La crisi UE e il G20 (2a puntata).

Angela MerkelPremessa.
Con questo post ci aggiorniamo sull’evoluzione della crisi dell’Unione europea, ripercorrendo quanto è avvenuto nell’ultimo mese, cioè dalla pubblicazione in questo blog del primo articolo sullo stesso argomento.

Questo, come quello precedente, è un articolo di cronaca e commento degli avvenimenti e non comprende, se non incidentalmente, proposte per una UE più solida e integrata, che saranno invece l’argomento di un  prossimo articolo di questo blog.

Aggiornamento sulla rotta del Titanic-EU.
Nell’ultimo mese, denso di tensione e avvenimenti, è avvenuto un importante cambiamento: Merkel-Sarkozy, il surrogato del Capitano della nave di cui parlavamo nell’articolo di un mese fa, è un po’ meno surrogato, nel senso che si è affermata una unitarietà di decisione sulla rotta da seguire, il Merkel-capitano.

Ciò è avvenuto all’ultimo minuto, quando ormai le decisioni erano inderogabili e con il concorso della pressione esterna del mondo intero, dalla Cina al Brasile, dagli Stati Uniti all’Australia. La Germania ha fatto valere il principio del più “forte” e la Francia ha dovuto ammiccare.

Cosa ha deciso dunque il Merkel-capitano nel vertice del 26 /27 ottobre? 1) L’aumento del fondo salva-stati Efsf  da 440 miliardi a 1000 miliardi di euro, 2) La svalutazione del 50% del valore dei titoli di stato greci in possesso delle banche (prevalentemente francesi) e 3) Il rafforzamento delle banche europee più deboli, con aumento di capitale complessivo di 106 miliardi di euro. Per maggiori elementi potete leggere questa nota del consiglio EU.

Per quanto riguarda l’Italia (la zona debole più pericolosa della scafo del Titanic-UE), è stato chiesto al nostro Primo Ministro di presentare entro 72 ore (!) un piano di interventi per rilanciare lo sviluppo dell’economia del paese, senza il quale il deficit e il debito pubblico non possono ritornare a valori “normali”. Il piano del nostro governo è stato presentato e giudicato positivamente dalla UE, che ha invitato perentoriamente il nostro P.M. ad eseguirlo, rendendone periodicamente conto alla UE.

Cosa significa tutto ciò per la UE? Che il cambiamento di rotta deciso permetterà di evitare l’imminente collisione con l’iceberg avvistato, ma Eurolandia resta, contrariamente forse alle attese del Merkel-capitano, nella zona dei ghiacci, per niente fuori pericolo. Per uscire definitivamente dal pericolo e ritornare in mare aperto ci vorranno ulteriori manovre e correzioni di rotta, da studiare e definire in tempi brevi.

Il Merkel-capitano ha anche deciso di rivedere alcuni aspetti del Trattato di Lisbona, prevalentemente  finalizzati al consolidamento del rigore dei conti pubblici dei singoli paesi membri.

A tre giorni dalla conclusione del vertice europeo, vediamo qual’è il giudizio dei mercati finanziari (Borse mondiali e mercato dei titoli di Stato): finora hanno espresso forti dubbi sui risultati del vertice UE e ciò può essere attribuito alla capacità di realizzazione delle decisioni e dei piani approvati o, peggio ancora, alla supposta scarsa efficacia dei piani stessi.I numeri ci dicono che al centro di questa valutazione negativa è proprio la zona debole Italia, basta guardare il grafico seguente, aggiornato ad oggi 31 ottobre.

Differenziale Btp-Bund

Oggi il tasso dei Btp decennali ha chiuso al livello record  del 6,07% e il differenziale con il Bund è arrivato a 410 punti. Anche il tasso dei buoni del tesoro spagnolo è salito (meno di quello italiano), il tasso dei titoli greci non è sceso in modo significativo, come invece ci si poteva attendere dopo le decisioni del vertice di Bruxelles e, dulcis in fundo, anche il differenziale tra i titoli francesi e tedeschi si sta allargando.

Insomma i mercati sono decisamente euroscettici e ci stanno dicendo che dubitano sempre più della capacità dell’Italia di rimborsare i propri debiti.

