Buone notizie dal primo anello della catena Popolazione-Risorse-Ambiente.
Ho colmato in buona parte una lacuna, ovvero la mia ignoranza sul tema della popolazione. L’occasione è stata proprio questo post, per scrivere il quale mi sono ampiamente documentato. Rendendomi così conto che ero imbottito di luoghi comuni propinati con abbondanza dai mass media. Pensavo che la crescita della popolazione mondiale fosse incontenibile. Che, di conseguenza, il futuro della Terra fosse segnato, solo una questione di tempo.
Ora, dopo le “scoperte” che ho fatto non posso dirmi ottimista, ma mi considero un “serio possibilista” – come si definisce Hans Rosling, di cui faremo la conoscenza tra poco. Potrei diventare un real-ottimista, quando studierò e scriverò a proposito di Risorse e Ambiente, facendo magari scoperte altrettanto importanti che smentiscano i luoghi comuni dominanti.
Cosa ho dunque focalizzato riguardo la popolazione mondiale? Che ci sono molte probabilità che si stabilizzi e che potrebbe poi anche diminuire.
Tutto ruota attorno al tasso di fertilità, cioè il numero di figli partoriti da una donna durante la sua vita. Il valore di questo parametro è sceso a livello mondiale da 4,98 nel 1960 a 2,46 nel 2013, con una riduzione di 0,5 punti negli ultimi 20 anni.
E’ evidente che, essendo le donne la metà della popolazione (anche qui, nella mia ignoranza, ero convinto che fossero più della metà), quando il tasso di fertilità raggiungerà il valore di 2 saremo quasi in una situazione di equilibrio. In realtà dovrà scendere sotto il 2 per compensare l’aumento della durata della vita. A quel punto il numero di nuovi nati uguaglierà quello dei morti.
Per uscire dal generico vi elenco i paesi che hanno già raggiunto negli ultimi 10 anni questa situazione: Germania, Grecia, Ungheria, Giappone, Portogallo, Romania, Russia, Serbia, Italia, che hanno infatti tassi di fertilità compresi tra 1,38 e 1,64. Strana ed eterogenea lista di paesi, significa che non conta solo il grado di avanzamento dell’economia, ma anche altre cause di natura storica e sociale.
Quando si prevede che si verifichi l’azzeramento della crescita della popolazione mondiale? Ci aiuta il grafico delle Nazioni Unite sopra riportato: intorno al 2060 (linea azzurra, fertilità media), con circa 10 miliardi di abitanti che resterebbero tali fino al 2100. Per proiezioni di tale portata si formulano anche altre due ipotesi: quella pessimistica (linea rossa) e quella ottimistica (linea verde) che ritrovate nel grafico. Quella realistica (colore azzurro) è ovviamente quella a più alta probabilità e trova il suo conforto nella proiezione dei dati disponibili di ciò che è avvenuto negli ultimi 65 anni (qui Banca dati delle Nazioni Unite e qui quella della Banca Mondiale).
Veniamo allo svedese Hans Rosling, medico e statistico, ha studiato anche in India e trascorso lunghe esperienze di studio e lavoro in paesi africani. Si autodefinisce un esperto dei problemi della popolazione e della salute nel mondo. E’ anche un eccellente comunicatore, ha fondato insieme al figlio il sito Gapminder. Il video che vi propongo è in inglese ed è piuttosto lungo, ma se volete potete passare al 7° minuto ed assistere ad una breve ed efficacissima rappresentazione grafica animata della drastica riduzione del tasso di fertilità nel mondo negli ultimi 30 anni.
Come cambia la situazione demografica nelle principali regioni del mondo
L’evoluzione che dovrebbe portare il mondo verso la stabilità demografica intorno al 2050 non è certo uguale per tutte le aree del mondo. Un primo flash per aree continentali ce lo fornisce questo grafico, che evidenzia il fortissimo aumento della popolazione nel continente africano. La sua quota sul totale mondiale che è oggi intorno al 15% del totale, aumenterà nel 2050 al 25%, passando da 1,1 a 2,4 miliardi. Da solo il continente africano contribuirà alla metà del passaggio dagli attuali 7,2 ai 9,5 miliardi previsti per il 2050.
Anche all’interno dei continenti livello di singoli paesi ci saranno dei grossi cambiamenti entro il 2050. Eccone alcuni.
Qualche altro dato, la cui fonte sono sempre le Nazioni Unite.
- Riduzione della popolazione (in milioni) entro il 2050: Russia -34 (da 143 a 109), Giappone -20 (da 127 a 107), Germania -10 (da 81 a 71).
- Aumento in: India +400 milioni (arriva a 1,65 miliardi), Stati Uniti +80 (da 316 a 422), Brasile +60 (da 200 a 260), Francia +9 (da 64 a 73, più della Germania).
- la Cina si stabilizza a 1,35 miliardi e l’Italia resta intorno ai 60 milioni
- Infine i nuovi giganti africani: la Nigeria arriverà oltre i 400 milioni (oggi 180!), l’Etiopia avrà circa 180 milioni di abitanti (94 oggi), l’Egitto 122 (82), il Kenya 97 (43), infine il Sudan 77 (37).
