Le elezioni, l’Europa e il nostro futuro

Continuiamo la nostra disamina dei temi elettorali e del posizionamento dei vari fronti, affrontando il quarto gruppo di priorità.

Europa???4. EUROPA E RISCHIO DEFAULT. Prima di vedere come si posizionano i partiti, questo tema giustifica una premessa perché, da solo, ha l’importanza di tutti quelli visti precedentemente. Intendo dire che l’Europa (leggasi Germania), se continua a porre il rigore e l’austerità come priorità, può vanificare i nostri pesantissimi sacrifici 2012-2013 o può al contrario, cambiando politica, potenziarli e valorizzarli. Può creare una caduta verticale della fiducia nel progetto di questa Europa o può rilanciarlo. Dovremo attendere il dopo elezioni tedesche di settembre per avere lumi in materia, ma dobbiamo prepararci ad essere fortemente propositivi.
Vorrei poi far notare che con le elezioni tedesche si chiuderà un ciclo che, tra maggio 2012 e settembre 2013, vede l’installazione di nuovi governi in Francia, Stati Uniti, Giappone, Italia, Olanda, Germania e Cina (ciliegina sulla torta, le elezioni europee di giugno 2014). E si passerà all’azione, come stanno già facendo Stati Uniti e Giappone che hanno avviato o rafforzato politiche monetarie espansive per indebolire il concorrente cinese; noi europei vogliamo continuare con il rigore dei conti pubblici, con una BCE concentrata nella lotta all’inflazione e senza cominciare a creare una solidarietà europea?
Come dimostrano il 2011 e il 2012 (e una analoga previsione 2013) con il solo rigore non se ne esce, anziché riprendere il cammino della crescita  e del miglioramento dei conti pubblici si rischia la depressione economica e la rincorsa a vuoto del pareggio di bilancio.
Noi, per essere propulsori in Europa, dopo i sacrifici (non equamente distribuiti) e i progressi contabili (inferiori alle attese), dovremmo essere capaci con le imminenti elezioni di esprimere un governo sufficientemente stabile che sappia avviare il risanamento politico e civile del paese.
Merkel-I want youIl nuovo esecutivo avrebbe allora le carte in regola e la credibilità per far pesare – una volta svolte le elezioni tedesche – il valore dell’Italia ed ottenere forme concrete di sostegno (es. eurobond, quanto meno finalizzati al finanziamento di  investimenti pubblici) e di riforme radicali delle istituzioni europee e di sviluppo della struttura comunitaria. L’Italia ha dato molto all’Europa, è riconosciuta come uno dei paesi fondatori, ed è tuttora il terzo paese finanziatore (nel 2012 abbiamo sborsato circa 35 miliardi di euro (!), più di quello che ci ritorna).


Per fare uscire rapidamente la Germania dall’ambiguità, bisognerà forse spingere la trattativa al limite della rottura: vuole sviluppare QUESTA Europa (che per molti versi le fa molto comodo) o vuole un’ALTRA Europa senza i paesi del Sud e allargata a Nord e ad Est? La nostra uscita dall’euro non è certamente auspicabile, sarebbe uno sconvolgimento terribile, ma se l’alternativa è comunque una uscita forzata dall’euro dopo un lungo inarrestabile declino, qual’è il minore dei mali? Puntiamo intanto al meglio, cioè puliamo casa nostra – indipendentemente da euro sì/euro no – e spingiamo per un rilancio dell’Europa affinché evolva da una fase puramente monetaria a quella finanziaria e politica. E’ una duplice partita con noi stessi e con la Germania e, lo ammetto, è veramente difficile essere ottimisti sul suo esito. Ma esistono anche i pareggi o le onorevoli sconfitte di misura, non solo le vittorie. Dobbiamo giocarcela fino in fondo. 

M5S-Grillo. Ha definito più volte l’euro come una costruzione Grillosbagliata per l’Italia, una fregatura della Germania, dalla quale dovremo prima o poi uscire in modo niente affatto indolore (“un bagno di sangue”). Altre volte ha dichiarato che il tema è molto complesso, che non ha gli elementi per dare un giudizio e propone un referendum.

Rivoluzione Civile-Ingroia. Il primo punto del suo programma è “Per un’Europa dei diritti- Contro l’Europa delle oligarchie economiche e finanziarie”. IngroiaPropone una radicale ristrutturazione, dal ruolo della BCE, alla Tobin Tax, dalla rinegoziazione del Fiscal Compact, alle politiche di convergenza fiscale e salariale, alla riconversione ecologica dell’economia, ecc. Se volete leggere integralmente la proposta di Ingroia cliccate qui.

PD-Bersani. Cito dal programma del PD: Avanti verso gli Stati Uniti d’Europa –  La riscossa dell’Italia passa anche per il rilancio del progetto Europa, ma con un’agenda Bersanidiversa – Per salvare l’Europa è necessario coordinare le politiche economiche e fiscali attraverso istituzioni comuni direttamente legittimate dalla popolazione tramite elezioni – Austerità ed equilibrio dei conti pubblici sono concetti privi di significato senza occupazione, investimenti, ricerca e formazione. Propone poi un patto di legislatura con le forze moderate per contrastare le forze nazionaliste, anti europeiste e populiste.

