Il salvataggio di MPS e il rispetto degli interessi degli italiani

I diversi modi di salvare MPS e relativi risvolti politici interni ed internazionali

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Il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena sembra in dirittura d’arrivo, con l’intervento del governo mediante un’operazione finanziaria dal valore nominale di 8,8 miliardi, come da ultime richieste BCE. Lo Stato assumerà il controllo dell’istituto senese, in pratica una nazionalizzazione, un salvataggio pubblico di una banca privata. Tutto bene quindi? Siamo sicuri che andrà a finire proprio così, o ci può essere qualche sorpresa dietro l’angolo? E poi: questo salvataggio pubblico è nell’interesse generale o premia qualche gruppo di interesse e ne penalizza qualcun altro? C’erano (ci sono) altri modi di sciogliere il nodo MPS? Prima di affrontare queste domande, dobbiamo fare un passo indietro e ricordare la logica del recente e più grande salvataggio pubblico della finanza privata nella storia del mondo occidentale. Chi va di fretta può saltare la prossima sezione e andare a quella successiva.


Crisi 2008, Governi e Istituti di Emissione (Banche Centrali) evitano il crack della finanza privata mondiale e il tracollo dell’economia

Gli effetti esplosivi della crisi finanziaria del 2008 – generata dalla peggior finanza speculativa americana (mutui spazzatura + derivati), a cui aveva dato libertà di azione Clinton nel 1999 – sono stati blindati in tutto l’Occidente con interventi pubblici di salvataggio finanziati dagli Istituti di Emissione (IdE), più note come Banche Centrali.
Una terminologia più tecnica (e molto ipocrita) qualifica gli IdE come “prestatori di ultima istanza” (omette “Creatore di denaro”), totalmente appropriata al ruolo che hanno svolto in un momento critico come quello del 2008.
Sono le istituzioni a cui lo Stato ha delegato il potere di creare denaro, che per questo motivo si definisce a corso legale. Denaro che per la maggior parte ha ormai una mera natura contabile – quello cartaceo e metallico è una quota di minoranza -: viene infatti generato attraverso registrazioni contabili realizzate dalla tastiera di un computer del IdE e trasmesse all’interno dei sistemi contabili e nella rete di conti correnti di banche, istituzioni finanziarie private o pubbliche, in taluni casi specifici, del Ministero del Tesoro dello Stato. Ovviamente l’attività corrente degli IdE non è la creazione di moneta, ma la gestione del credito bancario, anche quello
Gli Istituti di Emissione non hanno alcun obbligo di riserve di valore reale per garantire il denaro che emettono (da non confondere con le riserve di valuta estera necessarie per il commercio estero): dal 1971 il denaro non è più convertibile in oro, è una pura espressione fiduciaria che si fonda sulla investitura pubblica dello Stato, cioè della intera comunità nazionale.  

Creazione di denaro! Non ha forse l’alone della magia? Io lo definisco il più importante e misconosciuto Quarto Potere dello Stato che non è inserito, a differenza dei 3 ufficiali (legislativo, esecutivo e giudiziario), in nessuna delle più illuminate Costituzioni del mondo. Gravissima e non casuale lacuna.
Come e più degli altri poteri pubblici, il suo esercizio influisce sugli equilibri economico-sociali dei popoli e delle Nazioni, nonché tra le nazioni stesse. Eppure tutti gli IdE sono di proprietà delle istituzioni finanziarie private (ecco perché non se ne fa cenno nelle Costituzioni)! Resisto alla tentazione di diffondermi su questa “divagazione” e torno al tema di questo post. Per documentare il modo in cui il Quarto potere ha bloccato il tracollo del sistema finanziario mondiale nel 2008 (parzialmente simile a quello con cui lo Stato italiano si appresta, forse, a salvare MPS). Con i due seguenti grafici

