L’Italia e l’euro

Chi spera che l’Italia esca dall’euro e perché.

Inversione di rotta.
Mi ero ripromesso di parlare di Italia ed euro dopo alcuni articoli propedeutici contenenti analisi e dati economici. Ho invece deciso di invertire il percorso e dirvi subito quello che penso. L'euro in crisi.Il motivo di questa inversione è che ho assistito recentemente a dibattiti e a dichiarazioni di personaggi vari, nelle quali si sostiene che la salvezza dell’Italia consiste nello spezzare la catena dell’euro, che ha penalizzato il nostro export, e fare così ripartire la crescita attraverso il rilancio delle esportazioni. La disoccupazione si ridurrebbe, i nostri conti pubblici si raddrizzerebbero e riconquisteremmo la fiducia dei mercati finanziari. Ricetta semplice e miracolosa!

Queste  affermazioni mi hanno fatto saltare la mosca al naso perché nella migliore delle ipotesi si tratta di conclusioni affrettate e semplicistiche di fenomeni economici un po’ più complessi; nella peggiore, e più probabile, ipotesi sono uno specchietto per le allodole, un tentativo di manipolazione dell’opinione pubblica per finalità politiche.

Cosa succede se L’Italia esce dall’euro.
I vantaggi. Certamente la forte svalutazione della NuovaLira rispetto a tutte le principali valute consentirebbe un graduale rilancio delle nostre esportazioni, a condizione che la nostra struttura industriale continui ad essere competitiva e supportata dal sistema bancario. L’aumento delle nostre vendite all’estero, pur avviandosi subito dispiegherebbe i suoi pieni effetti nel corso di alcuni anni.
Aggiungo un secondo vantaggio, di cui sento parlare poco : l’aumento del valore della nostra “materia prima”,  il patrimonio naturale e artistico, sopratutto se la valorizzeremo maggiormente con una mentalità di servizio al turista italiano e straniero che sia. Per dare i suoi pieni risultati anche questo vantaggio dell’uscita dall’euro richiederebbe un conguo numero di anni.

Gli svantaggi. La svalutazione della NuovaLira avvierebbe immediatamente ed in rapida successione la seguente catena di eventi : aumento del costo delle importazioni e del deficit commerciale, Euro=carta stracciaaumento dell’inflazione che alimenterebbe a sua volta la svalutazione, aumento del costo della vita e dei tassi d’interesse. Parallelamente la svalutazione avrebbe i seguenti effetti sul nostri titoli di stato : decollo del costo degli interessi, quindi aumento del deficit, innesco della spirale  deficit/debito….. devo continuare con l’abbassamento del tenore di vita ed un peggioramento del clima sociale? O con altre amenità del genere? Per la cronaca, ritengo improbabile che questo scenario pessimistico si verifichi a breve termine (6 mesi), siamo  attualmente lontano dalla soglia di non ritorno.

Il bilancio di vantaggi e svantaggi. Come ho cercato di illustrare le conseguenze negative di una uscita dall’euro sarebbero violente, certe ed immediate mentre i vantaggi sarebbero graduali e  distribuiti nel tempo. Insomma un terremoto subito e una ripresa negli anni a venire. Nell’euro ci siamo – forse non è stato l’affare del secolo – ma uscirne per nostra scelta sarebbe autolesionistico.
Chi getta fumo negli occhi degli italiani con il ritorno ad una nostra valuta fa semplicemente il proprio gioco politico. Chi è e a cosa mira? Lo vediamo subito.

Chi soffia sul fuoco.
In primis la Lega che si è accorta che la crisi della UE gli offre un’occasione d’oro per tornare alle origini e riportare la secessione al centro della sua politica.  Poi un’area politica del Pdl, che non punta alla secessioneLa lega e la secessione ma al nuovo “Ghe pensi mi” in formato Uomo Forte, sperando di convincere, con le buone e magari con le cattive, gli italiani a dargli fiducia.
Entrambi i fronti sono da prendere sul serio, la Lega perché i sussurri di secessione attraversano diversi paesi europei – Belgio, PopulismoSpagna, da non escludere neanche la stessa Germania – e i pidiellini perché il berlusconismo ha messo con la seconda Repubblica forti radici.
C’è anche un aspetto comico in questo parallelismo Lega-Pdl : in Italia non si è  realizzato un sacrosanto federalismo – teso cioè a riequilibrare entrate e uscite delle macro regioni italiane – perché una parte del Pdl, l’alleato che la Lega ha sostenuto in 8 anni di governo degli ultimi 10, non lo vuole proprio essendo rappresentante degli interessi leciti e forse meno leciti non del popolo del Sud, ma dei suoi centri di potere.

