L’Euro è una catena per l’economia greca. Non lo dice un euroscettico, un economista sprovveduto o un populista anti-europeo, ma Valery Giscard D’Estaign, un padre fondatore della UE.
Questa intervista è stata rilasciata da Valéry Giscard d’Estaing il 18 febbraio al capo redattore del quotidiano francese Les Echos (equivalente a Il Sole 24 ORE italiano). E’ decisamente sorprendente quanto dichiara questo importante personaggio interprete del percorso di costruzione della UE. Botta di arteriosclerosi o voce dal sen fuggita? Sussulto di obsoleta grandeur e di protagonismo? A voi la sentenza.
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Intervista di Nicolas Barré- Les Echos 18 febbraio 2015
L’ex capo di Stato Valéry Giscard d’Estaing sostiene una “exit amichevole” della Grecia per evitare una crisi più grave. Ritiene che l’economia greca non possa recuperare senza una moneta svalutata.
L’Europa non fornisce le risposte giuste al problema della Grecia?
Il problema è mal posto fin dall’inizio. La questione fondamentale è se l’economia greca può ripartire e prosperare con una moneta così forte come l’euro. La risposta è chiaramente no. Ma invece di concentrarsi su questo tema di fondo e dargli la risposta, gli europei si concentrano sul debito greco. Certamente, si può alleviare un po’il bilancio greco, agendo sul livello del tasso di interesse e sulle scadenze. Ma non è questo il punto. Questo non risolverà il problema di fondo che ha di fronte questo Paese.
La Grecia deve lasciare l’euro?
La proposta implicita del nuovo governo greco presuppone una svalutazione della moneta. Semplicemente perché il programma in base al quale è stato eletto è irrealizzabile con una moneta forte. La produzione della Grecia non può ridiventare competitivo con l’attuale livello dell’euro. Pertanto, non è in grado di attuare il suo programma economico tra cui l’aumento del salario minimo e l’estensione della spesa sociali. L’ingresso della Grecia nell’euro nel 2001 è stato un chiaro errore. Ero contrario a quel tempo e che l’ho detto. Anche tedeschi erano contrari. Hanno accettato perché altri, tra cui la Francia, hanno insistito a favore dell’ingresso. La Grecia può risolvere i suoi problemi di oggi solo se si ritrova con una moneta svalutata. Dobbiamo quindi considerare questo scenario con calma e a freddo, nell’interesse della Grecia stessa. E ‘assurdo dire che sarebbe un fallimento dell’Europa. D’altra parte in questi giorni, la valutazione dell’euro è in aumento. La Grecia ha il suo posto nell’Unione europea. Lasciando l’euro, non farebbe che raggiungere paesi come il Regno Nicolas Barré Unito, la Svezia, la Repubblica Ceca, ecc che non l’hanno adottato. Meglio ancora: questa uscita gli permetterebbe di prepararsi per un possibile futuro ritorno. Questo processo di uscita ordinata può e deve essere condotta in modo non conflittuale, nel reciproco interesse di tutte le parti. Questo è quello che chiamerei una “exit friendly”, una uscita in uno spirito amichevole. La Grecia ha bisogno di avere la possibilità di svalutare la propria moneta. Se non lo fa, la sua situazione peggiorerebbe e sboccherebbe in una crisi ancora più grave.Secondo lei, perché questa ipotesi non viene avanzata e presa in considerazione dai leader europei?
Forse per una mancanza di competenza monetaria e a causa della pressione degli ambianti speculativi. Ci viene detto che i greci non vogliono lasciare l’euro e il nuovo governo ha respinto questa ipotesi durante la campagna elettorale. Certo. Ma questa non sarebbe la prima volta che dei dirigenti si sono fatti eleggere proponendo un programma impraticabile all’opinione pubblica. Guardi la Francia e dove è finita la promessa del governo francese di ridurre la disoccupazione …L’uscita della Grecia dall’euro non rischierebbe di incitare altri paesi a seguirla?
Non c’è attualmente alcuna agitazione particolare nell’area dell’euro. La situazione in Grecia è singolare ed estrema: il debito è intorno al 175% del Prodotto InternoLordo ed è molto superiore a quella del secondo paesi europei più indebitati, che è di circa 125%.
Tuttavia, sarebbe anche necessario riflettere sulle istituzioni della zona euro per completarle, è arrivato il momento della creazione di un Tesoro nella zona euro. Ma queste sono questioni più di lungo termine. La situazione greca richiede una decisione forte e rapida, permettendo al programma politico e sociale che si è data di disporre di una moneta che sia svalutabile.Leggi l’articolo originale su Les Echos Traduzione del Prof
Questa “rivoluzionaria” intervista è stata tenuta ben nascosta dai giornali e dalle televisioni. Giscard D’Estaign sembra una scheggia impazzita, che dice delle grandi verità (la Grecia con le regole attuali non ha scampo), dà la soluzione del problema greco (uscire dall’euro, che non significa uscire dalla UE), butta un enorme sasso in piccionaia (“pressioni di ambienti speculativi”), sottovaluta alla grande le conseguenze dell’eventuale uscita della Grecia dall’euro.
Su quest’ultimo punto consiglierei all’ex Presidente francese di aggiornarsi sull’umore dei popoli europei verso la UE. L’intervista termina poi con un auspicio-onirico (completare le istituzioni della zona euro) che mi farebbe propendere verso la cattiva interpretazione di una botta di arteriosclerosi del nostro (ex?) tombeur de femmes. Caratteristica, quest’ultima, che lo inserisce in una lunga tradizione presidenziale transalpina, di cui Hollande è l’ultimo degno rappresentante. E noi saremmo i maialini del Sud-Europa ……
Infine, visto che stiamo parlando di un padre fondatore della UE, se siete aperti a visioni non conformiste, leggete questo post alternativo sul blog di Francesco Amodeo. Fa riflettere.
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