Risultati immagini per ecb balance sheetIl primo grafico ci mostra l’entità e la tempistica dell’intervento del IdE americano (FED) ed europeo (BCE/ECB) per contenere e bloccare gli effetti dello tsunami finanziario. La FED ha creato denaro per circa 3,7 trilioni di dollari tra il 2008 e la fine 2014 (grafico), per 1) finanziare direttamente il governo acquistando titoli di debito pubblico per 2 trilioni di dollari (vedi qui il grafico) e per 2) acquistare e rigenerare così (per le banche) il valore dei titoli spazzatura creati e detenuti dal sistema finanziario privato per 1,7 trilioni (qui il grafico). La BCE ha seguito un percorso simile, anche se meno intenso e lineare nel tempo (ostruzione tedesca). Il secondo grafico ci completa la visione d’insieme. 

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Ci mostra i dati di tutte gli IdE/Banche Centrali del cosiddetto mondo sviluppato. Come si vede anche il Regno Unito ed il Giappone hanno creato denaro in modo simile a Stati Uniti e all’aggregato europeo. Ma quelle linee ci danno un’altra informazione, ci dicono in quale proporzione gli IdE hanno dovuto moltiplicare la creazione di moneta rispetto ai tempi normali ante-crisi. Se leggiamo i dati del 2015, andiamo da un massimo di 5,5 volte per la FED americana ad un minimo di 2,5 per la BCE, che però sta continuando a creare euro con click elettronici da tastiera dei suoi computer contabili ed ha raggiunto nel 2016 un rapporto pari a 3,5 volte, destinato ancora ad aumentare nel 2017.

In sostanza le nazioni occidentali, Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone hanno esercitato il loro diritto sovrano di creazione di moneta (via IdE) necessaria per evitare lo tsunami che altrimenti si sarebbe abbattuto su tutto il mondo finanziario ed economico in proporzioni ben maggiori di quanto avvenuto. Naturalmente una operazione di tale portata ha dei risvolti sociali che possiamo delineare con le seguenti domande: l’intervento ha avuto un costo? Se sì, a carico di quali gruppi sociali? Oltre al “vantaggio” generale di evitare un tracollo ben più ampio e duraturo, c’è stato chi ne ha tratto un effettivo vantaggio?

In altre parole, ci sono stati costi e benefici equamente divisi all’interno della comunità nazionale? Pongo queste domande non tanto per dare qui una risposta, ma per sottolineare che questi quesiti vanno sempre sollevati quando lo Stato esercita il proprio diritto sovrano su ampia scala. E infatti riprenderemo queste domande applicandole, in piccolo, al caso Montepaschi, a cui adesso torniamo.


I 5 possibili modi di salvare MPS e i diversi risvolti politici, economici e sociali.

Ecco l’elenco: il primo è quello in pole position, la nazionalizzazione da parte del Governo che si indebita sul mercato, il secondo è una significativa variante del primo che vede direttamente Bankitalia finanziare il Governo, il terzo potrebbe essere quello di Bankitalia che assorbe e iberna i crediti inesigibili nella sua capiente pancia (come fece la FED in USA con i titoli spazzatura delle banche), il quarto è l’applicazione della legge UE (recepita dai nostri valorosi paladini governativi) del salvataggio interno (Bail-in) in vigore dal 1° gennaio 2016, il quinto è il ricorso al ESM/Fondo Salva Stati, strumento di controllo e dominio della UE/Troika (la Grecia è sotto trattamento ESM). 