Le mosse del G20.
Dopo la “notizia-bomba” di un mese fa riguardo il possibile intevento del G20 a supporto della UE con un fondo di 3.000 miliardi di euro è cominciato un balletto da parte dei paesi del BRIC (Brasile, Cina, India e Russia, tutti membri del G20) che, a turno, promettevano aiuto e successivamente lo negavano: valga per tutti questo primo filmato del 14 ottobre, nel quale la Presidente del Brasile si dichiara pronta a sostenere finanziariamente l’Europa e il secondo filmato del 26 ottobre, in cui il ministro delle finanze brasiliano dichiara che il Brasile non comprerà titoli di stato europei.

Silenzio invece da parte di altri importanti (per sviluppo economico e/o riserve internazionali) membri del G20, come Arabia Saudita, Corea del Sud, Messico

Quello di un po’ più serio che i paesi BRIC e il Giappone hanno detto è che sono molto preoccupati per le conseguenze che potrebbe avere sull’economia mondiale una crisi dell’Europa, ma che la UE deve prima di tutto trovare da sola il percorso per risolvere il suo problema. Con il corollario, più o meno esplicito, che a quel punto loro potranno intervenire per rendere più sicura e rapida la marcia verso l’uscita da quella che abbiamo definito la “zona dei ghiacci”.

Il veicolo dell’aiuto? Il FMI sembra essere il canale privilegiato, in cambio ovviamente di maggiore potere decisionale (oggi la leadership è degli USA), oppure il fondo europeo Efsf, che pur essendo ancora un ente in fase di avviamento, dopo il vertice europeo assume una fisionomia più definita e un ruolo più importante. In ogni caso è certo che chiederanno ed otterranno delle contropartite.

Gli Stati Uniti, alle prese con i loro grossi problemi e proprio per questo forse i più preoccupati di un precipitare della crisi UE, sono apparentemente defilati, in realtà dietro le quinte sono i principali promotori di un intervento del G20 ma anche del FMI.

Conclusioni e prossimo appuntamento.
Concludendo, il nostro Merkel-capitano ha preso una decisione necessaria (il cambiamento di rotta) ma certamente non decisiva, ha chiesto di studiare il possibile rafforzamento della nave (revisione del Trattato di Lisbona), ha inviato messaggi di soccorso al G20 e  sta studiando con il FMI un piano di emergenza nel caso si aprisse la falla Italia o Spagna.     Se tutto questo si metterà effettivamente in moto, vedremo in azione una rete di paesi e istituzioni mondiali mai vista prima d’ora.

La prossima puntata è imminente, cioè il 3 e 4 novembre a Cannes, con la riunione del G20, che si svolgerà sotto la forte pressione che i mercati finanziari stanno mettendo sull’intero mondo politico ed economico. Noi comuni mortali ci auguriamo che, se è vero che la necessità aguzza l’ingegno, da Cannes escano decisioni e piani inediti, che siano in grado di abbozzare un modello sovranazionale di coordinamento dell’economia e della finanza internazionale.

La globalizzazione produttiva e commerciale è una profonda realtà. Quella finanziaria è ancora più radicata e la sua “forza”, amplificata da alcune “regole” assurde, sta mettendo il mondo politico del globo davanti ad una sfida nuova e molto severa.

Spunti per eventuali commenti
Il mondo finanziario “gestisce” i profitti, i risparmi e le rendite accumulate nel corso degli ultimi secoli e non c’è da sorprendersi se il patrimonio di cui dispone è stimato da 4 a 6 volte il valore della produzione mondiale di un anno intero. Aggiungiamo a ciò che il patrimonio finanziario è altamente concentrato presso alcuni società americane e inglesi e che i governi (USA in testa) non pongono limiti alla “creatività” dei nostri finanzieri, e capiremo lo sfondo sul quale si susseguono gli avvenimenti quotidiani.

Se volete commentare, ecco alcune domande di stimolo. Secondo voi:

  • L’articolo è troppo pessimista?
  • Mancano degli aspetti importanti nella cronaca di questo articolo?
  • La riunione del G20 del 2 e 3 novembre migliorerà la situazione?
  • Il governo italiano è, in parte, il motivo della particolare debolezza dell’Italia, o no?
  • La attuale struttura della Unione europea andrebbe rivistae e se sì, in quale direzione?
  • I paesi BRIC aiuteranno l’Europa o staranno a guardare?

E adesso la domanda clou: pensate che l’Italia abbia fatto bene ad aderire all’Unione europea?

One thought on “La crisi UE e il G20 (2a puntata).

  1. Risposta alla domanda clou: l’Italia ha fatto benissimo ad aderire all’Unione Europea … è l’Unione Europea che non ha fatto bene a permettere all’Italia di aderire!!!!

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