Grexit, un aggiornamento sulle forze in campo

Ad integrazione di quanto ho già scritto (in particolare quiqui e qui), devo introdurre un importante fattore che ho finora trascurato: sulla eventuale Grexit si pronunceranno 18 diversi paesi dell’Eurozona (la Grecia è il 19°). Ammesso e non concesso che alla fine la Germania si pieghi alla volontà di Obama di tenere gli ellenici nell’EZ,  Washington non ha il potere di pilotare tutti i membri dell’EZ seduti intorno al tavolo.

Per spiegarmi con poche parole utilizzo questa immagine di Centimetri, pubblicata in questo interessante articolo de La Stampa di ieri, che non richiede molte parole di commento: la maggioranza (color verde) è chiaramente “maldisposta” verso la Grecia.

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Questo variegato tavolo è l’Eurovertice dei capi di Stato e di Governo dell’Eurozona ed è stato riconvocato (dopo il mezzo flop della riunione dell’altro ieri) domenica prossima per prendere una posizione sulla nuova proposta per le riforme che il Primo Ministro greco e il suo nuovo ministro delle  Finanze Tsakalatos presenteranno in questi giorni.
Ma sappiamo che Tsipras sostiene che la soluzione non sta nelle riforme ma nella ristrutturazione del debito che è altrimenti insostenibile  (lo ha ammesso da tempo lo stesso FMI).

Sembrano posizioni inconciliabili, vedremo se e quale compromesso metterà insieme la politica per evitare la Grexit. Continuo a pensare che questo resti l’esito più probabile dell’Eurovertice bis di domenica prossima.

Se prevarrà il sì agli aiuti (50-70 miliardi in 3 anni, via ESM?), prima di cominciare a riceverli il popolo greco dovrà aspettare altri passaggi “procedurali”, tra cui la ratifica dell’accordo da parte di 4 Parlamenti nazionali, Germania e Finlandia incluse. In qualche paese i rappresentanti della volontà popolare sono ancora rispettati …..

La vera data limite è il 20 luglio, giorno in cui la Grecia dovrebbe restituire 3,5 miliardi alla BCE, ma se per quella data i fondi non fossero ancora disponibili, Draghi ci metterebbe una pezza. Significativo è il fatto che il FMI che non ha ricevuto 1,55 miliardi in scadenza il 30 giugno, anziché chiedere il default della Grecia stia in attesa degli eventi. La giostra gira sempre più forte

P.S. Repetita iuvant
Se Tsipras otterrà quanto chiede, la Grecia uscirà definitivamente dalla crisi, ovvero una crescita economica che consenta di abbattere il rapporto debito/Pil? E quindi i miliardi (l’Italia contribuirebbe nei 3 anni per circa 9-12 miliardi) di aiuti non saranno buttati al vento? Come ho già scritto in precedenza non è affatto detto.
Certamente l’alleggerimento dell’Austerità e ancor più la ristrutturazione del debito darebbero una forte spinta all’economia greca. Rimarrebbe, e non è poco, il freno di una valuta che è assurdamente troppo forte per il paese ellenico.
Quest’ultima considerazione unita alla resistenza della Merkel a concedere una sostanziale e risolutiva ristrutturazione mi fanno temere che tra qualche anno la giostra greca possa ripartire.
Ma da qui a qualche anno molte altri scossoni possono generarsi all’interno dell’Eurozona, per non parlare di eventi esterni, mi spiace non voglio affatto fare il gufo e generare tensione, ma la crisi del 2008 fa ancora sentire adesso i suoi effetti.
La stabilità
non è prerogativa di questo modello di globalizzazione industriale e finanziaria.
Il Too Big è inevitabilmente tentato prima o poi di diventare Too Stupid.

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