1 – LA NAZIONALIZZAZIONE AD OPERA DEL MINISTERO DEL TESORO 
L’operazione richiesta dalla BCE prevede un intervento finanziario dello Stato per 6,5 miliardi (per gli altri 2,3 leggi qui la spiegazione, vedi anche il successivo punto 4). Il Tesoro si procurerebbe i 6,5 miliardi con l’emissione di titoli di debito pubblico collocati sul mercato finanziario e li investirebbe nell’acquisto di quote azionarie di MPS. Operazioni che transiterebbero attraverso il conto corrente di cui dispone il Ministero dell’Economia e della Finanza presso Bankitalia.
Il condizionale è d’obbligo perché a) la Germania si è dichiarata fortemente contraria e b) l’operazione necessita dell’approvazione della Commissione europea. Credo comunque che l’operazione passerà, pena il tracollo di MPS, del sistema bancario italiano e di sconquassi a livello europeo.
Chi ci guadagna e chi ci perde? Resterebbe impunita la cosca consociativa del PD che ha controllato fino al recente passato MPS, altrettanto vale per i cosiddetti organi di controllo (Bankitalia, Consob e ABI), per gli amministratori responsabili della sfilza di operazioni finanziarie in perdita (Antonveneta in testa), vera origine della crisi dell’istituto senese. Infine ne trarranno vantaggio i clienti insolventi (non si sa chi siano, indiscrezioni citano ad es. De Benedetti e la Marcegaglia), particolarmente qualora andasse in porto l’operazione finanziaria parallela (e alquanto opaca), in gestazione da alcuni mesi, per la collocazione della trentina di miliardi di pagamenti in sofferenza del bilancio MPS. La terza categoria salvaguardata è quella dei cittadini che hanno affidato i loro risparmi alla banca senese, l’unica vera legittimazione del salvataggio pubblico.
Ci perde invece il popolo italiano per l’aggravamento del debito pubblico.
Mio voto complessivo a questo tipo di salvataggio pubblico: 6 stiracchiato.

2 – BANKITALIA FINANZIA DIRETTAMENTE IL GOVERNO PER 6,5 MILIARDI
E’ una mia fantasia ed è come dicevo è una “semplice” variante del primo caso: il Tesoro anziché reperire i 6,5 miliardi sul mercato dei titoli di stato (presso banche ed istituti finanziari), li ottiene da Bankitalia o vendendo a lei i nuovi Btp nel momento dell’emissione o attraverso un “banale” finanziamento accreditato direttamente sul conto corrente del Tesoro dal nostro Istituto di Emissione (in questo secondo caso, il finanziamento di c/c non aumenterebbe contabilmente il debito pubblico).
Abbiamo già visto nella sezione precedente la forza del Quarto Potere in azione in seguito alla crisi del 2008. Perché non applicarlo su una scala infinitamente minore? Bankitalia potrebbe addirittura non richiedere il rimborso del capitale alla scadenza decennale dei Btp o decidere di non richiedere mai il rientro dal finanziamento di c/c. In fin dei conti è il Governo che legittima Bankitalia ad emettere nuovo denaro, se la comunità ha un’emergenza l’IdE la risolve.
In entrambe i casi non ci sarebbe nessun riflesso sulla sua solidità patrimoniale e finanziaria, dato che Bankitalia, come tutti gli IdE, presta denaro creato dal nulla e non denaro depositato dalla clientela che va restituto, come accade nelle banche ordinarie. Vi potrà sembrare strano, ma tecnicamente le cose stanno così.
C’è però una grossa insidia in questo gioco combinato Governo-IdE: potrebbe nascere nel potere politico la tentazione di abusare della facoltà/capacità di creare denaro e di salvare amici o categorie privilegiate, così come l’IdE potrebbe essere tentato di aiutare sistematicamente i big della finanza (ricorda niente?). Ci vogliono delle regole: ecco perché nella sezione precedente ho affermato che la struttura, il controllo e le linee guida degli IdE devono essere inseriti in CostituzioneQuesto discorso ci porterebbe lontano, va sviluppato in un post specifico.
Chi ci guadagna e chi ci perde? In questo caso ci sono solo “vincitori”, gli stessi del caso precedente e il popolo italiano non sarebbe questa volta perdente in quanto non gravato da un ulteriore fetta di debito. Voto complessivo: 8, ma non 10 per le controindicazioni a cui ho accennato nel paragrafo precedente e perché non punisce i responsabili del dissesto (PD, organi di controllo e amministratori)
Avrete probabilmente intuito che questo metodo non ha alcuna chance di essere adottato: lo impedisce il fatto che Bankitalia risponde alla BCE – che a sua volta risponde a Berlino – il cui statuto teutonico impedisce esplicitamente aiuti di stato (ovviamente). 