Le previsioni UN includono anche i flussi migratori, che attenuano sia gli aumenti (emigrazione) che le diminuzioni (immigrazione). Anche la stabilità della popolazione di casa nostra è raggiunta grazie ad un flusso previsto di immigrati (al netto degli emigrati) nei prossimi 35 anni di oltre 4 milioni di persone.
Il dato analogo a livello mondiale è intorno agli 82 milioni, cifra molto vicina a quanto effettivamente avvenuto anche negli ultimi 35 anni. Questi sono solo i dati delle migrazioni fra continenti, ai quali andrebbero aggiunti quelli all’interno dei continenti, ma rimando un approfondimento sul tema della migrazione mondiale ad un’altra occasione.
Conclusione
Abbandoniamo i numeri e torniamo al nostro tema. Se, come sembra molto probabile, gli abitanti della Terra si stabilizzeranno intorno ai 10 miliardi (numero che potrebbe poi anche scendere), la domanda diventa: ci sono abbastanza risorse per sostenere questa popolazione? E se sì, è compatibile con l’equilibrio di lunghissimo periodo (secoli a venire) dell’ecosistema?
Non so se esista una risposta scientifica a queste domande. Proverò comunque a tuffarmi nello studio delle risorse del nostro pianeta e del suo uso da parte dei popoli del mondo. Sarà poi la volta dell’ambiente.
Non mi aspetto ovviamente di trovare una risposta alle domande sopra enunciate, ma di formarmi una opinione almeno un po’ fondata e non di pelle e viscerale. La potrei anche definire – alla Rosling – una “risposta seriamente possibilista” o se preferite una solida ipotesi di lavoro, come definirei le valutazioni che ho riassunto in questo post sulla popolazione.
Alla prossima puntata della serie “Da cosa dipende il nostro Futuro”.
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Interessante, documentato e soprattutto emerge un messaggio se non ottimistico almeno non catastrofico.
Per quanto riguarda le risorse alimentari un elemento di cui tener conto è che in Africa, a fronte di un considerevole aumento demografico, troviamo una svendita di terre + o – coltivabili a paesi non africani, Cina in testa!
Grazie
italo
Ciao Italo, scusa se rispondo in ritardo, mi dedico al blog ad ondatine.
Sì, come scrivo nel post, per me è stata una piacevole sorpresa scoprire che è molto probabile che la popolazione si stabilizzi, non ne avevo la più pallida idea. Naturalmente non avremmo risolto nulla ma almeno ci sarebbe una base sulla quale l’evoluzione della tecnologie verso le risorse rinnovabili potrebbe avvicinare l’umanità ad una soluzione.
Come ho già risposto al commento di Gianca, mi preoccupa di più l’eventuale raggiungimento del punto di non ritorno dell’equilibrio ideale dell’ecosistema.
Con questa serie “Da cosa dipende il nostro futuro” continuerò a navigare ed esplorare alla ricerca di qualche lume in materia.
Un caro saluto
Il nostro pianeta produce acqua,legno,gas,petrolio,minerali, ecc. in quantitativi limitati, se pensiamo di poter continuare a consumare in un anno quello che il pianeta ha prodotto in secoli il disastro è assicurato.
L’umanità deve prendere coscienza al più presto che non può consumare giornalmente più risorse di quello che il pianeta produce ,per raggiungere questo obbiettivo non basta il progresso tecnologico e scientifico , né
il cambiamento dello stile di vita,questo obbiettivo non si può raggiungere senza il controllo delle nascite .
L’umanità , prima prende atto di questo ovvietà , e meglio sarà.
Gianca la tua visione è logica e ovvia, se la popolazione continua a crescere e se non cambiamo nel corso di questo secolo la tipologia di risorse della terra non c’è scampo. Detta così sembra una trappola, una missione impossibile.
Intanto però la popolazione dovrebbe stabilizzarsi intorno ai 10 miliardi, anche se in realtà che siano 2 o 5 o 10 il problema dell’esaurimento delle risorse NON rinnovabili non cambia, è solo questione di tempo.
Quindi le domande più importanti sono: quali e quante (tecnologia) risorse useremo fra 60/80 anni? Quante saranno rinnovabili? Quali saranno le tecnologie in uso? Beato chi ha una risposta, o almeno delle ipotesi di lavoro in materia. Io sono al buio ma non per questo escludo che una soluzione si possa fare strada. Proverò a cercare studi in materia e spero di cominciare a formarmi una opinione con un po’ di fondamento.
Restando su un piano superficiale di discussione, a me sembra che sia più delicato il terzo anello della catena popolazione-risorse-ecosistema. L’effetto serra sembra essere una trappola ancora più pericolosa e che ci rimanda nuovamente alla tipologie di risorse usate dall’umanità. E anche qui proverò a mettere il cappello dell’esploratore e avviare le ricerche. Probabilmente perderò tempo, non arriverò a nulla, ma non voglio fermarmi alle correnti della informazione corrente.