Ci siamo, il tempo sta per scadere. Le condizioni poste dalla Troika alla Grecia per continuare a ricevere aiuti finanziari che finora l’hanno tenuta artificialmente in vita (vedasi gli attuali Ela della BCE), si riassumono nei seguenti punti
- Taglio delle pensioni per circa 2 miliardi, cioè l’1% del Pil
- Aumento dell’IVA
- Blocco del ripristino della contrattazione collettiva dei salari e dell’innalzamento del salario minimo
- Forte rilancio delle privatizzazioni, con la (s)vendita a privati di porti, operatori di telecomunicazioni, reti elettriche e aeroporti
- Se volete approfondire trovate maggiori dettagli in questo articolo del Il Sole 24ORE
Si tratta del proseguimento dell’Austerità, sapientemente e gradualmente introdotta nei trattati e regolamenti europei dalla Germania a partire dal 1992 (Maastricht), e poi applicata a dosi massicce in Europa sulla scia della crisi finanziaria ed economica del 2008. Proviamo a valutare i risultati attesi da questa nuova dose di rigore teutonico, utilizzando dati di fonti insospettabili.
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Prima considerazione sui conti pubblici. Secondo la stessa Troika, l’accettazione delle misure richieste sopra elencate porterebbe la Grecia ad un avanzo primario di bilancio (differenza tra entrate e uscite pubbliche, escluso il pagamento degli interessi sul debito pubblico) del 1% del Pil (vicino a quello del 2013 e 2014). Da notare che questa sarebbe una attenuazione dell’austerità, perché il precedente piano prevedeva un avanzo primario da parte della Grecia del 3% (!). Benissimo, la Troika dimostra flessibilità e generosità, andiamo avanti.
Per completare le valutazione sui conti pubblici, introduciamo allora il costo degli interessi sul debito, che ammontano a circa il 4% del Pil (per la precisione 4,2% nel 2014), il che porterebbe il deficit pubblico complessivo 2015 intorno 3% del Pil (2,8% nel 2013 e 2,7 nel 2014). Con un valore assoluto di quasi 6 miliardi di euro che andrebbero ovviamente ad aggiungersi al preesistente debito pubblico.
Astraendoci per un momento dalla Grecia, un deficit che si va ad aggiungere ad un preesistente debito non è di per sé negativo, dipende da cosa succede contemporaneamente al reddito (il Pil), cioè a quella cosina che serve per rimborsare il debito stesso. Se per esempio il Pil nominale della Grecia crescesse del 5%, il rapporto debito/Pil scenderebbe, l’allarme Grecia si smorzerebbe.
Seconda considerazione sul Reddito (Pil) greco. Cosa succederebbe al Pil della Grecia con una riduzione della domanda privata (taglio delle pensioni), l’aumento dell’IVA e il contenimento del reddito da lavoro (punti 1, 2 e 3 della ricetta Austerità)? Beh, non ci vuole il premio Nobel per rispondere: per la componente della domanda privata, il Pil scenderebbe.
Per completare il ragionamento sul Pil, dobbiamo introdurre la domanda pubblica e quella estera. E qui sfruttiamo ancora le statistiche del FMI, che prevedono a) per la domanda pubblica una riduzione della spesa pubblica di 2 miliardi (circa 1% del Pil) e b) per la bilancia commerciale un forte incremento delle importazioni (+8,8%) ed un leggero calo delle esportazioni (-0,3%).
Terza ed ultima considerazione su Debito e Pil. Non c’è quindi una sola componente della domanda aggregata (privata/pubblica/estera) che sia positiva, il che significa che inesorabilmente il Pil della Grecia diminuirebbe – la conferma ci arriva dai dati del I trimestre che nel quale è calato dello 0,3%. Ma voglio essere ottimista, supponiamo miracolosamente che rimanga costante . Il risultato finale della nuova dose di Austerità sarebbe comunque un debito in aumento di circa 6 miliardi ed un Pil costante, con il fatidico rapporto debito Pil che passerebbe dal 177,2 del 2014 al 180% circa nel 2015.
Gli unici a fare affari sarebbero gli investitori privati del piano di privatizzazioni. E’ questo il fine ultimo o è un …. piacevole effetto collaterale?