3 – BANKITALIA ACQUISTA E CONGELA I 30 MILIARDI DI PRESTITI NON RIMBORSABILI  IN PANCIA A MPS

Tutti i media sono concentrati sui 8,8 miliardi richiesti dalla BCE, che si tradurranno in un aumento di disponibilità liquida dell’istituto senese per 4,5 miliardi, importo sufficiente a tirare a campare (dipende dalla velocità di fuga dei correntisti).

Ma il vero problema di MPS sono i crediti inesigibili, stimati intorno ai 30 miliardi, che corrispondono perfettamente ai titoli spazzatura (mutui concessi sin dall’inizio a clienti insolventi) delle banche americane nel 2008. Sappiamo che in quel caso la spazzatura è stata passata all’IdE americano (FED) con qualche click di dare e avere contabile nei computer dei due negoziatori (FED e banche). Bankitalia, teoricamente, potrebbe assorbire senza battere ciglio almeno una parte dei 30 miliardi.

E invece no, da più di 6 mesi si sta tentando di collocare i crediti inesigibili presso il nascente fondo Atlante – creatura mista pubblica e privata – che non lo farà certamente gratis.

Vincenti e perdenti uguali al caso precedente, voto complessivo 6 (non può essere una regola generale), fattibilità=0

4 – APPLICAZIONE DELLA NORMATIVA EUROPEA DI SALVATAGGIO INTERNO.

In teoria dovrebbe essere la prima e unica da applicare, perché è stata recepita dal nostro sistema legislativo. Significherebbe che azionisti e obbligazionisti dovrebbero prendersi carico del salvataggio e che, qualora non bastasse, si dovrebbe procedere alla liquidazione della banca o valutare altri interventi di salvataggio. In effetti l’intervento pubblico di 8,8 miliardi annunciato include 2,3 miliardi a carico di obbligazionisti subordinati istituzionali, mentre non sarebbero toccati i titoli collocati al dettaglio, contrariamente alla normativa europea. 

I motivi per cui persino Bruxelles e Francoforte non fanno la voce grossa sono due: a) azionisti e obbligazionisti non garantirebbero certo l’entità dei fondi necessari e b) forse finalmente ci sarebbe una sollevazione di popolo, un piccolo risveglio di sovranità che nemmeno il PD potrebbe impedire. Troppo pericoloso, meglio una ipocrita ritirata strategica degli euroburocrati e degli euroteutonici. Votazione: 2

5 – RICORSO ALL’AIUTO FINANZIARIO EUROPEO DELL’ESM, PREVIA DEPOSIZIONE DELLA SOVRANITA’ ITALIANA ALLA TROIKA.

Qui sconfiniamo nel ridicolo dei peggiori deliri europeisti/teutonici. Ricorderete senz’altro che la Troika è il trio BCE/FMI/Commissione europea, cos’è il Fondo Salva Stati lo trovate invece qui. La Grecia è sotto trattamento ESM/Troika e senza una serissima ristrutturazione del suo debito non uscirà dalla spirale perversa dell’Austerità. L’altro paese che ha dovuto fare ricorso (nel 2012) al ESM è la Spagna che, al momento, sembra essersela cavata (due validi articoli, qui e qui). Inutile dire che se dipendesse da Frau Merkel, Her Weideman e Herr Schauble saremmo già sotto Troika. Votazione: zero


