La Prima Crociata di Renzi

E’ partita la Prima Crociata di Renzi contro i frenatori delle Riforme in Italia e contro i Falchi europei del Rigore. Non sarà molto lunga ed altre probabilmente seguiranno.

Molti italiani sperano che l’ex sindaco di Firenze abbia successo nel suo slancio innovatore e di cambiamento epocale che annuncia ripetutamente da quando è entrato nell’agone politico nazionale ed internazionale. Ma quante chance ha di riuscirci? In questa prima fase il Matteo nazionale ne ha a mio avviso poche, i rapporti di forza sono a lui troppo sfavorevoli.

La doppia sfida italiana ed europea.

Renzi-NapoleoneDopo il guanto di sfida lanciato in modo spettacolare nel febbraio scorso in Parlamento agli oppositori delle riforme, annidati in tutti i centri di potere (Senato, province, magistratura, sindacati, burocrati e manager di stato, ecc.), Renzi non si è fatto scappare l’occasione della sua nomina a Presidente di turno (6 mesi) della UE per fare altrettanto nei confronti dei duri europei dell’austerità a tutti i costi. I due fronti nemici sono collegati, entrambi impediscono da tempo all’Italia di riprendere dinamismo e vitalità e con una vittoria su un fronte Renzi indebolirebbe anche l’altro. E lui li ha sfidati entrambi incassando subito il dividendo più importante, vale a dire il consenso e la fiducia degli elettori nei suoi confronti, che rimane a valori superiori al 50% (sondaggio del 20 luglio), anche se in calo rispetto ad alcuni mesi fa (sondaggio di aprile).

Missione impossibile.

Tuttavia la missione a me pare impossibile, almeno nel breve termine, perché anche  le armi migliori di Renzi – l’immagine, la dialettica e la comunicazione, l’astuzia –  poco possono contro un parlamento italiano che non esprime la sua linea politica e contro una classe dirigente determinata a conservare le decennali posizioni di rendita (ed infatti persino il Corriere della SeraRenzi-Brancaleone filo-renziano non può nascondere, a fronte delle roboanti promesse iniziali, gli scarsi risultati ottenuti sinora). Per non parlare del fronte europeo, dominato da una BCE limitata per statuto nel suo campo d’azione secondo i dettami tedeschi e da politici-burocrati insediati in tutti i posti chiave di potere, fedeli esecutori della linea di intransigenza dettata ancora una volta dalla leadership tedesca. In effetti la turbo-partenza europea di Renzi – al di là di quello che ci propinano con qualche eccezione giornali e televisioni – è finita contro un muro (leggi qui, quiqui). E allora perché continuare ad alzare il tono della sfida, non rischia di essere controproducente per il nostro Crociato?

A cosa punta Renzi con la Prima Crociata?

Dati i rapporti di forza decisamente sfavorevoli, Renzi potrebbe puntare dunque nei prossimi mesi a raggiungere 2 obiettivi: 1)portare a compimento, anche a costo di compromessi, i progetti di riforme sbandierati, quello elettorale in testa, e 2) evitare in autunno la manovra correttiva di 10-20 miliardi necessaria per il rispetto dei parametri europei e che con il passar dei mesi sta prendendo corpo, dato il protrarsi anche con Renzi della grande crisi italiana che dura ormai da 7 anni. Sono sicuramente due obiettivi ambiziosi ma raggiungibili, anche se non esenti da rischi. Tenere alto il tono della sfida serve a Renzi perché vuole portare gli italiani a concludere che, anche se non avrà realizzato quanto promesso, lui è stato comunque bravo e che avrebbe fatto ben di più, sia in Italia che in Europa, se avesse avuto più potere. E in più il clima di scontro feroce con gli oppositori delle riforme distrae l’opinione pubblica dal disastro dell’economia anche in questo 2014 renziano.

