Dal “Ghe pensi mi!” al “Tocca a te!”

L’ottimismo secondo Matteo Renzi.

Anche Matteo Renzi, come Jovanotti, ha partecipato al convegno TEDx “Innovazione e ottimismo” tenutosi a Firenze  il 12 novembre scorso e ha presentato la sua interpretazione del concetto di ottimismo.
La politica non è il tema del convegno e infatti Renzi la sfiora soltanto. Per esporre il suo concetto di ottimismo cita invece 4 personggi, il primo tedesco – Dietrich Bonhoeffer – e 3 fiorentini illustri – “Ser Pippo” Brunelleschi, Giorgio La Pira e … Pinocchio.
Non intendo fare il riassunto della brillante presentazione di Renzi (sotto trovate il video, durata 16 minuti), ma voglio citarne due passaggi per me particolarmente significativi e collegati fra loro.

Il primo riguarda uno straordinario personaggio tedesco : Dietrich Bonhoeffer, pastore evangelico e teologo, oppositore del regime nazista – partecipò alla cospirazione per uccidere Hitler e per questo morì all’età di 39 anni – nonché autore di numerose testi.
In uno di questi, “Resistenza e resa”, parla dell’ottimismo che definisce anche in questo modo : “L’essenza dell’ottimismo non è soltanto guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale ………… una forza che non lascia mai il futuro agli avversari, il futuro lo rivendica a sè”.

Nella parte finale dell’intervento di Renzi c’è il secondo passaggio che voglio riportare e riguarda questa volta noi italiani, il nostro presente e ancor di più il nostro futuro. Il sindaco di Firenze ci dice che mentre la politica di ieri ci scaricava dalla responsabilità con il  “Ghe pensi mi!”, la politica di oggi – almeno come la vede lui – invece ci dice “Tocca a te!”

Ci vogliamo liberare dei parlamentari “schiacciatasti e cambiabandiera” domanda Renzi? Tocca a noi/voi risponde, invitandoci a creare “una forza che non lascia mai il futuro agli avversari”. Non ci dice come, ma il tema del convegno e i 16 minuti a disposizione non lo permettevano certo. Immagino comunque che il sindaco di Firenze abbia idee precise in proposito.

Io sono talmente d’accordo con il concetto su espresso che sto meditando da tempo di farne l’oggetto di uno specifico post e colgo intanto qui l’occasione per presentarvi un concreto esempio.
Neiva, una amica del Prof, mi ha inviato una mail, indirizzata anche ad un’altra decina di amici, in cui mi segnalava la possibilità di aderire, attraverso la rete, ad una petizione pubblica «per dimezzare il numero dei Parlamentari ed eliminare il diritto all’indennità pensionistica dopo soli 60 mesi di attività Parlamentare».

Ho sottoscritto la petizione e l’ho proposta anch’io via mail ad una dozzina di amici. E’ la prima volta che vengo a conoscenza di questa possibilità di democrazia diretta, ho visitato il sito Petizione Pubblica che la propone e sembra una iniziativa seria, ne approfondirò la conoscenza. Ma intanto, dopo essermi detto “Tocca a me”, ho agito.

Mentre scrivo hanno aderito alla petizione 263.528 italiani. Restando con i piedi per terra, può darsi che la petizione finisca in nulla, che venga ignorata o manipolata dalla burocrazia e dal mondo politico. Ma vi immaginate se la già alta adesione dovesse raggiungere 1 milione, o più, di italiani? Sarebbe una straordinaria e autonoma manifestazione di opinione pubblica, di cui il mondo politico dovrebbe in qualche modo tenere conto.

Adesso vi lascio al brillante eloquio fiorentino e alla abile teatralità di Matteo Renzi.

3 thoughts on “Dal “Ghe pensi mi!” al “Tocca a te!”

  1. Caro Prof sono pienamente d’accordo con le tue argomentazioni e ti ringrazio di aver visualizzato , firmato e inoltrato la raccolta di firme per diminuire i parlamentari in Italia ( sarà dura ma almeno proviamoci ) ciao! Neiva

  2. Ciao Prof, credo che la petizione supererà agevolmente e velocemente l’obiettivo di un milione di firme. Speriamo che, contrariamente alle abitudini, si voglia tener conto della volontà di cambiamento che emerge da tutto il paese.
    Renato

    • Ciao Renato, la tua previsione mi fa proprio molto piacere! Se poi ci fregano anche stavolta, beh intanto che gli venga uno …. spread e poi ci organizzeremo meglio per il futuro!
      Il Prof

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