Elezioni-terremoto, eppure il bicchiere post elettorale non è del tutto vuoto

Fassino sfotte Grillo

La campagna elettorale senza fine – Per fortuna c’è l’Europa.

Il preannunciato terremoto è arrivato fortissimo, un 8-9 della scala Mercalli. La sorpresa è ancora più forte perché i sondaggisti hanno dimenticato di chiedersi a chi sarebbero andati i voti degli elettori dell’ultimo minuto: parliamo del 8% dell’elettorato (75% dei votanti contro il 67% degli ultimi sondaggi), che sono stati richiamati prevalentemente dal M5S. E’ bizzarro registrare che la previsione giusta l’ha azzeccata il mondo della finanza. 

Ha stravinto quindi Grillo, hanno perso seccamente Bersani e Monti i due candidati-alleati a gestire un esecutivo forte e stabile, la governabilità sembra una chimera; eppure il bicchiere del post-elezioni non è secondo me completamente vuoto. 

I punti fermi di questa analisi.
1) Il nuovo Parlamento si insedierà il 15 marzo e la nomina delle cariche istituzionali non è in discussione. Per l’elezione di Presidenti di Camera e Senato i meccanismi di votazione sono tali per cui non ci sono grossi ostacoli, si concluderanno positivamente. Così come quella del Presidente della Repubblica, anche se politicamente più complessa: è auspicabile che questa nomina sia condivisa da più parti politiche, ma se tutto dovesse andare storto assisteremmo (come è successo per Napolitano) ad una soluzione unilaterale, nel senso che il Centro-sinistra ha anche questa volta, da solo, i numeri per farlo. Ma, ripeto, spero che ciò non avvenga.

2) Tutti i partiti, ad esclusione del M5S, temono e vogliono evitare il ritorno immediato alle urne, che sarebbe anche estremamente deleterio per l’immagine dell’Italia. Ma siccome sono consapevoli che, comunque vada, la legislatura sarà molto breve (6-12 mesi?) non hanno smesso, purtroppo, di fare campagna elettorale. Questo atteggiamento condizionerà l’esito del passaggio successivo alla nomina del Capo dello Stato, cioè il voto di fiducia per la formazione di un nuovo governo. E la linea seguita in proposito dai 3 partiti che contano è magnificamente riassunta da Francsco Verderami sul Corriere della Sera “C’è Berlusconi che insegue Bersani per un gabinetto di «larghe intese», c’è Bersani che insegue Grillo per un esecutivo di «scopo», e c’è Grillo che invece insegue le elezioni e basta.” 

 Perché Bersani ha perso

Prospettive di costituzione di un nuovo Governo.
Bersani riceverà l’incarico, sta preparando un programma di governo – che Bersani definisce “di minoranza, di scopo” – e riuscirà solo se il Centro-destra gli voterà la fiducia. Il M5S voterà contro, come hanno dichiarato Grillo e Casaleggio, a mio avviso più per la persona Bersani che non per il programma di governo. La fiducia dipende quindi dal Pdl. Per valutare le possibilità che ciò avvenga, leggiamo il passaggio chiave dell’intervista di Bersani, dal titolo “Il mio piano per governare”, pubblicata su Repubblica ieri.

“Il terzo tema è la democrazia. Il nuovo governo, immediatamente, deve dimezzare il numero dei parlamentari, abbattere gli stipendi al livello di quelli dei sindaci, varare leggi che regolino la vita dei partiti e non solo per i finanziamenti, che inaspriscano drasticamente le norme anti-corruzione e che regolino finalmente i conflitti di interessi.”

Confrontate ora questa dichiarazione con questo passaggio del videomessaggio di Berlusconi del 27 febbraio e che naturalmente anche Alfano non perde occasione di ripetere.

”Ho sentito leader parlare di un vago programma che riguarda la politica, la legalita’, le elezioni, i ceti piu’ deboli ma non hanno mai pronunciato le parole ‘tasse’, ‘crescita’ e ‘sviluppo’. Ma dove vivono, mi domando, se non capiscono che il punto e’ proprio questo? Faro’ di tutto per consentire al Paese di cambiare rotta”.