Lo scambio Flessibilità-Juncker con la Merkel

In effetti tutta la teatrale manfrina europea sulla flessibilità punta ad evitare proprio la manovra autunnale, oltre naturalmente al rinvio dell’imminente Fiscal Compact. In entrambi i casi io sono convinto che Renzi otterrà concessioni importanti, primo perché anche altri paesi europei hanno bisogno di un allentamento della morsa dell’austerità Merkel e Renzi in un abbraccio(per prima la Francia, che sta molto a cuore alla Germania, a maggior ragione dopo la pericolosa vittoria della Le Pen alle europee) e, secondo, perché Renzi ha dato una grossa mano alla Merkel appoggiando (anche qui con una giravolta mediatica straordinaria) la nomina del fedele (per Angela) Juncker a Presidente della Commissione UE. Renzi avrebbe invece potuto opporvisi, allineandosi con la linea del capo di governo inglese Cameron e sbattendo, in questo modo sì, i pugni sul tavolo e mettendo in crisi la Merkel. Invece si è allineato e guarda caso la Cancelliera, unica in tutto il panorama europeo dei rigoristi, si è dichiarata (tramite portavoce ….) favorevole alla flessibilità, richiesta da Renzi e da Hollande.

Le elezioni di inzio 2015.

Se questa  analisi è corretta è quindi molto probabile che, dopo aver ottenuto con la Prima Crociata il massimo possibile, Matteo dia presto le dimissioni (provocando magari lui stesso l’occasione) per replicare, sull’onda del consenso di cui gode, il risultato del 41% delle europee alle nuove elezioni politiche spostando a suo favore i rapporti di forza, almeno in Italia. Questo non dovrebbe avvenire prima di inizio 2015, perché fino alla fine di quest’anno Renzi in qualità di Capo di Governo italiano ricopre anche la carica di Presidente di turno della UE; personalmente però non escludo un clamoroso anticipo a quest’anno se la riforma elettorale non dovesse andare in porto. In ogni caso, non oltre inizio 2015, perché la manovra del prossimo autunno potrà solo essere rinviata e non annullata, e Renzi vuole assolutamente evitare questo passaggio prima della gara elettorale. Anche perché in quest’anno di governo Renzi la morsa fiscale continua a stringersi e gli italiani prima o poi gliene chiederanno ragione.

Conclusioni e commento.

Merkel-De Benedetti e il burattino RenziRiconosco per primo che questo post è soltanto aria fritta, nel senso che è incentrato sulla bagarre politica di Renzi per acquisire il potere, mentre l’Italia continua ad affondare per il settimo anno sotto il peso della sua classe dirigente (non solo quella politica) e soffocata dai vincoli economici europei. Per rilanciare l’Italia occorre il ricambio della classe dirigente italiana (processo che richiede almeno 10-15 anni, ma l’importante è avviarlo) e, contemporaneamente, rimuovere il blocco europeo (politica economica e monetaria, Banca Centrale e valuta nazionale), riprendendo in mano la gestione della propria economia. Renzi queste cose le sa ma, qualora il popolo italiano dovesse dargli la fiducia e la forza politica necessarie, sarà in grado di avviare e realizzare questa storica mutazione? La vuole veramente – come spesso sostiene – è realmente il paladino di tutti gli italiani o invece è portatore di interessi di parte che sono per ora rimasti nell’ombra?

Renzi non mi è particolarmente simpatico, potrebbe rivelarsi un bluff simil-Berlusconi, ma è anche possibile che la sua ricerca del consenso politico-elettorale – che oggi come non mai si identifica con l’abbattimento della disoccupazione – lo porti a fare veramente gli interessi del nostro paese. Renzi dittatore coreanoSe così sarà, all’inizio del 2015 potremmo vederlo cominciare la sua Seconda (non sarebbe neanche l’ultima) Crociata, ben più importante della prima, con un esercito ed armi più adeguate.
L’alternativa per lui, in assenza di radicale riequilibrio dei rapporti europei e di una prima picconata alle caste arteriosclerotiche italiane, è la rapida consunzione, travolto dal proseguimento del declino italiano, infarcito di aumento delle tasse, disoccupazione, impoverimento diffuso, insostenibilità del debito pubblico. E l’Italia sarebbe posta sotto tutela (evento che Renzi esclude categoricamente): ma non è che anche in questo caso rispunta come Commissario Unico?



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