Austerità o Stupidità?
Una parte del popolo greco sarà certamente corresponsabile del degrado socio-economico, ma la cura di matrice tedesca non cura l’ammalato, lo ammazza! E allora ecco la domanda, si tratta di Austerità o di pluriennale Stupidità? Nessuna delle due, si tratta più semplicemente di un micidiale strumento (l’altro è l’Euro/BCE) di potere e di colonizzazione economico-finanziaria dell’Europa da parte di Germania&C nei confronti dei paesi più deboli. Strumenti peraltro “legittimi” in quanto applicazione dei trattati e dei regolamenti sottoscritti dalle classi dirigenti dei paesi aderenti all’Eurozona.
In un precedente post ho sostenuto la tesi che tutto ciò sia il frutto del nuovo contesto geopolitico creatosi con la caduta del Muro di Berlino, che ha indotto l’imperatore americano ad investire la Germania del suo feudo europeo perché doveva concentrarsi su altro.
E non ce l’ho a priori con la ricetta politico-economica del rigore che, in assoluto, non è né sbagliata né giusta. La sua efficacia dipende dal contesto economico generale in cui è applicata: in una situazione di buona crescita interna e di congiuntura internazionale positiva funziona, nel senso che rallenta l’economia senza metterla in crisi e contemporaneamente dovrebbe migliorare (dipende dalla classe dirigente del paese) la macchina pubblica e la sua efficienza. Se per contro è applicata in un periodo di recessione diventa una trappola mortale per i paesi molto deboli (Grecia) mentre i paesi più forti entrano in una fase di stagnazione che alla lunga diventa declino (Italia e Spagna).
Quindi non è affatto stupido per la Germania fare applicare l’Austerità agli altri (lei lo ha fatto nella prima parte degli anni 2000), se mai sembra stupido che le classi dirigenti dei paesi più deboli abbiano sottoscritto ed applichino trattati e regolamenti capestro per i loro paesi. Ma anche in questo caso, spesso, non è stupidità è invece opportunismo, assimilabile alla collusione del vassallo nei confronti del feudatario.
Che cosa chiede invece Tsipras?
Tsipras e Varoufakis chiedono a) una attenuazione dell’Austerità e/o b) ristrutturazione del debito. Questo secondo punto si concretizza con un mix dei seguenti fattori: 1) sospensione per un certo numero di anni del rimborso dei titoli di stato in scadenza; 2) taglio degli interessi (es. 2% anziché 4%) 3) cancellazione di una parte del debito (quello che è successo nel 2012)
La Grecia è insolvente da almeno il 2009, il taglio di 80 miliardi del suo debito nel 2012 è stato inutile, l’Austerità ha riportato il paese in una situazione peggiore (qui i dati FMI) e in molti l’avevano previsto (anche io). In questi giorni stiamo vivendo il replay di quanto avvenuto solo 3 anni fa e se Tsipras dovesse accettare all’ultimo minuto le richieste della Troika non risolverebbe nulla, come ho cercato di dimostrare sopra. Infatti negli ultimi giorni il Primo Ministro greco ha denunciato la finalità politica dell’austerità da parte della Ue e del FMI e sembra decisamente orientato a rompere questa logica perversa
Le richieste della Grecia, se accolte dalla Germania&C risolverebbero il problema? Se la miscela di ristrutturazione del debito fosse massiccio e non di facciata, la Grecia avrebbe un enorme sollievo e la possibilità di riprendersi almeno inizialmente, sarebbe una importante inversione di tendenza. Ma restando membro dell’Eurozona, e quindi con una valuta troppo forte per la sua economia, nel lungo periodo tornerebbe in difficoltà.
Come finirà? Chiedere ad Obama
Se la Grecia tiene duro, la Merkel, Schauble e Weidemann hanno un bel grattacapo. Accettando la posizione greca della ristrutturazione del debito creerebbero un pericolosissimo precedente e di fatto la Germania perderebbe il controllo della situazione. Se invece restassero inamovibili e si arrivasse alla rottura con la possibile uscita della Grecia dall’Eurozona, gli sviluppi in questo caso sono imprevedibili ed ugualmente ad alto rischio.
