Grillo non è più, da tempo, un comico!
Quando 6 mesi fa Napolitano aveva, nel giro di poche settimane, inaspettatamente e rapidamente voltato pagina passando dal governo Berlusconi a quello Monti, avevo sperato che il Presidente, vista la drammaticità della situazione italiana, completasse l’opera “imponendo” riforme decisive (= pulizia e tagli di spesa) al mondo politico-istituzionale, cominciando dai vertici dello Stato (Quirinale, Palazzo Chigi e Senatori a vita – inclusi gli ex-Presidenti della Repubblica). Ero e resto convinto che sarebbe stata una svolta decisiva, purtroppo ciò non è avvenuto perché Napolitano ha mostrato i suoi limiti di uomo politico e ….. di futuro Senatore a vita. E ai miei occhi Napolitano si è auto-ridimensionato.
Che il mio auspicio non fosse utopia lo ha dimostrato il nuovo Presidente francese Hollande, all’indomani del suo insediamento: ha deciso un taglio del 30% degli stipendi di tutto il vertice politico e, ancora più significativo, ha varato e fatto firmare dai membri del governo un rigido codice etico. Questo articolo de La Stampa è veramente illuminante. Così va in Francia.
Per tornare alla nostra Italia, essendo venuto meno l’esempio dall’alto, non restava quindi che sperare in una forte spinta dal basso, attraverso una presa di coscienza collettiva del tumore che rappresenta ormai la partitocrazia, e manifestare con il voto la voglia e l’imperativo di cambiare. E alle prime elezioni gli italiani non si sono lasciati sfuggire l’occasione: le amministrative che si concluderanno domenica con i ballottaggi mi hanno sorpreso e dato molta più soddisfazione di Napolitano. Facendo così nascere la speranza che tra un anno le elezioni politiche possano dare una svolta alla nostra vita pubblica, magari non quella definitiva, ma un cambio di direzione deciso.
Comunque finiscano i ballottaggi, queste amministrative sono state un terremoto per il sistema di potere partitocratico, che ha tutta l’aria di essere solo la scossa che precede un cataclisma epocale. E’ successo perché gli italiani sono rinsaviti e ripudiano i partiti che hanno votato ancora nel 2008? Forse in parte, ma sono più convinto che quanto sta avvenendo sia principalmente dovuto alla combinazione di tre aspetti nella nostra vita pubblica: 1) l’enorme disagio e malcontento popolare generato dalla crisi che stiamo vivendo ormai da 4 anni 2) il crescente affioramento (di una parte) del marciume e della corruttela della politica, che gli italiani possono ora toccare con mano e 3) la presenza della proposta politica del Movimento 5 Stelle.
1) La vera Crisi, ovvero il carburante della “rivolta” in atto.
Quella che stiamo vivendo è la prima vera Crisi dal dopoguerra (neanche quella del 1992 ha la stessa ampiezza e profondità) perché vede la concomitanza mai verificatasi prima dei seguenti fattori:
- è una crisi economico-finanziaria dell’intera Europa (la Germania è sì la prima della classe, ma deve stare attenta) e anche in parte degli USA e del Giappone, ovvero è una crisi sistemica;
- l’Italia non ha mai avuto una disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni) al 35,9% e, contemporaneamente, anche i 50enni in forte difficoltà occupazionale;
- il debito pubblico italiano quest’anno raggiungerà nuovi record (122,5-123%) del Pil;
- La pressione fiscale reale, cioè escludendo dal Pil l’economia sommersa, è intorno al 55% (quella apparente si avvicina al 46%), ovvero siamo al 1° posto al mondo;
- La fascia di povertà si sta allargando, molte imprese – sopratutto quelle che non operano sui mercati internazionali – sono in difficoltà, il tenore di vita della maggior parte degli italiani, inclusa la classe media, si sta abbassando. Molti italiani sono costretti a fare ricorso ai risparmi accumulati in passato, anche per sostenere i figli che non trovano lavoro.
La Magistratura sta facendo affiorare, in buona parte grazie alle intercettazioni telefoniche, la corruzione – o meglio una parte, chissà cos’altro c’è – smascherando così il mega-comitato d’affari in cui si sono trasformati i partiti, chi più chi meno, negli ultimi 20 anni. Che sono talmente accecati dalla loro supponenza e concentrati nella difesa dei loro poteri e privilegi che non riescono a tirare fuori uno straccio di riformina. Siamo alla tragicommedia autolesionistica.