Per Berlusconi la politica e la legalità (termine molto soft ed elegante…) possono aspettare, vengono prima la riduzione delle tasse (mantenendo in ordine i conti pubblici ….), la crescita economica e la riforme delle istituzioni. Più chiaro di così!

Renzi e BersaniEcco quindi che non è affatto peregrino ipotizzare che Bersani non riceva la fiducia nemmeno dal Pdl (equivale alla sua morte nel PD, al conseguente rimescolamento delle carte di questo partito che potrebbe persino portare alla sua scissione). 

Se ciò dovesse accadere, è possibile un secondo incarico – dopo il quale non resterebbero  che nuove elezioni. La scelta di Napolitano cadrebbe questa volta su un uomo super-partes (non certo Monti). Con quale piattaforma programmatica? A mio avviso molto più simile a quella di Bersani, in versione ristretta, che non quella di Berlusconi e con una composizione “tecnica” dei componenti del governo. E questo secondo tentativo avrebbe, a mio avviso, discrete chance di andare in porto, con la fiducia di PD, Scelta Civica e Pdl.  Perché quest’ultimo voterebbe la fiducia, dopo averla negata a Bersani? Primo perché il Capo del Governo non sarebbe, appunto, Bersani ma un super-partes con ministri “tecnici”, secondo per evitare di andare subito alle urne e guadagnare tempo. Durata comunque breve, diciamo massimo un anno.
Una variante, a cui credo meno, potrebbe vedere il governo Monti a presentarsi al nuovo Parlamento per chiedere la fiducia su un mini-programma ancor più limitato e incentrato su misure per la legalità il ridimensionamento della politica e una nuova legge elettorale. Ovviamente anche con questo “positivo” sbocco, torneremmo rapidamente alle urne. 

Riconosco che sin qui non ho trovato molta acqua nel bicchiere, anche se non sottovaluterei la portata politica ed elettorale di reali ed efficaci misure anti casta politica. Provo allora ad aggiungere un po’ d’acqua.

I mercati finanziari e la rete di sicurezza dell’Europa.
E’ chiaro che dai mercati finanziari potrebbe arrivare in qualsiasi momento un secondo e probabilmente fatale terremoto per noi. Ma tutti i segnali arrivati in questa settimana elettorale non sono affatto allarmanti. Come mai? Divido la mia risposta in due parti, ripetendo concetti che ho già espresso altre volte.
La prima riguarda Stati Uniti (FMI) e Cina, i quali non vogliono il crollo dell’Europa, a loro sta bene invece che continui a cucinare a fuoco lento.
La seconda parte della risposta riguarda l’Europa. C’è una prima considerazione analoga, nel senso che tutti i paesi europei non vogliono il crollo dell’Italia, non sarebbero affatto esenti da pesanti conseguenze, Draghi e Merkella Germania in particolare dovrebbe passare ad un euro forte e le sue esportazioni subirebbero un tracollo.
C’è poi una vitale considerazione di carattere finanziario che è sia un fine che un mezzo. Le banche di Francia e Germania sono ancora i nostri primi creditori esteri, detengono centinaia di miliardi di euro di titoli italiani (e spagnoli) il cui valore devono salvaguardare, pena una crisi dei loro sistemi bancari senza precedenti (e frau Merkel con le sue elezioni alle porte non gradirebbe affatto). Se chi detiene la maggior parte dei nostri Btp non li butta sul mercato per liquidarli, le quotazioni tengono, ed è quello che sta accadendo. Già, ma ci sono anche i fondi e le banche americane, che faranno? Staranno alla finestra seguendo attentamente le mosse delle banche tedesche e francesi, perché sanno che, qualora decidessero di partire all’attacco per primi e da soli, interverrebbe la BCE a bloccarli. Conclusione, finché il governo tedesco non decide di buttare a mare l’euro e dimostra di appoggiare la BCE di Draghi abbiamo una rete protettiva. Ma questo equilibrio è precario e certamente non durerà anni, dobbiamo agire noi e presto.

