Dopo un po’ di sconcerto iniziale ho cominciato a veder sotto una diversa luce l’ennesimo e rapidissimo (Silvio ha battuto sé stesso) voltafaccia di Berlusconi con la sua conferenza stampa di 2 giorni fa. Condivido il commento di Bersani (“Il populismo fa male all’Italia”), ma lo vedo anche sotto una luce positiva.
E’ vero, ciò che ha detto Berlusconi fa male, ma è una medicina amara che contribuisce a spingere verso un reale, ormai imminente, cambiamento del quadro politico. Perché? Cerco di spiegarmi. Io penso che la sparata di Super-Silvio abbia aperto gli occhi e fatto capire ad una ulteriore quota di italiani chi è lui veramente: una persona che è entrata in politica per difendere i propri interessi e che ha abbagliato e lungamente incantato una larga parte di italiani, suonando il flauto magico del bene dell”Italia e delle riforme liberali. Un anno fa si dimise “per il bene dell’Italia”, in realtà per difendere il suo patrimonio e, molto probabilmente, dopo essere stato “rassicurato” sotto l’aspetto giudiziario (all’epoca ho scritto un post in proposito).
L’intervento di Berlusconi ha dato la mazzata definitiva al barcollante Pdl e sarebbe quindi destabilizzante, ma destabilizza che cosa? Sul piano internazionale danneggia nell’immediato l’immagine dell’Italia e questo è un danno reale, ma sul piano interno destabilizza l’equilibrio politico, cioé qualcosa che nell’interesse dell’Italia deve morire, quindi grazie Silvio!
Il nostro “equilibrio politico” si riassume così: il Pd a rischio scissione qualora dovesse vincere le primarie Renzi, il Pdl (per fortuna) in fase di autodistruzione, il marciume più o meno diffuso in tutti i partiti e nel mondo politico (impressionante in proposito la puntata di report della Gabanelli di domenica scorsa su Di Pietro), la corruzione nell’amministrazione pubblica che è un tutt’uno con la avanzata della mafia dal Sud nel resto dell’Italia.
Di tutto ciò la maggior parte degli italiani è ormai consapevole: la conseguenza è che la metà rifiuta il voto e che il M5S di Grillo avrà un successo elettorale (a partire dalla Sicilia), di cui sono incerte solo le dimensioni. Tutto questo porterà ad una situazione di ingovernabilità, ma è ormai inevitabile e prima avviene e meglio è.
Sarà il primo tempo di un film a cui seguirà un secondo tempo, il cui copione è quanto mai incerto: i due estremi sono, da una parte la degenerazione del quadro politico-istituzionale e sociale, dall’altra l’avvio di un reale rinnovamento della classe dirigente e delle riforme politico-istituzionali. Naturalmente tra i due estremi ciascuno può inserire o auspicare la via intermedia preferita.
Questo percorso più o meno traumatico potrebbe spingere l’Italia fuori dall’eurozona? Sì penso che sia possibile, la risposta ce la daranno i nostri creditori ai quali ogni anno dobbiamo restituire i debiti contratti nel passato, ma ai quali contemporaneamnte dobbiamo chiedere di sottoscrivere nuovi e maggiori finanziamenti perché non siamo in grado di azzerare il deficit annuale.
Spiace dirlo, dobbiamo essere consapevoli che dalla nostra situazione non si esce in modo indolore, ma traumatico e neanche in tempi rapidi ( non basterà tutto il 2013) ed è proprio per questo prima inizia è meglio è: in questo senso Berlusconi per difendere i suoi interesssi, questa volta, ha fatto anche il bene dell’Italia.