MPS, solo un round di un lungo e piu’ ampio match

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Penso che, se non si protrarrà troppo a lungo evitando la corsa agli sportelli, questa fase  di “salvataggio” pubblico andrà in porto (quello non ibrido è quello del secondo punto), ma è solo la prima tappa, la successiva/parallela ancora più importante riguarderà i crediti inesigibili, già in gestazione da lungo tempo. L’intervento dello Stato italiano è una parziale sconfitta (ritirata tattica?) dai principi dell’Eurozona – al pari della non applicazione da ormai 2 anni di un altro cardine euro teutonico, ovvero il Patto di Bilancio europeo, meglio noto come Fiscal Compact. Allo Stato italiano sarebbe infatti concessa una piccola manifestazione di sovranità, sia pure a carico del debito pubblico (e non di Bankitalia, detentrice della sovranità monetaria).

Ma la strada è in salita un po’ per tutto il sistema bancario italiano, che è in difficoltà per due fattori: il primo è interno cioè la mala gestione e il consociativismo politica-economia (di cui MPS è l’emblema storico) che caratterizzano, in larga parte, l’intero sistema bancario nostrano, che in più non è minimamente controllato dai corresponsabili enti “sacri” di controllo (Bankitalia, ABI, Consob) ; il secondo motivo, non necessariamente in ordine di importanza, è l’eurohandicap ormai quasi ventennale derivante dall’adozione della stessa moneta della Germania e dal giogo dell’Austerità teutonica, i cui effetti si sono particolarmente manifestati negli ultimi 8 anni post-crisi e continueranno a farlo.

Non dobbiamo comunque stracciarci le vesti, noi abbiamo le nostre caratteristiche, ma come ho più volte scritto, l’intero sistema finanziario mondiale è altamente instabile (persino la Germania ha i suoi seri problemi bancari), inevitabile e “logica” conseguenza della struttura del capitalismo oligopolistico globalizzante (leggi qui)   

In chiusura mi preme richiamare l’enorme portata pubblica degli Istituti di Emissione, che deriva loro dalla facoltà/capacità di creare denaro, di cui ho citato alcuni aspetti nella sezione dedicata a MPS. Come nel 2008, in futuro saranno ancora il perno (insieme ai Governi, ovviamente) attorno al quale ruoteranno le soluzioni (a meno che non si preferisca la catastrofe finanziaria, ipotesi improbabile ma da non scartare) di crisi finanziarie da eccesso di debito, situazione in cui tutto il mondo occidentale si ritrova anche in questo inizio 2017. Esercitano di fatto il Quarto Potere delle Nazioni, ma solo i primi 3 (legislativo, esecutivo e giudiziario) sono parti integranti della Costituzioni del mondo intero. Sorge spontanea una domanda: da dove nasce questa “lacuna”? Forse questa citazione attribuita ad Henry Ford ci fornisce la giusta pista per la risposta alla domanda. 

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Ho cercato la fonte di questa citazione ed eccola qua: è una fonte indiretta, riportata nel verbale della riunione del Parlamento americano del 19 marzo 1937. Nel corso del suo intervento il Deputato democratico Charles Binderup afferma che Ford avrebbe detto: “It is perhaps well enough that the people of the Nation do not know or understand our banking and monetary system, for if they did I believe there would be a revolution before tomorrow morning.” La fonte e la sede della dichiarazione sono affidabili.
Ho trovato una seconda fonte, questa volta diretta, in un passaggio del libro di H. Ford “My life and work” pubblicato del 1922. A pagina 179 si legge: «The people are naturally conservative. They are more conservative than the financiers. Those who believe that the people are so easily led that they would permit the printing presses to run off money like milk tickets do not understand them. It is the innate conservation of the people that has kept our money good in spite of the fantastic tricks which financiers play-and which they cover up with high technical terms. The people are on the side of sound money. They are so unalterably on the side of sound money that it is a serious question how they would regard the system under which they live, if they once knew what the initiate can do with it

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