Allora, quant’acqua avete trovato nel bicchiere?
Nel giro di qualche settimana sapremo se il terremoto delle elezioni darà inizio, con un governo tecnico pro tempore, ad una seria e solida ricostruzioneCasaleggio e Grillo o se invece sarà seguito da un altro che potrebbe essere anche più forte. La mia previsione/augurio va nella prima direzione ma sarà questo il risultato della confluenza degli interessi elettorali dei nostri leader politici o prevarranno altri calcoli? Il puzzle partitico è complesso ed in forte movimento, e ad esso non è estraneo neanche il M5S, il cui elettorato ora è tutt’altro che omogeneo.

P.S. Tutto il mio castello potrebbe crollare se mercoledì prossimo la direzione del PD non approverà la piattaforma di governo di Bersani. In questo caso prometto di non scrivere più di politica per ….. 1 mese!

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4 thoughts on “Elezioni-terremoto, eppure il bicchiere post elettorale non è del tutto vuoto

  1. Post veramente interessante, con un’analisi puntuale. Sei davvero un bravo commentatore politico. Spero veramente che ci sia un po’ d’acqua nel bicchiere! Bianca

    • Grazie Bianca, come ho detto un po’d’acqua io la vedo, certo che mai come adesso ci sono nuove e forti variabili in gioco che potrebbero mutare lo scenario. Ne cito una: ma Grillo e Casaleggio la pensano sempre allo stesso modo? L’atteggiamento vagamente settario di Casaleggio è una finta o è verace? Il punto fermo che io vedo è che i mercati e l’Europa non aspetteranno indefinitamente.

  2. Caro Prof,

    Vorrei innanzitutto fare un’analisi del risultato elettorale.

    La prima e più evidente indicazione è che gli italiani hanno votato con la pancia più che con la ragione
    L’esplosione del M5S ne è la maggiore evidenza, l’incredibile successo del PDL ne conferma la portata.
    Se il successo dei grillini era inciso nel bronzo e si trattava solo di quantificarlo, il risultato di Berlusconi era del tutto inaspettato anche alla luce dell’offerta elettorale.
    Tralasciando le micro realtà, a sinistra si poteva scegliere tra PD, SEL e Ingroia, a destra tra PDL, Lega, Giannino, al centro Monti, Casini e Fini.

    Gli elettori hanno polarizzato la loro scelta su 3 partiti – PD, M5S e PDL – lasciando le briciole agli altri.
    In particolare desidero sottolineare il modesto risultato di Monti. Innanzitutto esso conferma che l’elettorato conservatore preferisce il populismo a proposte politiche serie. La borghesia ha abbandonato Berlusconi per sostenere Monti ma egli ha fallito. Il Professore si illudeva di monetizzare la sua reputazione accademica e l’immagine acquisita in questo periodo al governo ma il suo potenziale bacino elettorale gli ha voltato le spalle.
    Molti hanno preferito credere alla consueta vagonata di balle elettorali sparate dal Cavaliere più che alla serietà della proposta montiana.
    Sottolineo il fatto che egli aveva avuto anche la sponsorizzazione delle Chiesa, il che rende ancora più cocente la sconfitta.
    Monti ha infine dimostrato in maniera evidente che politici non ci si improvvisa. La sua presa comunicativa era patetica, e questa è fondamentale per catturare il consenso.
    Ma il fattore più negativo della sua sconfitta è che si è clamorosamente bruciato. Era forse la personalità italiana con maggior credito internazionale; da una settimana a questa parte è probabilmente uscito dal gioco politico.

    Il voto lombardo è un’ulteriore sottolineatura di questo fatto. E’ incredibile che nella mia regione (che conta 10 milioni di abitanti su 60 dell’intera Italia) abbia vinto Maroni e Formigoni sia stato rieletto dopo tutto quanto essi hanno combinato negli ultimi anni.
    Oltre all’esame di storia, dovrebbe essere resa obbligatoria anche una cura di fosforo per il miglioramento della memoria.
    Come si fa a dimenticare così alla svelta?

    Del risultato del M5S ormai si sa tutto; hanno raccolto messi di voti a destra e a manca, soprattutto dove il disagio è maggiore. Sempre la Lombardia ci dice che dove c’è ancora un relativo benessere Grillo non sfonda. E’ stato comunque un voto trasversale che ha raccolto consensi anche in elettori con elevato livello socioculturale; ne ho testimonianza diretta….
    Grillo è stato il catalizzatore della gente incazzata e delusa; la maggiore garanzia di fare pulizia. Non vedo molti altri significati in questo consenso, visti i modesti contenuti del suo programma elettorale.

