L’Italia, l’euro e la Germania (parte 2a)

Ecco la risposta di Merkel-Germania alla precedente missiva di Monti-Italia. Anche in questa troverete pochi dati  perché sono “nascosti” dietro i link disseminati nel testo della lettera.

Confidenziale – Risposta di Merkel-Germania alla lettera aperta di Monti-Italia.

MerkelCara Monti-Italia, la tua lettera mi ha sinceramente colpito, mostra un paese con una guida – finalmente! – che pensa al futuro e cerca di scrollarsi di dosso decenni di incrostazioni politico-sociali.
Accetto le tue domande provocatorie, sono tutte pertinenti e, vista la confidenzialità del nostro scambio, ti rispondo con i seguenti 8 punti.

  1. Noi tedeschi non vorremmo la morte dell’euro perché, come tu evidenzi, la Germania ne ha tratto e ne trae grandi benefici, che sparirebbero bruscamente qualora la moneta unica dovesse essere affossata. In più, le nostre banche e le nostre imprese non sarebbero al riparo  dalla crisi finanziaria ed economica che la fine dell’euro  creerebbe su scala mondiale.
  2. Ma vogliamo ancora di meno mettere in comune il nostro debito pubblico con quelli degli attuali paesi dell’euro – ad esempio con l’emissione degli eurobond, come tu mi chiedi – perché anche questa opzione ci creerebbe danni finanziari ed economici. Inferiori o superiori a quelli della morte dell’euro?
  3. La risposta a questa domanda è molto difficile, sinceramente credo che sarebbero inferiori ma….. per me questo non è decisivo. Quello che conta di più per me è il fatto che i sondaggi mi dicono che oggi la grande maggioranza dei tedeschi non è favorevole all’euro e io voglio vincere le elezioni del 2013! Quindi preferisco correre il rischio che l’euro defunga prematuramente. Ho già pronto il piano per il NuovoEuro di serie A, che so essere gradito ai miei connazionali.
  4. La crisi dell’euro è pilotata dal capitale finanziario anglo-americano, che non ha mai gradito la nascita dell’euro, considerato l’antagonista del dollaro come valuta di riserva mondiale. Dollaro-EuroIn più i finanzieri yankee vedono all’orizzonte un nuovo avversario valutario: il renminbi, che la Cina sta cercando di avviare come valuta di pagamento internazionale. La grande finanza americana vede anche un secondo vantaggio nel terremoto dell’euro-morte, cioè la grande opportunità di shopping industriale, immobiliare e finanziario che si spalancherebbe per lei a prezzi di saldo. Last but not least, la finanza americana vede di buon occhio anche la grossa battuta d’arresto che uno tsunami dell’euro propagherebbe alla Cina.
  5. Cina infatti che non gradisce affatto la fine dell’euro che, oltre ad essere decisamente prematura per il loro programma valutario appena avviato, comporterebbe anche un deprezzamento delle sue riserve valutarie in euro. Ma quello che la Cina teme di più è il tracollo degli acquisti dei suoi prodotti da parte dell’Europa, il primo cliente delle loro esportazioni. E a quel punto la Cina non potrebbe neanche godere della consolazione di unirsi agli yankee nello Shopping Centre Europa, perché dovrebbe concentrare le sue risorse finanziarie per sostenere l’economia domestica, ancora una volta con grande sollazzo del capitale finanziario americano.
  6. Non ho nessun vero e proprio asso nella manica, la storia però ci offre un potente alleato, la Cina – anzi due, c’è anche il Giappone con forti similitudini con la Cina – con le sue risorse finanziarie e, ancora di più, con la pressione che può porre sul mondo politico-finanziario americano: sappiamo bene che detiene la più grossa quota del debito pubblico USA, che determina i tassi di cambio con il dollaro – e in buona parte anche con l’euro – e che è ormai la patria produttiva delle multinazionali manifatturiere americane.
  7. Pe ritornare agli affari di casa nostra, sono d’accordo con te che l’austerità senza crescita economica ci allontana – anzichè avvicinarci – dal rientro degli squilibri dei conti pubblici europei e siccome questo comincia ad evidenziarsi anche in Germania, mi conviene ripensarci  e trovare un ragionevole compromesso tra austerità e crescita. E questo è un impegno che mi assumo.
  8. Concludo riassumendo così: io spero che questa alleanza invisibile cino-europea prevalga sul nemico anglo americano. Ma noi Europa non dobbiamo stare a guardare, dobbiamo fare la nostra parte riequilibrando i conti pubblici senza bloccare lo sviluppo. Se saremo capaci di fare ciò, sono convinta che alla fine di questo tormentato percorso il popolo tedesco vorrà costruire una vera Europa – e non solo una Unione monetaria come tu l’hai giustamente definita – che diventerebbe co-protagonista del nuovo scacchiere mondiale.
Caro Monti-Italia, voi non avete tratto dall’euro i vantaggi che avreste potuto cogliere e di cui parlavate già da 20 anni – cioè le benedette riforme -, al contrario avete rafforzato le lobby economiche e partitocratiche. Il paese è stato in piedi perché avete continuato – salvo qualche volonteroso tentativo – a drogare l’economia con il debito pubblico anziché ridurlo, ma questo gioco ha un limite numerico, siete  arrivati a fine corsa e adesso dovete correre ai ripari. Tu stai cercando di farlo in pochissimo tempo e noi siamo dalla tua parte.
Altri paesi sono in situazione simile alla vostra e tutto ciò è la conferma che noi Germania abbiamo fatto bene a passare dall’esperienza unione monetaria prima di passare ad una vera unione europea. Perché abbiamo accettato – anzi abbiamo favorito – la costituzione dell’euro? E’ semplice, perché ci serviva e ci serve tuttora per finanziare il recupero economico-sociale della ex Germania dell’Est, lascito della nostra follia nazista e della seconda guerra mondiale.
Impianto industriale cinese.Con queste nostre debolezze europee abbiamo messo su un piatto d’argento  al capitalismo finanziario americano un’occasione storica per  attaccarci e, contemporaneamente, rafforzarsi nei confronti del rampante capitalismo industriale di stato cinese. C’è da sorprendersi, visto che sono Stati uniti e Cina a contendersi la futura leadership mondiale?
Ma se noi sopravviveremo e impareremo la lezione di questa crisi, allora potremo ancora dire la nostra e diventare il terzo incomodo.  Altrimenti…….ciascuno per la propria strada e buona fortuna
P.S. Mario, ogni tanto mi astraggo dal mondo politico in cui vivo e mi domando: ma con queste guerre per la conquista del potere finanziario ed economico, che futuro stiamo costruendo per il mondo e l’umanità? Tu, professore, che ne dici?

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