Il debito pubblico secondo Silvio – Parte II

E no Cavaliere! Stavolta i conti proprio non tornano!

Silvio magoIl Cavaliere ha studiato bene le argomentazioni elettorali che con la sua innata teatralità sciorina nelle interviste o nei talk-show. Oltre a quelle di attacco agli avversari politici, si è preparato anche argomentazioni difensive. Tra le più importanti in tal senso ci sono quelle sul debito pubblico, inesorabilmente aumentato anche nel suo lungo e prevalente periodo di governo. Ebbene Berlusconi ci dice che: 1) siamo un paese solido perché a fronte del nostro debito di circa 2000 miliardi abbiamo un attivo di 8000-9000 miliardi; 2) il debito non era ad una soglia pericolosa quando ha “deciso” (per il bene dell’Italia) di dimettersi, non essendo al 120% bensì al 95% del Pil; 3) a corollario dei due precedenti punti, Silvio sostiene che l’esplosione dei tassi di interesse dei nostri Btp nell’ultimo periodo del suo governo è stato creato ad arte dalla Deutsche Bank per costringerlo a dare le dimissioni.

Su quest’ultimo punto, nel corso dell’incontro del 10 gennaio con Santoro ha dovuto (eccezionalmente per lui) battere in ritirata di fronte alle contro-argomentazioni (anche documentali) presentate. Sul secondo punto ho già scritto su questo blog settimana scorsa, mentre il primo è il tema di questo post.

Di economia Silvio se ne intende perché è un imprenditore di successo, tant’è che applica parametri aziendali – quali il concetto di attivo e passivo – alla situazione finanziaria dell’Italia. Per chi è a digiuno o poco familiare con questi concetti ho scritto in fondo al post, Verità non convenzionaliin modo ultra-semplificato, una nota che consente di seguire correttamente il nostro ragionamento.

Torniamo quindi al Cavaliere. E’ corretto applicare i concetti citati sopra all'”azienda Italia”? Diciamo di sì in quanto è indubbio che lo Stato  è titolare di un attivo (immobili, terreni, partecipazioni, opere d’arte, ecc.) che potrebbe essere teoricamente liquidato (venduto) per far fronte al debito. Sentiamo allora cosa ci dice in proposito Berlusconi quando Santoro, ad un certo punto del loro show, sostiene che la causa della crisi italiana è il debito pubblico:

No, assolutamente no. Non c’entra niente. Scusi io sono quello che ne sa più di tutti ……. perché sono uomo di trincea ….. Il debito non è elevato perché bisogna confrontarlo con l’attivo. L’attivo italiano è di 8000-9000 miliardi. Se tu togli dall’attivo 2000 miliardi (di debito, n.d.r.), hai comunque un attivo di 7000. Avercene di economie così! Aziende in giro che abbiano 2 di debito e 8 di attivo non ce ne sono.”

Se da un punto di vista logico l’affermazione è corretta, dal punto di vista quantitativo è un pauroso errore. Il patrimonio (attivo) dell0 Stato alla fine di dicembre 2011 era di 821 miliardi di euro, lo dice la Ragioneria Generale (pag. 23), che ci informa parimenti che i debiti (passività) ammontavano a 2344 miliardi (debito pubblico incluso). Quindi un saldo negativo di oltre 1500 miliardi, anziché un saldo positivo di 7000 miliardi! Oh pabbacco – direbbe Totò – ma che succede, come è possibile che si sbagli di 10 a 1?
Si dà il caso che
gli 8000-9000 miliardi a cui si riferisce il Cavaliere sono il patrimonio non dello Stato ma delle famiglie italiane (glielo ha fatto timidamente notare Vespa in Porta a Porta), Convince-Confusemi sembra quanto meno una impropria applicazione del concetto che lo Stato siamo noi (cittadini). Forse ci riserva un acquisto forzoso di titoli del debito pubblico italiani ? O un’ipoteca sulle case degli italiani a garanzia dei Btp? E poi, detto da un imprenditore come lui fa ancora più impressione: è come confrontare i debiti, che so, della Fiat con l’attivo della Luxottica, sostenere che Leonardo Del Vecchio garantisce per gli Agnelli. Suvvia Cavaliere, stavolta l’ha sparata veramente grossa! 

L’interpretazione che darebbe il nostro amico Giovanni è spietata. A commento del precedente post su Berlusconi ha commentato “… Ormai ben conosciamo il nostro pollo; più le spara grosse più una certa fetta dell’elettorato abbocca. Non importa che siano vere o fasulle; l’importante è fare spettacolo….

Ultima considerazione generale in materia di balle sparate dai politici. Non siamo né il primo né l’ultimo paese con questo difetto e la storia è piena di bugie. Ma oltre un certo livello diventa un vero e proprio virus sociale che infetta la vita pubblica, ma anche in questo caso non tutti i politici sono bugiardi o, per lo meno, non lo sono allo stesso modo. E’ quindi più che mai necessario per noi cittadini trovare fonti di informazione che ci aiutino a diradare il fumo in cui siamo avvolti. Segnalo pertanto con piacere un ottimo sito che ho scoperto recentemente e che si sforza di valutare in modo oggettivo le dichiarazioni di molti politici, dando un giudizio finale per ogni dichiarazione in una scala con 5 gradini, da Vero a Panzana pazzesca. I giovani fondatori del blog ci offrono poi una sintetica valutazione grafica di ciascun soggetto politico, possibilità di richiedere l’analisi di specifiche affermazioni, ecc. Se vi interessa visitate  Pagella politica.

Grafico tratto dal giornale online Linkiesta della ricchezza delle famiglie italiane.
Ricchezza italianiSegnalo anche questo studio del MEF sul patrimonio pubblico complessivo, Amministrazione Centrale ed Enti locali

Nota su Attivo e Passivo– Tutte le aziende nascono e si sviluppano attraverso finanziamenti che provengono o dai soci (capitale proprio) o da terzi (debiti, altrimenti detto Passivo). Queste fonti di finanziamento generano il cosidetto Attivo, nel senso che non restano in forma liquida (se non in minima parte) ma vengono investiti nel corrispondente valore di macchinari, capannoni,  merci, ecc., che servono all’impresa per svolgere la sua attività di produzione e vendita. Se le scelte dell’imprenditore sono di successo, si generano così le entrate finanziarie per pagare i costi, rimborsare i debiti, distribuire gli utili e la vita dell’azienda prosegue. Con il bilancio si fotografa il valore e la composizione a fine anno del passivo e del capitale proprio da una parte (le risorse) e dell’attivo dall’altra (l’utilizzo delle risorse), che contabilmente corrispondono.

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4 thoughts on “Il debito pubblico secondo Silvio – Parte II

  1. Ottima spiegazione, peccato che tanta gente adori ancora il berlusca…..
    Quel bugiardo riesce sempre a fare abboccare qualcuno, ci sa fare con le parole, e con i soldi mette d’accordo tutti…..
    Ciao uber, un salutone da comacchio.

    • Ciao Stefano, concordo, aggiungo però che nel centro-destra, oltre agli elettori viscerali, ci sono anche quelli che apprezzano la verità e non le battute elettorali e, magari, qualcuno di loro legge questo articolo. Un abbraccio a tutti voi comacchiesi. Uber

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