germania che ha voluto strafare. Io spero che non finisca tutto con una rinvio-pagliacciata all’italiana (scusate avevamo scherzato) che avvenga invece una revisione di comune accordo della “costruzione”europea, che partorisca magari due zone euro. Se non ci sarà intesa il rischio è che non sia solo l’euro a saltare, ma l’intera Europa e questo anche la Germania non se lo può permettere.
        In ogni caso c’è chi pensa che la Merkel sia già pronta ad ogni evenienza http://tinyurl.com/pdtf2dr

        A mio avviso SuperMatt intanto continuerà la sua danza italiana, sa che il gioco europeo è troppo grande per lui.

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