Simon Black 6/-Pensieri sulla prossima crisi bancaria

Dalla nascita della Deutsche Bank prussiana all’ odierno mondo bancario

E’ da oltre un anno che non riporto un articolo di Simon Black, americano di origine, di fatto cittadino del mondo, analista, imprenditore e consulente finanziario. I suoi scritti sono rivolti ai suoi concittadini di origine, ma interessanti per chiunque.

Condivido quasi sempre in larga parte le analisi di Simon, talvolta non altrettanto le conclusioni, dalle quali esclude considerazioni di natura politica, che possono talvolta essere più rilevanti di quelle tecniche.
Mi spiego: ho già espresso il dubbio che la situazione tecnica fallimentare di Lehman Brothers poteva essere risanata se le autorità americane (con nomi e cognomi) avessero optato per un salvataggio pubblico, che è quello che hanno poi dovuto fare, su una scala enormemente più alta, nei mesi ed anni successivi. E forse è stata una lezione utile.
Una crisi epocale non è mai solo tecnica è anche politica, anzi geopolitica. Può sorprendere nei tempi e nei modi in cui avviene …… o non avviene.

Un altro punto su cui divergo da Simon è che lui ritiene che la FED sia fallita, il che tecnicamente sarebbe vero se la FED fosse una banca privata e non la Banca Centrale americana.
Le Banche centrali possono sopportare l’azzeramento dei loro investimenti (come ad es. i titoli di debito pubblico!) e non soffrire di crisi di liquidità, non sono onnipotenti, ma hanno un potere immenso. La (apparentemente) assurda situazione del debito pubblico giapponese nutrito e sostenuto dalla BOJ è una testimonianza storica indelebile. 

By SIMON BLACK                    Articolo originale in inglese qui

12 luglio 2016, Berlino

Nei primi mesi del 1870 il Regno di Prussia e Impero francese stavano per entrare in guerra. E’ stato uno degli innumerevoli conflitti tra le decine di regni e imperi europei nel corso dei secoli 18° e 19°, e questo era finito prima ancora di iniziare.

La forza militare della Prussia era leggendaria, e si apprestava nel giro di pochi mesi  a neutralizzare o catturare più dell’80% dei soldati francesi, a fronte di una perdita del 2% del proprio esercito. Pochissime guerre sono stati così a senso unico.

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Eppure, nonostante i suoi successi militari, quasi senza precedenti, e il suo chiaro predominio nella politica europea, alla Prussia mancava di qualcosa di importante: il potere finanziario. L’economia prussiana era robusta e sana.

Ma le aziende in tutti i regni tedeschi dipendevano quasi esclusivamente dal sistema bancario britannico per condurre il commercio internazionale. Era una situazione simile a quella di oggi, in cui quasi tutto il mondo dipende dalle mega banche di Wall Street per il commercio globale.

Alla Germania mancava un proprio forte sistema finanziario. Quindi, il 10 marzo 1870, il re Guglielmo I di Prussia (presto imperatore della Germania) concede una licenza bancaria ad un trio di imprenditori locali dando loro esplicite istruzioni di costituire una forte struttura bancaria. E questo è esattamente quello che hanno fatto.

La banca è stata chiamata Deutsche Bank, ed è cresciuta fino a diventare una delle più grandi banche del mondo. Deutsche Bank ha visto un mucchio di cose nel corso dei suoi anni; molteplici guerre mondiali e la devastazione dell’Europa. L’iperinflazione nella Repubblica di Weimar. La Germania nazista. La banca ha perfino sopravvissuto al proprio paese, dato che il Regno di Prussia fu formalmente abolito nel 1947.

Ma come il mondo ha imparato nel 2008, quando la banca d’investimento Lehman Brothers con i suoi 158 anni è fallita, anche gigantesche secolari istituzioni finanziarie possono crollare. 

Il settore bancario è così bizzarro quando ci si pensa. Persone comuni come voi ed io affidano i sudati risparmi alle banche. Loro prendono i nostri soldi e ci fanno alcune delle cose più folli … come prestare ai disoccupati, a persone senza fissa dimora, o acquistare i debiti dei governi in bancarotta con un tasso d’interesse negativo. Voi ed io non faremmo mai nulla di così stupido con i nostri soldi. Eppure noi consegniamo tutto alle banche e diamo loro il permesso di impegnarsi in questa follia. 

E quando le loro manovre saltano in aria e vanno dal contribuente con il cappello in mano per un piano di salvataggio, dimostrano di avere la memoria dei pesci rossi. Oggi le banche stanno usando gli stessi trucchi e inganni di 10 anni fa, e in più hanno portato le cose ad un nuovo livello.