Con una moneta adeguata al proprio sistema socio-economico, con la sua Banca Centrale e con aiuti finanziari da parte della Russia la Grecia, nonostante l’inferno che scatenerebbe la Germania nel primo anno della fuoruscita, potrebbe farcela.
Ma la Germania feudataria americana per l’Europa non deciderà da sola, dovrà consultare l’Imperatore che potrebbe richiamarla all’ordine. Obama ha in questi giorni le sue capaci orecchie particolarmente ritte per cogliere l’essenza dei colloqui di Tsipras con Putin. Questo potrebbe essere l’ago della bilancia per il presidente americano. Nel caso ritenesse che Putin (magari con l’appoggio della Cina) sia realmente disponibile ad aiutare finanziariamente la Grecia, Angelona potrebbe ricevere da Obama una telefonata di questo tono: “Angela, ti ho dato carta bianca sull’Europa, mi stai combinando un bel casino con la tua Austerità, dacci un taglio!”
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Al di là di tutte le considerazioni politiche ed economiche credo che per il bene dell’Europa sarebbe meglio che la Grecia uscisse dalla comunità europea ,è una nazione che avrà sempre problemi economici non vogliono ne hanno voglia di lavorare,intendono vivere sulle spalle degli altri ,nei 18o anni di sovranità indipendente lo hanno ampiamente dimostrato ,l’Europa ha già i suoi problemi non ha bisogno di stati membri che devono essere mantenuti,se i greci trovano qualcuno disposto a mantenerli vadano pure , auguri e figli maschi, ed in futuro spero che l’Europa non faccia l’errore di prestare denaro ai greci,sono clienti insolventi .
Gianca, sull’insolvenza non si discute è ampiamente dimostrata, il fatto che la Germania non lo voglia riconoscere, solleva molti domande e dubbi.
Sul fatto che da 180 anni i greci intendano vivere sulle spalle degli altri, può darsi, io non ho elementi seri di giudizio, presumo che tu li abbia e prendo per buono il tuo parere.
Certo che se ci si mette anche la finanza americana ad insegnare ai greci (e anche agli italiani) come truccare i conti (forse lo sapevi già, se no leggi questo articolo del 2010 http://tinyurl.com/yaaeec8), viene il dubbio che il problema vada ben al di là dei greci.
Il Prof
Ricevo via mail da Italo, che saluto e ringrazio, il seguente commento
In qualche caso la disinformazione giornalistica è dettata dalla superficialità o dai tempi di risposta – vedi i telegiornali – ma ripensando al caso PENNE PULITE (1994) qualche dubbio mi rimane.
Ho in mente alcuni servizi tv (nazionali!) incensatori su aziende che fatturano 2-3 milioni di euro annui impiegando qualche decina di persone e li confronto con alcune realtà degli anni ’70 che fatturavano 3 miliardi in 3! (tanto per intenderci un appartamento semicentrale di 80 mq costava 28 milioni a Torino e 36 a Roma!)
Sì, è vero che qualcuno vede il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto ma talvolta lo vede attraverso lenti deformanti.
Non è che con qualche decimo di Pil il problema della disoccupazione viene risolto.
Come dicono a Milano “Sperèmm…”
Il Prof
Credo non sia qualche decimo di punto di P.I.L. a determinare o debellare la disoccupazione,a ldi là di una informazione poco corretta,credo anche io che sullo zampino delle banche tedesche e francesi nel deficit greco non sia stato detto tutto , il fatto certo è che la Grecia non ha mai pagato,non intendono lavorare e non danno garanzie di volere cambiare,pertanto con tutto il rispetto per le sue tesi rimango dell’opinione che sia meglio perderli ,un dente cariato va tolto se non si toglie le carie possono infettare gli altri denti .
Sono d’accordo che la presenza della Grecia sarebbe stata sin dall’inizio ininfluente, ma questa considerazione economico-finanziaria vale per molti altri paesi, non esclusa persino l’Italia.
Per come la vedo io però, queste considerazioni non colgono il nocciolo del problema, perché l’Eurozona è prima di tutto una costruzione politica progettata e realizzata dopo la caduta del Muro di Berlino e dell’Unione Sovietica.
