I Tre Grandi Affabulatori

La comunicazione e l’immagine innanzi tutto! Gli irraggiungibili Maestri italiani.

L’Italia ha un trio di politici – Silvio, Beppe e Matteo – che vivono di comunicazione (televisione, giornali, web, comizi) attraverso la quale attirano il consenso elettorale personale e si costruiscono al contempo una immagine pubblica, che non trova necessariamente corrispondenza nella realtà della loro vita quotidiana.
Che la politica viva di immagine non è una esclusiva italiana né una novità storica. Che dire dell’eloquenza, dello stile e degli slogan alla base della popolarità di Obama o, nel recente passato, della studiata oratoria pubblica di Craxi o, un po’ più indietro nel tempo, delle adunate oceaniche e della macchina propagandistica del ventennio di Benito? O anche del Putin di oggi che, pur creando consenso elettorale con ben altri mezzi, si costruisce anche una immagine televisiva da Zar?Un piccolo esempio di quanto conti la comunicazione personale l’ho avuto in famiglia: dal dopoguerra e finché è campato mio Obama-Hopepadre ha sempre votato Partito Socialista e quando gliene chiedevo il motivo mi rispondeva: “Mi piace Nenni, mi dà fiducia”, e l’immagine pubblica che il vecchio capo socialista ispirava a mio padre lo ha portato a votare PSI anche nell’era Craxi. L’immagine al di là dei contenuti reali condiziona un po’ tutti noi e spesso non ce ne rendiamo conto.
Oggi i Tre Grandi Affabulatori si giocano la partita dell’opinione pubblica e si dividono, grosso modo, l’elettorato attivo (il 75% alle ultime elezioni) in 3 blocchi contrapposti anziché in due, come avviene invece in quasi tutti gli altri paesi. E ciò rappresenta purtroppo il primo ostacolo alla governabilità dell’Italia
Naturalmente i nostri personaggi sono diversi e anche le loro finalità individuali e politiche si differenziano considerevolmente, ma la tecnica è la stessa, comunicare-comunicare-comunicare, secondo la loro strategia, il loro stile e la loro pancia.
I 3 video che riporto sotto sono un “grandioso” esempio di quanto scrivo, rappresentano la sorprendente e fulminea sequenza dei tre atti che sono andati in onda 3 giorni fa in un testa a testa tra Renzi e Grillo.
Il leader del M5S, forzato a partecipare alle consultazioni con Renzi per la formazione del governo dall’inopinato (per lui) esito di un sondaggio sul suo blog, ha voluto trasformare questo mal di pancia in un grande comizio elettorale nel cuore delle istituzioni che vuole abbattere.
Renzi non è stato da meno perché, al fine di parare la mossa del rivale (che probabilmente si attendeva), ha dovuto controbattere con un contro-comizio. E a mio avviso è riuscito nell’intento di neutralizzare l’azione del rivale. L’impressione che ho avuto vedendo in diretta gli avvenimenti è stata surreale, mi domandavo in quale paese al mondo si siano raggiunti questi estremi di comunicazione politica: il candidato Primo Ministro che viene sbeffeggiato come un ragazzotto accusato di coprire poteri forti e di copiare il programma M5S, Grillo che usa la sala stampa come fosse casa sua, rovesciando davanti all’Italia e alla stampa estera le sue argomentazioni più classiche.
Infine compare Renzi, il quale parla elegantemente dei temi politici con la stampa usando un tono istituzionale irreprensibile e con un pizzico di rilassato humor  – in contrapposizione allo stile fisico e verbale di Grillo – e si permette di annunciare, prima di farlo davanti a Napolitano come prevede la rigorosa prassi che fin qui nessuno aveva trasgredito, che ha deciso di sciogliere la riserva per la formazione del governo e dà il calendario dei successivi passi da compiere. Pur di offuscare il torrente Grillo che aveva inondato la sala stampa, il Primo Ministro in pectore viene meno alle regole.
Sono convinto che – ammesso che la contromossa renziana non fosse già stata concordata – Napolitano non abbia fatto una piega, anzi si deve essere congratulato con il birichino Matteo.
Non voglio entrare nel merito di quanto Grillo e Renzi hanno detto, entrambi hanno presentato argomenti condivisibili o criticabili, ne faccio qui una questione di immagine e comunicazione.

Da 3 a 2 Affabulatori?

E l’assente, il terzo Grande Affabulatore estraneo alla vicenda, come l’avrà presa? A mio avviso malissimo, sa di aver perso terreno, e si sta rendendo conto che Renzi è per lui una minaccia mortale, che può riuscire, sul piano della comunicazione , a fare quello che il PD non è riuscito a fare sul piano politico.
Quando si arriverà allo scontro elettorale, come farà Berlusconi a sostenere che Renzi racconta favole, quando molti italiani hanno di lui stesso questa ventennale immagine? Come farà a dire che rappresenta la sinistra statalista e assistenzialista quando il sindaco di Firenze ha accantonato la classe dirigente del PD (che ha la maggioranza dei deputati e senatori, medita la vendetta e potrebbe portare alla scissione del PD e alla formazione di un Partito Renzi)? Come farà a dire che Renzi è amico dei Magistrati? Dopo 20 anni di difesa ad oltranza dei propri interessi, come potrà Silvio accusare il neo-arrivato Renzi di difendere interessi di parte? E via discorrendo, con l’ex sindaco di Firenze Silvio i suoi cavalli di battaglia diventano dei Ronzinante.
Renzi è e sarà senz’altro un elemento di profondo cambiamento di tutto il quadro politico italiano, punta a l’elettorato di centro-destra pur provenendo dal PD, rispetto a Silvio è fresco, brillante, nuovo. Voglio anche credere che rispetterà il giuramento di fare gli interessi del paese, resta da vedere con quale equilibrio ed equità.  In ogni caso sono convinto che porrà fine al secondo ventennio della storia moderna italiana. Avremmo risolto tutti i problemi? No, ma una base elettorale per una maggiore stabilità politica, quella sì l’avremmo.
Intanto vediamo come si sviluppa il doppio salto mortale carpiato del Renzi-1. Con l’incarico di governo Matteo ha deciso e voluto affrontare una mossa ad altissimo rischio, ma sono convinto che abbia già in mente una strategia per cercare di battere gli avversari alle urne nel probabile caso di insuccesso (la cui responsabilità proverà a far ricadere su chi non gli consentirà di operare). Ovviamente molto meglio se riuscirà a governare e, trascurando magari un po’ la sua immagine e comunicazione, ad affrontare i grandi problemi (interni ed europei) degli italiani che, mentre gli Affabulatori si accapigliano per il potere, stanno  vivendo la crisi sulla propria pelle.

A futura memoria, l’indimenticabile show Grillo-Renzi



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