 Scelta Civica-Monti. Anche qui vi rimando al primo punto dell agenda Monti, che sintetizzo come segue. Dopo avere ricordato che per negoziare con l’Europa bisogna essere Monti e l'Europacredibili (mantenere gli impegni presi), che non serve battere i pugni sul tavolo, scrive: “….. l’Italia, paese contributore netto al bilancio europeo … deve chiedere all’Europa politiche orientate nel senso di una maggiore attenzione alla crescita basata su finanze pubbliche sane ….. un mercato più integrato e dinamico, una maggiore solidarietà finanziaria attraverso forme di condivisione del rischio, una maggiore attenzione alla inclusione sociale e alla sostenibilità ambientale.

Pdl-Berlusconi. “Più Europa dei popoli, meno euro-burocrazia” è il titolo del programma Pdl, che elenca  9 punti, tra i quali riporto i seguenti: Accelerazione delle quattro unioni: politica, economica, bancaria, fiscale – Attribuzione alla Bce del ruolo Berlsuconi santo europeodi prestatore di ultima istanza – Euro-bond e project-bond per una rete europea di sicurezza e di sviluppo – Esclusione delle spese di investimento dai limiti del patto di stabilità europeo. A questa seria pagina di programma ufficiale bisognerebbe però aggiungere la miriade di dichiarazioni di Berlusconi, a partire dalla rinegoziazione del fiscal compact (legittimo chiederlo, ma perché non è nel programma?) o alla minaccia di uscire dall’euro e tornare alla lira, salvo poi definirla una provocazione.

Lega Nord-Maroni. La Lega propone un referendum consultivo su Europa. Cito dal sito della Lega:  “L’Unione europea è oggi caratterizzata da un profondo deficit di democrazia …… La Lega Nord sostiene che un referendum consultivo sulMaroni-Prima il Nord mantenimento della moneta unica (sistema monetario integrato) sia la strada più corretta per rendere più democratica la costruzione dell’integrazione comunitaria e, soprattutto, per far decidere in prima persona ai popoli che tipo di moneta vogliono.” In una intervista a Repubblica Maroni invoca “un’Europa federale e democratica, un’Europa delle regioni”, che mi sembra il fine per il quale propone il referendum.

In sintesi, abbiamo 1) proposte di rinegoziazione in ordine decrescente di decisione: Pdl (con giravolte di dubbio significato), PD, Scelta Civica, Rivoluzione Civile non riesco a classificarla e 2) ricorsi al Referendum popolare da parte di M5S e Lega, con finalità fra loro diverse.

Con questo post intendevo completare tutti i temi elettorali, ma mi accorgo che si sta facendo tardi, mancano 4 giorni al voto. Quindi intanto pubblico ciò che ho scritto sin qui, sperando di completare il ciclo entro domenica.

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2 thoughts on “Le elezioni, l’Europa e il nostro futuro

  1. Caro Prof,

    Vero, l’analisi delle proposte in materia economica è il cuore del problema e la tua analisi puntuale circa le proposte dei vari schieramenti è illuminante.

    Partiamo dalle cose di casa nostra.
    I populisti, Lega e Grillo, hanno le idee di gran lunga più pericolose. Delegare al popolo la scelta se restare nell’Euro o meno è come affidare a me i comandi dello Shuttle in fase di atterraggio: schianto assicurato.
    Però fa molto presa sull’elettorato. “Adesso gliela tiro io una sberla a quella cattivona della Merkel! Torniamo alla lira, svalutiamo e gli facciamo un culo così ai crucchi!!!!”
    In questo caso farei un bell’esame di economia a Maroni e Grillo: se non sanno spiegare cos’è il supermoltiplicatore e il teorema Modigliani-Miller… e qui mi fermo sennò mi mandi i baffi.
    Gli altri schieramenti meno massimalisti ciurlano nel manico perchè esporsi troppo adesso è pericoloso; non si sa bene che cosa si potrà fare dopo le elezioni e fare promesse azzardate sarebbe un boomerang.
    Ciò detto, uscire dall’Euro significherebbe per me il tracollo della nostra nazione. Questa è una discriminante imprescindibile.

    Ma il vero nocciolo del problema è a livello europeo; è chiaro come il sole che si combattono due visioni radicalmente opposte delle politiche economiche. Da una parte la linea deflattiva della Germania, dall’altra quella espansiva dei paesi del Sud Europa.
    Le elezioni italiane rappresentano in questo senso il possibile punto di svolta. Un’affermazione del centrosinistra porterebbe ad uno spostamento del baricentro verso politiche economiche più orientate alla crescita; sono certo che si creerebbe una saldatura tra i governi progressisti di Italia e Francia, cioè di due delle quattro economie più importanti d’Europa, alla quale si aggregherebbe la Spagna, che è appena un gradino sopra la derelitta Grecia e rischia anche lei di sprofondare. La Germania sarebbe obbligata a tenerne conto; oltretutto anche la sua economia ormai zoppica e ormai puntare allo sviluppo anche con un po’ d’inflazione è indispensabile.

    Alla luce di tutto ciò, ribadisco l’importanza di votare quei partiti che hanno strategie politiche europeiste, qualunque esse siano. Si può essere orientati verso un versante progressista o liberista, ma non si può lasciare il paese in balia di imbonitori da mercato rionale.

    Giovanni

    • Giovanni, questa volta ti sei superato. Ti vedo chiaramente con il cappello da pilota alla Snoopy atterrare il piazza S. Pietro con lo Shuttle!
      Poi mi hai costretto ad andare in Internet a studiare il teorema Modigliani Miller. Insomma se avessi 10 amici-lettori attivi come te non saprei più da che parte girarmi. Ma tu continua, proverò a seguirti. Ciao!

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