La Germania ha avuto la delega dagli USA (francesi consenzienti) a costruire l’EZ e i criteri di base per decidere l’adesione dei diversi paesi sono stati 1) di ordine militare (Nato) e 2) di natura economica.
La Grecia è strategica x la Nato (ed è per questo che è entrata nell’EZ), l’Italia lo è altrettanto per la Nato e in più era ed è il principale concorrente sui mercati europei di Germania e Francia. Senza l’Italia nell’EZ la Francia non sarebbe mai entrata e l’Euro sarebbe stato un club ristretto di Germania, Olanda, Austria, con vantaggi infinitamente inferiori per loro.
Guarda caso sia la Grecia che l’Italia con i derivati (di matrice americana Goldman Sachs, lautamente pagata) sono entrate nell’EZ, anche se l’Italia aveva un parametro di debito pubblico ufficiale al 120 anziché al 60 del Pil.
Per le banche tedesche e francesi, il loro zampone c’era eccome nel 2010 quando scoppiò il caso Grecia perché avevano la quota principale del debito greco e tutto ciò che è stato fatto dalla BCE e da ESM/EFSF in questi anni è servito a loro per scaricarsene. Adesso i titoli greci sono prevalentemente nelle mani pubbliche europee (solo l’EFSF ha 131 miliardi di titoli greci, la BCE 50 di titoli più 89 di prestiti di liquidità).
Sono d’accordo il nocciolo è politico,per me il grande errore degli USA ma da troppo tempo non ne indovinano una,è quello di volere mettere i missili al confine della Russia senza capire che la Russia è importantissima per combattere il terrorismo internazionale.
Capisco che per concepire un’Europa con la partecipazione della Russia i tempi non sono maturi ,ma ritengo che i tempi siano maturi per intrattenere un rapporto preferenziale con la Russia e non sanzionarla.Con questa analisi della situazione che la Grecia si faccia mantenere da Putin per noi comporterebbe solo vantaggi.
Gianca,
effettivamente la posizione degli USA verso la Russia sembra un po’ fuori dal tempo. Ma la geopolitica può essere difficilissima da decifrare. Per esempio io mi domando (senza risposta) se gli USA stanno “attaccando” il paese Russia o invece il suo leader Putin che vogliono mettere in difficoltà e possibilmente far cadere (certamente ha forti oppositori interni).Ricordiamoci che recentemente Putin ha avvicinato la Cina e siglato accordi che possono indebolire il dollaro come moneta internazionale e rafforzare invece il renminbi cinese.
Per quanto riguarda l’Europa e la Russia, l’America è totalmente contraria, una saldatura tra la struttura industriale di una UE germano centrica e l’energia russa creerebbe un polo geopolitico concorrente. Questo è il limite invalicabile che gli USA hanno posto alla delega di governo dell’Europa che hanno concesso alla Germania dopo il 1989. E la crisi Ucraina ne è una testimonianza.
Forse una volta siglati i due trattati TTP con i paesi del Pacifico e il TTIP con l’Europa, l’America potrebbe vedere la Russia con occhi diversi, ma per adesso di avvicinarsi troppo alla Germania non se ne parla proprio. E anche la “piccola, povera e corrotta” Grecia con la sua posizione geografica e le sue fondamentali basi Nato deve (Obama lo ribadisce un giorno sì e uno no) restare nella UE.
Infine per l’altro problema che sollevi, il terrorismo internazionale, la posizione americana (almeno con la presidenza Obama) è chiaramente di isolazionismo e di protezione interna. Il Medio Oriente e l’Africa sono lontani e sono cavoli dell’Europa. I cui paesi dimostrano altrettanto isolazionismo e stupida visione egoistica.
Gianca, ti ringrazio perché i tuoi commenti mi sollecitano riflessioni a catena, magari parzialmente diverse dalle tue, ma non ho la pretesa di avere la sfera di cristallo. Questo è proprio lo spirito con cui ho iniziato il blog, il dibattito e l’approfondimento anche con idee diverse sono fondamentali.
Tengo a precisare che sono riconoscente agli USA,senza l’aiuto ed il sacrificio di molti giovani americani avremmo perso non solo la seconda guerra mondiale,ma probabilmente anche la prima,quindi dobbiamo gratitudine questa grande nazione che ha salvaguardato, pagando un grosso tributo di sangue ,la nostra libertà,detto questo purtroppo debbo constatare che le scelte fatte dopo la seconda guerra mondiale troppo spesso si sono rivelate sbagliate.