    Veniamo a Berlusconi. Si è dimostrato per l’ennesima volta un politico e combattente di prim’ordine. Ha ribaltato una situazione che fino a poche settimane fa era disastrosa sfiorando la clamorosa vittoria assoluta (grazie comunque, Giannino…). Questa volta non avrà neanche bisogno di dire che era stato interpretato male, visto che avendo perso non dovrà neanche rimborsare l’IMU!
    Ora è in grado di condizionare pesantemente il futuro di questa legislatura.

    Il PD è stata la delusione più grande.
    Ha confermato l’innata capacità di buttar via vittorie annunciate. Bersani si è addormentato sul più bello (elegante eufemismo…). Ha fatto tutto bene fino alle primarie sparendo poi dalla circolazione in termini di comunicazione e proposte nelle ultime settimane, quando si fanno i giochi.
    Ha già messo pigiama e pantofole nella valigia, in quanto la sua partenza per qualche buen retiro è imminente.

    Infine voglio sottolineare la dispersione del voto cattolico. Con la sparizione dell’UDC si è vaporizzato l’ultimo partito che faceva riferimento alla vecchia DC. Questo evento è per me di una portata storica.
    Il secondo dopoguerra ha avuto come protagonista assoluto la DC, che aveva nei valori cattolici il suo riferimento e nel Vaticano lo sponsor più forte. Anche questa realtà se n’è andata.

    Veniamo al dopo.

    Vedo due cose decisamente positive di questo risultato elettorale.

    Il primo è che il nuovo Presidente della Repubblica sarà eletto dal PD.
    Si ripete la situazione di sette anni fa, anche se un po’ in peggio. Allora Prodi aveva anche una risicata maggioranza al senato, che ora non c’è, che gli consentì di governare per un paio d’anni. Ed ebbe la possibilità di eleggere Napolitano, che si è poi rivelato uno dei migliori Presidenti che abbiamo avuto.
    Mi vengono i brividi a pensare che questa decisione avrebbe potuto essere presa dal PDL o da Grillo…. Quindi, cari PD mettete per qualche ora in soffitta la sindrome di Tafazzi e dateci un Presidente degno del suo predecessore, che piaccia o no ai vostri avversari politici.

    La seconda è che è arrivato all’Europa un messaggio forte e chiaro: occhio che gli Italiani sono pesantemente incazzati e non vi potete permettere giochini sporchi tipo Grecia (vero Frau Merkel???). L’Italia è allo stremo e basta poco per far esplodere le polveri.
    La relativa tranquillità dei mercati, come giustamente segnalavi tu, ne è un segnale evidente.

    Per quanto riguarda il da farsi (formule di governo, calendarizzazione delle prossime elezioni buquet di leggi urgenti), mi riesce francamente fare delle previsioni, ma mi sembra nel breve un esercizio secondario.
    Ci sono solo due cose da fare immediatamente: riaprire il credito alle imprese e dare un sostegno economico immediato alle famiglie più in difficoltà, costi quel che costi.
    Se non si dà un sostegno immediato all’economia davvero scoppia la rivoluzione e l’Italia va a fondo.

    Giovanni

    • Giovanni, sia pure tardivamente, rispondo al tuo commento. Oggi mi sei venuto in mente anche perché ho visto alcune immagini della manifestazione del Pdl in piazza del Popolo a Roma che, anche se certamente organizzata con dovizia di mezzi, ci rappresenta comunque un pezzo d’Italia. Abbiamo tre blocchi contrapposti che tu descrivi egregiamente e questa è l’Italia (e la sua ingovernbilità) di oggi. Ma, anche se forse può non sembrare, il quadro è in forte movimento e tra 6 mesi o un anno il quadro politico potrebbe essere molto diverso (PD, M5S e Monti). Come tu affermi però non possiamo più aspettare molto, urge ossigeno, ma non mi sembra che Grillo, Bersani e Monti se ne rendano conto. A parole, quello che batte di più su questo tasto è Berlusconi! Che situazione kafkiana……

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