E Deutsche Bank sta conducendo la carica. Uno dei principali problemi della crisi del 2008 era che le banche avevano livelli molto sottili di capitale. In altre parole, le riserve accantonate per i giorni difficili erano bassissime, quindi, anche una piccola perdita nei loro portafogli di investimento avrebbe causato un Armageddon finanziario. 

Questo è esattamente quello che è successo. Lehman Brothers aveva notoriamente un coefficiente di capitale inferiore al 3% del suo attivo (investimenti). Così, quando il valore del proprio attivo è sceso di oltre il 3%, la banca era finita.

Per essere ben capitalizzate, le banche dovrebbero avere un coefficiente capitale/attivo a due cifre ed un portafoglio d’investimento a basso rischio.

Deutsche Bank, d’altra parte, ha un livello di capitale di meno del 3% (proprio come Lehman), e una base patrimoniale incredibilmente rischiosa che comprende derivati con valore nozionale superiore a 70 miliardi di dollari, equivalente all’incirca alle dimensioni del PIL mondiale. 

Anche il Fondo monetario internazionale ha dichiarato in modo inequivocabile che la Deutsche Bank pone il rischio maggiore per la stabilità finanziaria globale. E il FMI avrebbe ragione … se non dimenticasse tutte le altre banche (in difficoltà).

Perché, nel frattempo in Italia, quasi l’intero sistema bancario italiano sta rapidamente scivolando verso l’insolvenza. Le banche italiane sono sedute su oltre 360 miliardi di euro di crediti in sofferenza in questo momento e sono in disperato bisogno di un enorme piano di salvataggio di massa. Calcoli del FMI mostrano che i livelli di capitale delle banche italiane sono fra i più bassi del mondo, poco più del Bangladesh.

E tutto ciò gratta solo la superficie dei problemi di altre giurisdizioni bancarie. 

Le banche spagnole sono state rimescolate per raccogliere miliardi di capitale per coprire le perdite persistenti che ancora non si sono rimarginate dall’ultima crisi.

In Grecia, oltre il 35% di tutti i prestiti del sistema bancario sono classificati come “non performing”.
Questo è stupefacente. Ma ciò che è ancora più incredibile è che la quota dei crediti in sofferenza è in aumento da diversi anni dopo il presunto piano di salvataggio del paese.

Le banche a Cipro e Portogallo sono in emorragia di cassa e riportano perdite diffuse. E i prezzi delle azioni delle banche in tutta la regione (europea) sono praticamente crollati nelle ultime settimane in quanto gli investitori hanno iniziato a rendersi conto che Bancopalypse 2.0 può essere imminente.

(Oh, se qualcuno pensa che gli Stati Uniti sia un rifugio bancario sicuro, vale la pena notare che la quota dei prestiti commerciali non-performing del sistema bancario degli Stati Uniti è triplicato in 18 mesi … ma mi tengo buono questo punto per un’altra volta).

Ecco la conclusione: la crisi bancaria del 2008, non è mai completamente guarita. E’ stata semplicemente nascosta sotto il tappeto, e all’opinione pubblica è stata somministrata una falsa narrazione dove tutto è fantastico. Questa è una farsa gigantesca; molti dei sistemi bancari di tutto il mondo sono altrettanto rischiosi di quanto lo erano nel 2008.

Fatevi un favore: non tenete il 100% dei vostri risparmi intrappolati in un sistema bancario a rischio. Qual’è il punto? Vi stanno solo pagando 0,1% comunque. Perché prendere così tanto rischio?

Se disponete di un risparmio superiore a $ 10.000 (e ancor più se se siete tra le sei e le sette cifre), spostate una parte dei fondi in un sistema bancario all’estero più forte e meglio capitalizzato.

E considerate decisamente di possedere metalli preziosi e di detenere in cassaforte a casa vostra contante per un valore equivalente ad almeno un mese delle vostre spese. Dato il basso livello dei tassi di interesse, non vi cambia la vita in alcun modo. Ma se Bancopalypse 2.0 dovesse essere imminente, contanti e oro potrebbero finire per essere una polizza di assicurazione fenomenale.

Visto l’excursus storico iniziale sulla Prussia e la nascita della Deutsche Bank, aggiungo che sempre la Prussia nel 1834 creò e sviluppò nei decenni successivi una Unione Doganale (Zollverein) e una sorta di unione monetaria – che ricordano tanto il MEC/CEE (non mancava nemmeno la Zollverein del carbone!) e l’Eurozona – con tutti gli allora regni/staterelli tedeschi futuri Land della Germania Federale, nata appunto nel 1871.

La Germania Federale riunificata del XX secolo vuole ricalcare nel XXI su scala europea le orme della Prussia di due secoli addietro? Forse ci prova, ma quello che, ai miei occhi, è invece certo è che di federalista il metodo (BCE, trattati e regolamenti) della Germania non ha nulla. Parlerei più di mascherata annessione.

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