La prima tornata delle elezioni amministrative è stata caratterizzata da: aumento dell’astensione (7 italiani su 100 in meno alle urne), aumento delle schede nulle e bianche, crollo di tutti i partiti maggiori, boom del Movimento 5 Stelle. Dico la verità, non ci speravo. Conclusione: gli italiani in via di impoverimento, arrabbiati e in ansia per il futuro hanno individuato nei partiti i responsabili della crisi e della situazione degradata del Paese e cercano una via d’uscita.
3) Il Movimento 5 Stelle, ovvero come si può fare Politica con la Rete.
Grillo non è più un comico, da tempo fa politica, con l’obiettivo di salvare l’Italia. Non lo dico io lo dice lui, se guardate il video alla fine del post lo sentirete con le vostre orecchie. E da cosa vuole salvare l’Italia? Dalla politica corrotta. E’ credibile? Fino a pochi giorni fa avevo forti dubbi, ma dopo essermi tuffato nella rete per studiare il percorso di Grillo politico e del Movimento 5 Stelle, la mia risposta è sì. Non tanto per quello che dice e fa lui stesso, ma per le energie che ha messo in moto e per le regole stabilite per il Movimento 5 Stelle.
L’inizio della sua battaglia risale al 1986 – 6 anni prima di Mani Pulite – quando, durante una puntata di Fantastico, condotta da Pippo Baudo, definì ladri i socialisti e vi riporto sotto la sua battuta:
« La cena in Cina… c’erano tutti i socialisti, con la delegazione, mangiavano… A un certo momento Martelli ha fatto una delle figure più terribili… Ha chiamato Craxi e ha detto: “Ma senti un po’, qua ce n’è un miliardo e son tutti socialisti?”. E Craxi ha detto: “Sì, perché?”. “Ma allora se son tutti socialisti, a chi rubano?” »
Bettino Craxi era allora Primo Ministro e quella battuta costò a Grillo l’espulsione immediata dalla Rai. Non male come esordio.
Da allora trasferì in teatro la sua attività di showman-tribuno, associando quindi la sua attività professionale di uomo di spettacolo e comico a quella di critico ambientalista e politico. La sua popolarità e il suo successo economico, nonostante l’esilio televisivo, crebbero.
A partire dal 2005 il gioco si fa duro e comincia l’escalation del Grillo più politico che showman. E il salto di qualità avviene con il passaggio di Grillo alla Rete, vero punto di svolta della sua comunicazione.
- Prima il blog (2005), con l’adesione di tantissimi giovani, con i quali avvia il dialogo e ai quali cerca di dare degli indirizzi
- il 2007 è l’anno chiave: 1) invita i suoi fan ad incontrarsi, utilizzando MeetUp, un social network che ha lo scopo di facilitare l’incontro di gruppi di persone in varie località del mondo. Incontri virtuali o, volendo, anche fisici. 2) annuncia che si “deve ripartire dai Comuni” con liste civiche 3) organizza in settembre il Vaffanculo Day, finalizzato a presentare una legge di iniziativa popolare per un Parlamento Pulito, che raccolse più di 300.000 firme.
- anno 2009: partono i tour elettorali di Grillo, partecipazione alle amministrative (raccolse tra il 3 e il 5 % dei voti) e fondazione del Movimento 5 Stelle. Seguirono poi le Regionali del 2010 (nel Nord 3-7% dei voti) e le amministrative del 2011 (in Emilia Romagna tra il 9 e il 12%). Il risultato è che il M5S ha oggi più di 100 consiglieri in vari comuni italiani. E in questo week-end ci sarà il ballottaggio all’ultimo voto tra Bernazzoli (PD) e Pizzarotti (M5S) a Parma.
Mi scuso per la lunga introduzione, ma senza il quadro precedente – che io stesso non avevo fino a pochi giorni fa prima di documentarmi e riflettere sul tema – non si può tentare di dare una risposta fondata alla domanda in questione.
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Totalmente d’accordo col Prof. Perche’ Liberale dal 1973, illuso prima, disilluso poi, disgustato ora. Come tutti quelli che votano il Movimento 5 Stelle…
Marco, complimenti per la chiarezza, sintesi e onestà intellettuale!
Parzialmente in disaccordo con il Prof : Grillo ha solo saputo interpretare il disagio dei cittadini dopo anni di non governo; anche i suoi dicono ” ho vinto io , non Grillo”; adesso lasciamoli amministrare e speriamo che se la cavino !, nel nostro interesse.