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condivido le tue previsioni ….l’Italia è ko come il resto dell’ Europa fatta eccezione la Germania che manipola! Da fonti certe sò che anche in Inghilterra la crisi esiste… non si affittano + a certi prezzi appartamenti etc
sai cosa manca ? un vero leader politico! Ad esempio Bersani , mio concittadino, non ha carisma , antipatico tanto che ,se torna a Bettola dove è nato e cresciuto, temo non ne esca vivo perchè è odiato ( questa la dice lunga ) quindi chi rimane ? io adoro la Brambilla che , in quanto animalista e ambiantalista, sarebbe sicuramente super parters per problemi anologi ma , a livello rinnovativo fiscale, economico etc non vedo nessuno se non vecchie faccie ! ciao apresto
Neiva mi ha colpito il tuo riferimento a Bersani e il suo paese natio. Visto che recentemente è proprio stato là per la sua campagna per le primarie pensavo che avesse un buon rapporto con i suoi compaesani.
Per il leader che non c’è, penso che esistano da qualche parte le personalità che servono, ma non affiorano, forse anche perché non amano la vita politica. Il leader serve, ma dovrebbe essere a capo di una squadra e accompagnato da un risveglio civico e da iniziative popolari. Con la rete qualcosa sta succedendo. Vedremo. Ciao!
Caro Prof,
Siamo all’ultimo quadro de ”Il Caimano”, quando il nostro si allontana dall’incendio che ha appena appiccato.
Ormai Berlusconi ha giocato tutte le sue carte, ed è evidente che, oltre ad averle finite, è in preda ad una totale confusione mentale; sommato al livore che lo anima quando lo si contraddice, si è arrivati ai grotteschi monologhi dell’ultima settimana. Nel Pdl ormai si è alla corsa alle scialuppe di salvataggio, prima che il Titanic si inabissi. Ma mi sembra che, oltre che in numero limitato, siano sfondate e che rapidamente andranno a picco anch’esse. Il voto siciliano ne è una conferma; si è passati dal 61 a 0 di qualche anno fa alla quasi sparizione della compagine azzurra.
D’altronde il vero collante di FI/Pdl era la greppia; visto che la biada è finita, si è ormai al liberi tutti.
Che la parabola del Cav. fosse definitivamente al tramonto lo si era capito da un annetto e qualche mese, dopo la raffica di legnate alle ultime tornate elettorali. Ormai puntava solo al salvacondotto: io appoggio Monti e voi non mi condannate. Questo era l’ultima speranza. La sentenza All Iberian ha messo la parola fine a quest’ipotesi.
La mia previsione è che il Cav. seguirà le orme del suo mentore; ma, invece della troppo proletaria Tunisia, si rifugerà in qualche resort di lusso ai Caraibi. Poi vuoi mettere la tecnologia del giorno d’oggi? Bettino si doveva affannare con un misero fax; ora con Internet potrà sproloquiare in tempo reale sui media di suo gradimento.
Detta la parola fine sul Cav., resta ora da scavare col Caterpillar per salvare quel poco che resta del nostro povero Paese dopo 18 anni di saccheggio.
Dei due temi, quello politico e quello economico, partirò dal primo, che mi sembra il più rilevante.
La caduta dell’impero ha svelato fino in fondo la putrescenza del sistema politico italiano a tutti i livelli. E’ inutile fare la lista dei colpevoli, perché sappiamo che è infinita e coinvolge la quasi totalità delle forze politiche. Quando la parte produttiva del Paese segnalava già da anni che Tangentopoli era una bazzecola rispetto alla situazione che si era creata ultimamente, in molti hanno chiuso gli occhi.
Purtroppo in Italia la politica, a partire dagli anni 70, è stata soprattutto strumento di arricchimento personale o di elargizione di favori di amici e parenti.
Bisogna però dire anche che in Italia manca totalmente la cultura e l’attenzione per il bene pubblico, come se quello che succede fuori dalla porta di casa mia non mi riguardasse. E questo è un problema di fondo, che prescinde dalle ruberie recenti.
Fare politica è un lavoro difficile; per farlo bene ci vogliono onestà e competenza. La prima non si impara, ma la seconda si.