I cinesi e gli indiani sono più di tre miliardi, le nazioni arabe e mussulmane e africane hanno una natalità in vertiginosa crescita , per fare fronte alle future sfide l’occidente ha bisogno della Russia , presentandosi divisi economicamente e militarmente siamo destinati a soccombere.
Certamente Putin non è uno stinco di santo,gli va dato però atto che ha salvato la Russia dal baratro ed ultimamente ha avuto molto più fiuto politico dell’occidente ,però quando un
uomo sta troppo a lungo sul ponte di comando tende a perdere il contatto con la realtà ,il senso dell’onnipotenza aumenta e quasi sempre combina disastri.
Forse il tempo non è ancora scaduto,forse siamo ancora in tempo a stringere accordi con la Russia di Putin assicurandoci un futuro più tranquillo per la nostra civiltà ed i nostri valori che oggi sono molto più vicini a quelli della Russia rispetto a quelli di altre realtà che prepotentemente stanno salendo alla ribalta.
Storicamente è certamente vero quanto dici degli americani, ma sin dalla prima guerra mondiale lo hanno fatto per la lotta di egemonia mondiale, non per beneficenza. E anche questo è normale, non è una critica è la storia dell’uomo.
Quando, sempre per il quadro geopolitico, hanno ritenuto che conveniva loro dare l’Europa in affidamento alla Germania riunificata l’hanno fatto senza esitazione, nonostante non corra culturalmente buon sangue tra americani e tedeschi (non parliamo dei francesi, mentre c’è simpatia con gli italiani eppure ci hanno messo nelle mani dei tedeschi)
Ed è proprio questo il nervo scoperto degli americani nel vedere un eccessivo avvicinamento tra Europa made in Deutchland e la Russia. E non parlo dei Conservatori americani, che se potessero bombarderebbero stamattina la Russia, ma anche dei Democratici che sono molto diffidenti.
Come dicevo nel precedente commento forse (non conosco abbastanza l’argomento) il TTP e il TTIP sono strumenti per stringere ancor più il controllo su Europa e Giappone, per poi passare ad altri passi verso la Russia (visione dei Democratici e non dei Conservatori?)
Condivido la tua visione del possibile ruolo della Russia nel quadro geopolitico, ma siamo ancora in una fase ambigua. Anche la Russia, nella quale si prevede un fortissimo calo della popolazione da qui al 2050, non può permettersi di restare politicamente isolata. Per lei c’è o l’Europa o la Cina
Buona giornata
Sono d’accordo per la Russia c’è l’Europa o la Cina , ma credo che Putin sappia bene che i cinesi hanno una visione loro del mondo,sono una civiltà millenaria e sono convinti che sia un loro diritto e dovere governarlo, per loro dall’alto della loro cultura millenaria siamo un po’ tutti barbari da civilizzare ,i loro tecnici che lavorano
all’estero non fanno mistero che un domani dovremmo essere noi a seguire le loro direttive.
Sì Gianca, sono d’accordo con la tua visione e credo che questo la sappia anche Putin,le concrete mosse di avvicinamento alla Cina degli ultimi tempi sono un diversivo tattico.
Ma ribadisco che oggi gli USA non vogliono assolutamente un avvicinamento Europa/Germania-Russia.
Anche la Cina diffida della Russia e la sua strategia di medio periodo è centrata sullo sviluppo, nelle aree del mondo non subalterne all’America, di una rete di alleanze/investimenti di tipo industriale, commerciale e politico. Sul piano militare invece si guarda bene (per ora?) dallo sfidare gli USA.
Se queste considerazioni sono giuste la finestra aperta dalla crisi greca in un’area nevralgica (l’Europa) del potere americano non verrà utilizzata dalla Cina e men che meno dalla Russia. I greci o ritornano alla loro valuta con la loro Banca Centrale (e io penso che sarebbe il minore dei mali) o si continuano a sorbire il salasso euro/austerità. La terza fantascientifica possibilità e che la Germania decida di costruire una Comunità Europea