Ritorniamo al tema centrale.
Dopo questo mio “sfogo”, con il prossimo articolo tornerò al nocciolo del problema, la crisi dell’Italia e della Unione Europea. In particolare mi concentrerò sulMerkel-Germaniala Germania, domandandomi per esempio : ma è vero che è stata la Germania a trarre i maggiori vantaggi dall’introduzione dell’euro? Oppure : la Merkel si rende conto che imponendo solo rigore, dicendo no agli eurobond e vietando l’emissione di moneta da parte della BCE rischia di scavare la fossa all’Unione europea? E’ questo che vuole?

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3 thoughts on “L’Italia e l’euro

  1. l’idea romantica di unione europea di de gasperi non coincide con quell’architettura cerebrale e fredda che in realtà è l’unione dei paesi europei, unità benedetta non da un desiderio di comunanza moralpoliticofinanziaria, ma da interessi di predominio economicocommerciale. un matrimonio interessato, insomma.
    la moneta unica aveva bisogno di basi più solide e concrete per poter avere una vita matrimoniale lunga e senza divorzi o tradimenti.
    sarebbe stato indispensabile quel ‘unicum et idem sentire’ che gli stati europei mai hanno avuto nel corso della storia. anzi. ci siamo sempre combattuti, invasi, assoggettati, distrutti.
    in questo utopico mondoeuropa in realtà non esiste una politica estera comune, non esiste un senso comune della democrazia, (leggi ungheria), ognuno pensa al proprio giardinetto, ad innaffiar le proprie piante, rubando l’acqua al vicino. come si può pensare ad un successo in un simile contesto?
    vedi? son sempre più convinta che sia meglio contar formiche nel mio piccolo mondo.
    ;))

  2. Concordo in pieno con la riflessione del prof. e anche sono daccordo con Giarina.
    Anche secondo me l’Europa è malata di “provincialismo”, cioè ogni paese con un passato storico più o meno glorioso, cerca sempre di anteporre i propri interessi a queli che invece sarebbero necessari per un rafforzamento dell’area Euro, creando in questo modo le condizioni nel medio/lungo termine per uno sfaldamento progressivo dell’Europa Unita, già favorito dalla forte pressione esercitata dalle super economie mondiali – vedi Cina, USA , Russia.
    Temo che i popoli tedeschi (noi tella grante cermania) e francesi (allons enfant de la patrie…) oltre che a quello inglese (ufficialmente autonomo ma succube dei dollaroni dello zio Sam) si renderanno responsabili del big bang europeo.
    Ovviamente spero di sbagliarmi

  3. Giarina e Pino, ragazzi …. (alla CrozzaBersani), comincio a preoccuparmi della mia cadrega! Siccome dialogo ed equità sono le due gambe del Prof, vi dico chiaro e tondo che ….. NON È CONSENTITO AGLI ALLIEVI SUPERARE IL MAESTRO! Ma per fortuna mi siete cascati tutti e due nel finale.
    Giarina, mi hai stupito, grande sintesi politico-economica della situazione della Vecchia Europa, con venature sentimentali altrettanto “concrete”. Ti darei 10, ma sebbene contar formiche sia una scelta valida e non criticabile, non è l’unica scelta possibile, ce n’è un’altra che viene suggerita proprio….. dalle formiche. Come tu hai sperimentato, i nostri insettini sono capaci di superare ostacoli che sembrano insormontabili. Certo le formichine hanno tutte la stessa unità di intenti, mentre noi umani siamo individualisti. Ma proprio per questo qualcuno che condivide la tua mirabile sintesi, potrebbe sentirsi spronato, magari donchisciottescamente, a cercare di fare qualcosa. Anche perché non vuole “lasciare il futuro agli avversari”. E non è una scelta esclusivamente razionale ma anche fortemente emotiva.
    Comunque, voto finale : 9menomeno, non mi sento di scendere di più!
    Pino, ottima descrizione del panorama mondiale, sembra scritta da un intelligente corrispondente extra-terrestre che ha studiato il nostro mondo dalla sua navicella spaziale. Mi sembra però criticabile l’attribuzione di responsabilità che tu fai del possibile big bang europeo. Se si verificherà sarà innescato dal detonatore Italia. E non mi sembra che qualcuno abbia puntato una pistola alla tempia degli italiani per 40 anni, costringendoci a creare con costanza e con diabolica pervicacia il nostro debito pubblico. O costringendoci a votare la classe politica che ci ritroviamo. A te niente voto, potrei essere di parte…..
    Però che brillanti allievi!

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