Quello che si evidenzia oggi è che mancano quasi totalmente le capacità per far girare la macchina politica e degli enti pubblici.
Ricordo, ad esempio, che in Francia vi è una alta scuola di specializzazione per i manager pubblici. La metamorfosi dei partiti italiani, mutatisi da strutture gerarchiche con radicamento sul territorio a contenitori di nani e ballerine ossequiosi al capo bottega (e non parlo solo del Pdl) che raccoglie consensi solo grazie alle apparizioni sui media, ha fatto sì che il sistema politico si sia totalmente disgregato. E’ questo il nocciolo del problema! La classe politica italiana è strutturalmente ultra mediocre. Per costruirne una nuova ci vorrà tempo e impegno.
In compenso (!) i media costruiscono abilmente nuovi saltimbanchi, che grazie a buone tecniche di marketing, si impongono all’attenzione delle masse e raccolgono consensi corposi.
Ho avuto la riprova di quanto dico recentemente; durante conversazioni con amici di lunga data, mi è stato detto a più riprese che Matteo Renzi è il Nuovo e che segna un punto di rottura con la vecchia politica!!! Le conseguenze di queste osservazioni sul sottoscritto sono state: 1) un’improvvisa erezione tricologica 2) un rapidissimo rialzo della pressione arteriosa 3) alcune considerazioni esternate ai miei amici con un tono di voce di volume analogo a quello di un aereo al decollo.
So che questo mio modo di comportarmi porta ad incrinarsi rapporti vecchi di decenni, ma non si può tacere di fronte alla bestemmia.
Ad esempio, purtroppo ben pochi sanno che il responsabile della comunicazione del sindaco della città del Giglio è Giorgio Gori, che si è ingrassato alla corte del Cavaliere per decenni come direttore di Canale 5 e ora punta al riciclo in salsa rosa.
Ciò detto, le aspettative nel breve periodo sono del tutto fosche.
Non vedo come si possa comporre, dopo le prossime elezioni, un quadro parlamentare con un minimo di logica.
Il centrodestra è sotto la tenda a ossigeno e stavolta sarà difficile ridestarlo dal coma; la cosa più probabile è un’implosione e la fuga dei vecchi mestieranti, che lasceranno i giovani col cerino in mano.
Nel centro Casini si gode la sua misera rendita di posizione; almeno lui la poltrona la salverà, ma con la consueta aurea mediocritas.
Il centrosinistra può contare su un elettorato consolidato e con una coscienza politica obiettivamente superiore rispetto a quella del centrodestra. Resta l’incognita del guastatore Renzi; chissà mai che l’endorsement del Cav. non gli dica male…
A questo proposito voglio spezzare una lancia a favore di Bersani.
Lo so, non è telegenico, si esprime in modo ruspante e i suoi abiti non sono di Brioni, però è persona di buon senso e solida. In questo momento di tempesta è da tenerselo stretto, perché è sempre in grado di mettere una cazzuolata di cemento in un muro pieno di crepe come quello che si costruirà dopo le elezioni.
Tutto quello che mi viene da dire è chi vivrà vedrà… non me la sento davvero di fare previsioni
Per quanto riguarda l’aspetto economico, lo spread è come il termometro per l’ammalato. Il vero problema di fondo è che il sistema produttivo è stato gravemente danneggiato da questa crisi. Le restrizioni creditizie fanno si che anche le imprese strutturalmente sane, in grado di competere sui mercati internazionali, sia strangolate e non riescano a crescere.
Qui urge davvero una riforma radicale della finanza internazionale. Il recente accordo fra molti paesi della UE sulla Tobin Tax è un primo timido passo in questa direzione.
Speriamo ne seguano altri in questa direzione, e che le elezioni per la presidenza USA vadano nella giusta direzione…
Giovanni trovo il tuo commento bello tonico, come quello di giugno scorso sulla Merkel. E sono tentato di pubblicare anche questo. Fammi sapere se vuoi i diritti d’autore…. Ciao!