Le confessioni di BCE e FMI, ovvero oltre al danno la beffa

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E’ ben bizzarra la situazione in cui viviamo: attraverso i suoi emissari politici, sostenuti dalla grancassa mediatica, l’oligarchia finanziaria che governa il mondo prima stabilisce le non-regole che tornano a suo vantaggio, poi sulla base di quelle “regole” combina dei disastri, che fa pagare ovviamente ai Cittadini e dulcis in fundo …… ci spiega perché e come ha sbagliato.

E’ il caso di Banca Centrale Europea (BCE) e del Fondo Monetario Internazionale (FMI), due delle istituzioni politico-finanziarie di cui si avvalgono i “centri di potere” da tempo sovranazionali.

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Partiamo dalla BCE.

Nel maggio del 2013 il suo vice Presidente Victor Costancio ha presentato una relazione ad una conferenza tenuta presso la Banca Centrale della Grecia sul tema “La crisi dell’area Euro”.
Il dirigente della BCE ha sostenuto che la crisi della finanza privata del 2008 si è trasmutata in crisi dei debiti pubblici (vedi i dati in questa tabella estratta dal data base del FMI). Ecco i passaggi della trasmutazione:

  • salvataggio pubblico da parte delle banche centrali e dei governi delle banche private americane ed europee (per la precisione francesi tedesche e inglesi), che avevano erogato crediti a debitori con capacità di rimborso quanto meno dubbie
  • rallentamento economico causato dalla stretta del credito posto in atto dal sistema finanziario in difficoltà
  • peggioramento dei deficit pubblici che ne è scaturito (qui seconda impressionante tabella FMI) e ancora non terminato (es. Francia e Spagna)

Per dirla con le parole di Constancio “Senza la pressione sulle finanze pubbliche generata dalla recessione che ne seguì e dalle perdite di bilancio delle banche europee, i governi dell’area euro non sarebbero stati così vulnerabili allo stress nei mercati delle obbligazioni sovrane. In altre parole, senza il comportamento delle banche e la crisi finanziaria, la crisi del debito sovrano sarebbe stata almeno non così grave”

Il vice Presidente della BCE – istituzione che “sorveglia” attraverso le banche centrali nazionali il sistema bancario privato – ci spiega quindi che le perdite delle speculazioni delle banche tedesche e francesi sui mutui fantasma in USA e del credito concesso a go go ai paesi deboli del Sud Europa (Grecia per prima, vedi nel grafico sotto il rientro dall’esposizione greca delle istituzioni finanziarie mondiali) si sono trasferite sui deficit e debiti pubblici dei paesi europei. Complimenti signor controllore/colluso! Per una più ampia trattazione della relazione di Constancio vi rimando a questo mio precedente post.

Esposizione delle banche straniere sul debito pubblico greco (2009-2014)

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Veniamo alle due confessioni del FMI

La prima è di maggio 2013 e doveva restare confidenziale, voce dal sen sfuggita captata dal Wall Street Journal (qui l’articolo originale ripreso poi da Repubblica), la seconda pubblicata settimana scorsa sul sito del Fondo Monetario Internazionale. Entrambe ci riportano ancora più vicino all’attualità della Grecia.

Sintesi della fuga di notizie “strictly confidential”: il FMI confessa che in occasione del primo salvataggio (ricordo che non era prevista alcuna ristrutturazione del debito, solo aiuti finanziari) della Grecia del 2010, 3 parametri su 4 dei test FMI dimostravano che il piano di aiuti predisposti non avrebbe risanato la Grecia.
Nonostante questo il Fondo aderì per le pressioni della BCE e della UE (leggi Germania). Il motivo: guadagnare tempo evitare l’effetto di trascinamento che il paese ellenico avrebbe all’epoca generato in altri ben più importanti paesi del Sud Europa. Aggiungo che il guadagno di tempo ha altre sì consentito alle banche francesi e tedesche di liberarsi dei titoli di debito greco (vi rimando al grafico precedente). Ma di questo nell’articolo del Wall Street Journal non c’è cenno.

In sostanza il FMI (Madame Lagarde in persona secondo il WSJ) ammette di essere venuto meno alle sue stesse regole e che a loro era già chiaro che occorreva una ristrutturazione del debito (posto in atto poi nel 2012, ma evidentemente tardi e non sufficientemente robusto) che è il punto di cui la Germania non vuole sentire parlare e su cui Tsipras ha giustamente rotto la trattativa. Infine i soloni finanziari di Washington ammettono di avere sbagliato nelle proiezioni macroeconomiche, ovvero di avere sottostimato gli effetti recessivi dell’Austerity. Ecco un grafico che sintetizza questo ultimo aspetto

Veniamo alla seconda confessione che ci precipita nella caldissima fase della tartassata Grecia. Consiste in un rapporto questa volta ufficiale del FMI, datato 26 giugno 2015 (lo trovi qui e qui invece un articolo del Sole 24ORE). Ha un pregio, è del tutto coerente con la precedente confessione: sostiene infatti che il terzo (in meno di 5 anni) salvataggio attualmente sul tavolo, per essere efficace dovrà fare perno (vedi punto 10 a pagina 12 del rapporto in inglese) su un periodo di “grazia” di 20 anni e un successivo periodo di ammortamento di 40 anni.
Va da sé che questo deve riguardare, secondo il FMI, non la sua quota (32 miliardi su 320, guarda il grafico completo del della CNN) ma la quota di debito attualmente in carico alla fiscalità dei governi dell’EZ (200 miliardi più la BCE per 26), cioè dei soliti gonzi.
Ma tant’è, quei miliardi i governi (per l’Italia sono 40-45) li hanno già erogati, attraverso il prelievo fiscale o emettendo nuovo debito ed hanno oggi il cerino in mano, come ci aveva già spiegato Constancio-BCE

Tralasciando ovvie considerazioni sulla buona fede ed anche sulla competenza dimostrata dal FMI, si potrebbe anche aperare che almeno con il prossimo piano di aiuti a cui parteciperà il FMI dopo il Referendum di domenica, finalmente si affronterà il problema in modo serio. Mi spiace, è meglio non contarci. Nella prima pagina del rapporto sta scritto. “Questa bozza preliminare di Analisi di Sostenibilità del Debito è stata redatta dallo Staff nel corso delle discussioni con le Autorità greche ed è stata trasmessa ma non discussa e nemmeno approvata dal Comitato di Direzione del FMI”.
Beffa nella beffa, i ghirigori dialettici per dire tutto e il contrario di tutto e per pararsi in ogni caso il sedere non sono una prerogativa dei nostri politici e della nostra burocrazia, come vogliono farci credere.

Post Scriptum. Se pensate che la mia qualifica di “tartassata” riferita alla Grecia sia del vuoto buonismo guardate questo grafico

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Dei 255 miliardi circa di aiuti erogati dal 2010 a tutt’oggi alla Grecia, soltanto 27 (i 15,3 miliardi di deficit primario e gli 11,7 di fabbisogno di cassa) sono realmente andati a sostenere la spesa pubblica corrente negli ultimi 5 anni. Infatti la Grecia dal 2013, interessi sul debito esclusi, ha un avanzo di bilancio (qui tabella FMI)
Tutti gli altri, quasi 230 miliardi, sono andati ai creditori sotto forma di rimborso di capitale o di interessi. I 2 piani di aiuti della Troika hanno salvato le banche dai loro “errori” di investimenti ed hanno affossato la Grecia, nonostante gli enormi sacrifici imposti (leggi questo post di eunews.it)

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